Capitolo 8

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Quel pomeriggio, Cirilla si era ritirata sul lungo ponte fatto di pietre che si ergeva nel mezzo del mare e collegava la bella isola di Mane al resto del continente. Era un lungo viale, stretto che doveva essere attraversato da un cavallo per volta. Suo padre aveva fatto costruire una seduta apposta per sua madre con uno piazzaletto sul lato opposto che dava una buona visuale sul castello torreggiante sulla vegetazione. A quanto ricordava, la regina adorava venire a ritirarsi in questo punto del castello mentre leggeva un buon libro e scappava alla monotonia della corte. Il padre non la disturbava mai quando lo faceva e capiva anche perché.

C'era una pace in quel luogo con i gabbiani che schiamazzavano nel cielo e il mare come solo compagno che dolcemente sbatteva contro i frangiflutti come a cullare chiunque si addentrasse così vicino ad esso.

Cirilla doveva ancora terminare il ricamo per la lezione di cucito, così si era rifugiata qui per scappare a tutti quei giovani che le si appiccicavano non appena i loro occhi si posavano su di lei senza più lasciarla andare. Poi ne aveva abbastanza perché quel principe inglese non faceva altro che schernirla e provocarla. Aveva bisogno di staccare e rifocillare la sua mente con un po' di tranquillità.

Doveva ricamare una riproduzione dello stemma di famiglia, la dea Mane sotto le vesti di una gigantesca lupa rossa seduta regalmente con una zampa su di un disco che rappresenta la luna. Il tutto su uno sfondo blu.

Quello che era riuscita a ricamare al momento era solo una mezza luna tutta storia e un lupo che a guardarlo ricordava più un cane randagio spelacchiato. Suo padre le aveva sempre detto che almeno all'apparenza doveva sapere dove mettere i punti quando cuciva, poiché alla fine nessun uomo si sarebbe mai interessato veramente a cosa stesse facendo sul suo ricamo; però odiava non riuscire nelle cose e odiava ancora di più non essere capace in qualcosa che era considerato come respirare per una donna.

Margaret gliel'aveva insegnato al meglio delle sue potenzialità, ma era lei che proprio non era portata. Magari se ci fosse stata sua madre che tutti chiamavano la grande ricamatrice poiché aveva cucito tutti gli abiti di suo padre e anche i mantelli con stupende decorazioni, sarebbe stato diverso.

Sentì un gran fracasso alle sue spalle e quando si volse a guardare, trovò il principe Tristan sul ciottolato con il libro che gli era caduto addosso. Abbandonò il suo lavoro e si mosse per aiutarlo.

"Maestà!" Esclamò spaventata che si fosse fatto male.

"Principessa Cirilla!" Gli si spalancarono gli occhi per l'imbarazzo. "Santo Cielo, che figuraccia." Cirilla cercò di non zoppicare poiché non voleva preoccuparlo e lo aiutò in piedi. Lui si spolverò le ginocchia e la giacca raddrizzandosi. Cirilla recuperò la sua lettura e gliela passò con un timido sorriso.

"Non potrà mai essere peggiore di quella che ho fatto io al torneo ieri." Il principe sembrò disorientato mentre accompagnava la ragazza alla seduta di pietra e rimaneva in piedi a guardarla.

"Principessa, cosa dite? Siete stata impressionante. Non ho mai visto nessuno svolgere un tale percorso con così tanta eleganza e padronanza. Meritavate di vincere e sono entusiasta che lo abbiate fatto." Intrecciò le mani sul ventre sorpresa dalla sua affermazione.

"Ho macchiato il mio regno di imbarazzo e ridicolo. Non avrei dovuto parteciparvi." Tristan fece per avvicinarsi ma qualcosa lo bloccò, probabilmente il fatto che erano soli, avrebbe potuto essere causa di malelingue così preferiva mantenere le distanze per proteggere l'onore della principessa. Una cortesia che il principe Henry non le aveva riservato.

"Ed è proprio per questo che avete fatto bene a parteciparvi. Avete dato una bella lezione a tutti i presenti." La incoraggiò Tristan e lei guardò verso il mare sentendosi meno in colpa.

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureWhere stories live. Discover now