Capitolo 46

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Meria stava tossendo e quando la vide lo sguardo si addolcì. Ormai era coperte in vesciche, doveva sbrigarsi.

"Temevo vi foste dimenticata di me." Disse Meria e riprese a tossire. Cirilla le fu accanto in un attimo e le offrì un fazzoletto. Voleva dirle la verità, eppure ammettere che aveva litigato con i suoi genitori non sarebbe stato di alcun aiuto.

"Sono stata impegnata altrove. Perdonatemi."

"Mi sembra di stare morendo." Ammise la fanciulla e Cirilla sentì gli occhi pungerle. "è così?"

Cirilla annuì e lei sospirò. "Be' doveva succedere suppongo. Sono stata fortunata troppe volte."

La porta si aprì e Henry si infilò dentro, guardando Cirilla conciata a quella maniera buffa.

"Cosa ci fate qui?" sussurrò indignato.

"Ho qui un antidoto, Meria. Le probabilità che funzioni sono molto poche. Vostra madre sicuramene non vorrebbe che ve lo somministrassi."

"Cirilla." Il tono di Henry era imperioso ma lei non era determinata a fermarsi.

"Potrei cacciarmi in guai grossi se mi scoprissero, tuttavia sento la necessità di dovervi dare questa scelta."

"Credete possa funzionare, Cirilla?" chiese dolce Meria con gli occhi verdi che si facevano distanti.

"Potrebbe, visto che non siete ancora troppo avanti con la malattia."

"Allora fatelo."

"Meria!" Henry si fece avanti per impedire alla sorella di fare una scelta stupida.

"Mi fido di Cirilla. Lei non mi farebbe mai del male!" combatté sua sorella e offrì il polso a Cirilla.

"Non volontariamente." Aggiunse Henry e lanciò uno sguardo severo a Cirilla.

"Voi siete tutti dei grandi fifoni. Non sono fatta di porcellana, procedete Cirilla. Ho sentito come l'avete trattata e se anche dovessi morire, vi darò il tormento. È una promessa, fratello. Se avessi potuto l'avrei difesa io stessa! Ti sei rammollito? Posso capire nostra madre, ma da te mi aspettavo qualcosa in più." Meria prese a tossire e Cirilla la fece adagiare indietro e dopo averle scoperto il braccio, la guardò un'ultima volta per aspettare che le desse il consenso.

La ragazza fece un lieve cenno della testa prima di chiudere gli occhi. Cirilla la punzecchiò con la siringa e ne versò il contenuto nelle vene della ragazza. Allontanò l'antidoto ormai vuoto e si sedette accanto al letto, tenendo la mano di Meria nelle sue, cominciò a intonare un canto in una lingua che Henry non riconobbe subito.

Era simile a quello che aveva cantato per suo padre il giorno del funerale. Questa sembrava più forte nei toni e incalzante.

"Cos'è?" domandò Meria guardando incantata Cirilla.

"Sto invocando lo spirito di Mane su di voi per tenervi qui con me." Disse solamente prima di riprendere. Meria si addormentò al suono della melodia.

"Se dovessi sentirla mentre dormo, probabilmente la seguirei." Confessò Henry e Cirilla gli riservò un sorriso. Sottinteso era il fatto che fosse proprio quello il punto di cantare per la gente che aspetta nel reame delle anime.

"Sai, Cirilla, quando Meria è caduta da cavallo, ho sentito la schiena rompersi. Quel rumore lo sogno ancora la notte quando mi addormento. Certe volte mi sveglia per lo spavento di quanto sia reale ancora dopo dieci anni." Cirilla lo guardava, non avrebbe smesso di cantare ma lo stava guardando, invitandolo a continuare.

"Non l'ho mai detto a nessuno ma, sono stato io a farla cadere da cavallo." Cirilla si bloccò.

Fu solo un secondo dove Henry lesse il dubbio negli occhi di Cirilla e lo rincuorò che lei non lo ritenesse capace di una tale cosa. Poi riprese a cantare.

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - Matureحيث تعيش القصص. اكتشف الآن