Capitolo 7

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"È stata una bella cosa, lasciar vincere la principessa." Stava dicendo suo padre mentre sorseggiava un bicchiere di latte.

"Non l'ho lasciata vincere. Avrebbe vinto se non si fosse stirata la caviglia." Henry se ne stava sdraiato con un braccio sotto il capo e un libro sulla faccia.

"Suo padre ha apprezzato che tu l'abbia accompagnata fino al traguardo."

"Non potevo certa lasciarla per strada." Rispose il figlio sospirando nel libro.

"Di cosa avete parlato? Siete stati abbastanza tempo soli in quel tunnel." Il tono era molto accusatorio, come se Henry avesse speso quel tempo a corteggiarla.

"Nulla di quello che avreste voluto voi, padre. La principessa non è interessata a me, ma se desiderate che continui a corteggiarla, lo farò."

"Sempre così pragmatico. Ma perché non provi semplicemente a conoscerla meglio? Io ci ho passato del tempo ed è veramente un tesoro." Henry sollevò la lettura e guardò il padre di traverso.

"Anche lei dice lo stesso di voi, a quanto pare." Il sorriso felice che affiorò sul viso dell'uomo gli cambiò completamente i tratti facendolo sembrare tanto più giovane.

"Quanto sarebbe meraviglioso averla come figlia." Disse in tono sognante l'uomo mentre piluccava un pezzo di pane.

Henry si sollevò, già stanco di sentire suo padre rimuginare sul suo futuro e si avviò verso la porta.

"Dove stai andando?" domandò il re quando Henry aveva già abbassato la maniglia per uscire.

"A prendere qualcosa da mangiare." Si affrettò nel corridoio ma non si perse l'occhiata che suo padre diede alla montagna di cibo sul tavolo ancora intonso.

Scese la lunga scalinata a chioccia. Il castello era nel pieno della vita con molte domestiche che salivano e scendevano cercando di passare inosservate e nel mentre, bisbigliavano pettegolezzi che Henry reputò insignificanti per la maggior parte. L'unica cosa che catturò la sua attenzione fu quello di una giovane cameriera che, carica di lenzuola si stava avvicinando al corrimano per andare al piano di sopra.

"La cuoca, Liv e le sue aiutanti stanno preparando delle focaccine inglesi. Spero rimanga qualcosa quando torno di sotto, si sentiva un profumino invitante." Henry sentì la saliva quasi fuoriuscire dalla bocca all'idea di assaggiare delle focaccine. Gli mancava molto casa sua, il clima qui era sempre freddo e per quanto avessero avuto bel tempo, bramava qualcosa che gli ricordasse il suo paese.

Si diresse verso le cucine nella speranza di scroccarne una o due quando, scivolando tra due ancelle nella porta di servizio catturò una visuale davvero insolita.

La cuoca, che aveva una cuffia inamidata e dei riccioli rossicci nascosti all'interno di essa, stava dando delle indicazioni ad una fanciulla vestita con un abito verde smeraldo ricoperta di farina e quella che sembrava un composto gelatinoso e rosso. Stava impastando energicamente sotto lo sguardo vigile della donna più grande.

"Maestà, dovete essere più gentile. Non è uno dei vostri pretendenti che potete calpestare come vi pare. Siate gentile." Quella sua tipica alzata d'occhi tornò intanto che sbatteva il composto sul banco e riprendeva a lavorarlo un filino più delicatamente.

"Ieri siete state straordinaria maestà. Io lo sapevo che non potevate che essere voi. E far passare Helga per voi, che tocco di genio!" Disse l'altra giovane aiutante guadagnandosi un'occhiataccia dalla cuoca.

"Non incoraggiarla. Vostro padre ieri fumava come un camino e con giusta ragione." Cirilla cominciò a dividere in piccole palle il composto, un sorriso sornione sulle labbra.

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora