Capitolo 48

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"Non esiste, Cirilla. Lasciatemi stare. Farei molte cose per voi, ma non mi rovinerete una cosa così be-"Henry fu messo di faccia al miracolo della vita e per poco non vomitò sul pavimento.

"Chiama il dottore." Le disse coprendosi il volto con il gomito.

"Secondo voi se avessi avuto questa possibilità, sarei venuta da voi?" Cirilla prese la bacinella con l'acqua calda e indicò ad Henry di lavarsi le mani.

Il ragazzo lo fece riluttante e Cirilla gli rimboccò le maniche della camicia fino sopra ai bicipiti.

"Vi ho detto che non esiste. Se volete posso tenere la bacinella. Se proprio devo fare qualcosa."

"Piantala Henry e aiuta Cirilla." Lo intimò sua madre battendo un piede.

"Perché non chiamate il re, Madre? Lui almeno è già in un punto della sua vita dove non gli serve più-" Henry non finì la frase quando sentì Cirilla sbuffare rumorosamente e guardarlo con quel suo sguardo da omicida.

"Cosa volete che faccia esattamente?" disse da bravo aiutante.

"Dobbiamo girare il bambino e tu hai le braccia più lunghe." Cirilla riuscì a vedere Henry in caricamento mentre processava quello che aveva appena detto e vide i cinque stadi del dolore passargli d'avanti agli occhi seguiti da cinque no con intonazioni diversi.

Uno secco. (il rifiuto)

Uno gridato (la rabbia)

Uno supplichevole (il patteggiamento)

Uno triste (la supplica)

E l'ultimo seguito da un conato di vomito e da due passi indietro, rassegnato.

Con molta riluttanza tolse gli anelli che entrambi portavano, consegnandoli alla regina, e Cirilla gli indicò di infilare le mani.

Henry, guardando Cirilla con una delle espressioni più schifate possibili, seguì i movimenti che Cirilla gli stava facendo vedere, senza distogliere gli occhi da quelli di Cirilla. Passò tutto il tempo a lamentarsi, a tirare fuori la lingua tanto che, per quanto fosse una situazione critica, le cameriere stavano tutte ridendo, assieme alla partoriente che tra un urlo e l'altro, sentiva Henry scusarsi ogni volta che gli veniva da vomitare e specificava che non era nulla di personale nei suoi confronti.

"Quanto vi odio in questo momento." Stava cercando di controllarsi e non vomitare.

"Cosa sentite?"

"Viscido. Viscido ovunque." Sussurrò per non offendere la donna nella quale aveva infilato le mani.

"Toccate meglio." Cirilla era esasperata allora guidò le mani di Henry dove era il bambino e lui lo tastò finché non sentì qualcosa di tondo.
"Ho la testa, credo." Sotto l'attento controllo di Cirilla, i due presero a girare pianissimo il bambino. La donna stava cercando di soffocare le urla con poco successo.

"Non fermatevi." Intimò Cirilla vedendo che Henry era riluttante. Stavano lavorando insieme e il tempo era fatale.

Cirilla tirò via le sue mani e Henry impanicò. "Rimettetele immediatamente lì. Io cosa ci dovrei fare da solo?" Cirilla gli fece un sorriso genuino e con calma continuò a dare ordini a Henry. Si mise d'avanti a Henry e lui, cullato dal dolce profumo di Cirilla, tenne le braccia dritte e i movimenti lenti.

"Continuate, Henry. Ci siete." Dopo un interminabile momento dove Henry si dovette arrangiare da solo, il bambino fu girato e pronto.

Henry sfilò velocissimo le mani fuori e vide la testa seguirlo. La donna era sul punto di crollare, tuttavia Cirilla con una mossa abile, riuscì a tirare fuori il bambino una volta che le spalle furono uscite e se lo posò contro il collo, indicando ad Henry di tagliare quella cosa lunga e molliccia che era ancora collegata alla mamma.

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureWhere stories live. Discover now