Se suo padre avesse potuto vederla adesso, che dormiva con il principe inglese, si cacciava in ogni guaio possibile gettando scandalo sul nome della famiglia reale che lui cercava sempre di proteggere.

"Io temo invece che si vergognerebbe di me. Del mio comportamento e del fatto che sto dando molte ragioni al danese per non sposarmi, rovinando i suoi piani."

"Non dite assurdità." Rispose velocemente il re inglese. "Vostro padre non vi avrebbe mai voluta sottomessa a quel gigante. Avrebbe voluto che sua figlia tenesse la testa con chiunque. E voi avete tutto il diritto di difendervi. Io non dovrei dirvelo, mia moglie avrebbe la mia testa se lo sapesse, ma se decideste, per qualsiasi ragione che il danese non fa per voi, sarò felicissimo di annullare il contratto stipulato da vostro padre e molto egoisticamente, mi piacerebbe tenervi qui con noi e rendervi parte della nostra famiglia. A costo di darvi in sposa a mio figlio."

Cirilla fu toccata e rassicurata da quelle parole. Non avrebbe mai proceduto, era tuttavia contenta di avere una possibilità. Non l'avrebbe mai presa perlomeno però, l'aveva.

"Sapete, maestà, nessuno nomina più mio padre. Sembra che siano tutti terrorizzati di vedermi cadere in pezzi al solo dire il suo nome. Non ho molte possibilità di parlarne apertamente. Grazie per averlo inserito nella conversazione."

Charles le accarezzò una mano e per un secondo, Cirilla chiuse gli occhi e si immaginò che fosse il suo vero padre. C'erano tante cose che ancora non gli aveva detto e chissà ora quando avrebbe avuto l'occasione di farlo.

Ma si accontentò di quel piccolo contatto, anche se falso. Lo custodì nel suo cuore come un ricordo prezioso prima di tornare alla realtà.

Cirilla scelse per Meria una bellissima puledra dagli occhi azzurro cielo e il manto color nocciola. Era mansueta e rispettosa, aveva pazienza con la sua padrona. Meria non era molto sicura all'inizio ma Cirilla le spiegò che nelle sue condizioni un castrone che non fosse stato addestrato ad obbedire come Ruben, era fuori discussione.

Quello stesso pomeriggio, Cirilla accompagnò Meria nei giardini per qualche giro di prova.

La sistemò in groppa alla cavalla, assicurandola bene e mantenendo le redini ben salde, cominciò a farla muovere.

"Senza di voi, Cirilla, fa molta più paura stare quassù." Confessò Meria.

"Bene. Significa che starete più attenta." La ammonì la giovane adulta e Meria si ammutolì seguendo il consiglio di Cirilla.

Ci impiegarono due ore perché Cirilla potesse alla fine abbandonare le briglie e lasciare che Meria guidasse il cavallo come meglio credeva. La madre era in apprensione, pallida come uno straccio, ma non una volta permise alla sua riluttanza di trapelare con commenti che avrebbero potuto scoraggiare sua figlia.

Cirilla la ammirò molto, era palese che stesse morendo di paura.

"Tieni meglio quelle briglie, Meria." La rimproverava oppure "Stai dritta come ti ha insegnato Cirilla." Le diceva.

Meria era una brava allieva e nel giro di una mezza giornata, andava già al trotto, la paura era completamente sparita dai suoi occhi.

"Non ho paura di te, vita. Sarai tu ad avere paura di me." La sentì dire Cirilla e soffocò una risata di orgoglio prima di ordinare a Meria di ritirarsi per la cena.

"Avete Scritto a sua altezza, Cirilla?" la regina domandò incrociando le dita assieme.
"Oh, non ancora. Volevo farlo questa sera." Mentì. La verità era che passava le sere seduta alla seria cercando di scrivergli anche due righe ma dopo quel bacio, era arrabbiata e voleva solo staccargli la testa. Era un bene che fosse in Danimarca, almeno così non correva rischi.

"Non lo avete ancora fatto da quando è andato via?" chiese allarmata sua maestà portandosi un palmo alla bocca. "Dovete rimediare assolutamente o penserà che vi stiamo impedendo di mettervi in contatto con lui. L'ultima cosa di cui quell'uomo ha bisogno è una ragione per odiarci ancora di più."

Cirilla annuì, si sentiva molto stanca.

"Cosa vi trattiene?" la regina aveva assunto quel tono caldo che riservava ai suoi figli quando voleva sapere veramente come stessero.

"Non so cosa scrivergli, fondamentalmente."

"Potete parlargli del tempo, di come trascorrete le vostre giornate e se ve la sentite, anche del fatto che vi manca tremendamente ogni giorno di più." Aggiunse ala regina Elaine facendole l'occhiolino. Le stava suggerendo parola per parola cosa scrivere, Cirilla apprezzò ma non voleva scrivergli ovvietà.

Preferiva qualcosa di sentito e vero.

"Vedrò questa sera prima di coricarmi cosa viene fuori."

"Secondo me può anche non scrivergli. Tanto fra poco ce lo ritroveremo tra i piedi ad impartire ordini e sentenze." La regina colpì il re con un buffetto e lui schioccò la lingua proprio come faceva Henry. Cirilla guardò il posto vuoto accanto alla principessa Meria e si incupì.

Henry non era tornato a casa quella sera. Sperò che fosse tutto apposto.

Anche se aveva sognato quell'incontro la sera precedente, sentiva un sentimento di fastidio alla bocca dello stomaco.

"Ah, Meria. Domani il principe scozzese vuole venire a farci visita. Spero tu stia abbastanza bene per cavalcare con lui."

Meria guardò Cirilla in cerca di aiuto. Cirilla si morse il labbro e ricambiò lo sguardo incoraggiante della regina.

"Da sola?" domandò Meria terrorizzata dal pensiero.

"Ovviamente no. Puoi portare chi desideri con te." Meria si allontanò dal tavolo e corse come un cavallo imbizzarrito accanto a Cirilla prendendole entrambe le mani. Prima che potesse proferire parola, Cirilla le sorrise teneramente.

"Certo che vi farò da accompagnatrice, principessa."

Meria si rilassò istantaneamente ma non lasciò andare la mano di Cirilla.

"Dovevate fare un'altra figlia, voi madre. Sarebbe stato tutto più semplice se avessi avuto una sorella."

"Adesso l'hai avuta comunque, una sorella." Rispose re Charles e Meria fece un sorriso ampio che sembrò arricciarle il naso e mettere in evidenza le bellissime lentiggini rosse.

"Vero."

***una vecchia gloria questa canzone yash***

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureWhere stories live. Discover now