"Anche vostro padre era musone quando pensava troppo." Cirilla fu sorpresa dell'affermazione ma grata del cambiamento di argomento.

"Sì, è vero." Re Charles si posò ad un palo di legno e con un sorriso triste disse alla principessa.

"Ne abbiamo combinate veramente tante. Voi me lo ricordate tanto, sapete Cirilla? Non solo siete la sua esatta copia nell'aspetto, ma è palese che vi ha cresciuta a sua immagine. Avete le stesse espressioni. Forse è per questo che il mio cuore duole profondamente all'idea di dovermi separare da voi alla fine di quest'anno. Sarà come dover dire addio al mio più caro amico di nuovo." Ammise sua maestà e Cirilla incrociò le dita.

"Sto iniziando a temere per quel giorno anche io, maestà. Lo so che è da ingrati quello che sto per dire, vi prego non giudicatemi male, tuttavia, qui mi sembra di essere a casa. Tutti voi mi avete accolta a braccia aperte ed io non avrei potuto sperare in tutori migliori. Spero siate consapevoli che dovunque andrò avrete sempre un pezzo del mio cuore." Cirilla non era solita sproloquiare sui sentimenti, ma sentiva la necessità di tirare fuori quelle cose perché, qualsiasi cosa succedesse, non rimanessero appesi nell'aria come era accaduto con suo padre.

Non gli aveva detto che gli voleva bene prima che morisse.

Non aveva fatto in tempo.

Re Charles tirò su con il naso asciugandosi gli occhi con la lunga manica della sua tunica, piagnucolando di gioia. Cirilla cercò di non ridere alla faccia buffa che stava facendo mentre si lasciava andare per la commozione.

"Siete proprio un tesoro inestimabile. Quel danese non vi avrà mai!" disse fintamente determinato. "vi rapirò in modo che non possa trovarvi."

Cirilla questa volta rise e prendendo il braccio di sua maestà, si incamminarono verso i cavalli più bassi infondo.

"Se avete intenzione di rapirmi, sarebbe meglio non dirlo ad alta voce però. Per non destare sospetti" Suggerì Cirilla guadagnando un ampio sorriso da sua maestà.

"Vostro padre era proprio fissato con i suoi cavalli. I due destrieri che mi ha regalato, sono stati scelti con la stessa cura che state mostrando qui adesso."

"Sì, passavamo ore nelle scuderie a selezionare i puledri migliori. I cavalli sono stati una costante nella mia vita ora che ci penso. Dovunque andassi, ci sono sempre stati. Ruben mi fu regalato quando ero molto piccola dopo la morte di mia madre, poi una sezione delle scuderie al mio sedicesimo compleanno, ho passato la mia infanzia praticamente a strigliare castroni. Quante volte Margaret si arrabbiava con me perché invece di stare in casa a praticare il mio ricamo, sgattaiolavo ad aiutare Emil!"

Cirilla scosse il capo, notando il profondo interesse di re Charles era interdetta se continuare o meno. "Scusatemi, vi sto tediando probabilmente."

"Continuate pure. Mi fa piacere sapere qualcosa in più sulla mia figlioccia preferita." Scherzò Charles e Cirilla, come se aspettasse una cosa del genere da troppo tempo, si aprì con il suo padrino, raccontandogli di come Emil l'aveva accolta sempre, senza cacciarla mai, nonostante fosse una reale e una donna.

A casa nessuno le faceva pesare quella parte di sé, era sempre stata libera. Aveva corso come un uomo, aveva aiutato i fattori con le pecore, aveva curato i paesani come un medico, aveva sfornato delizie per suo padre e i suoi ospiti.

Qui in Inghilterra le era stata riservata la stessa cortesia e temeva il momento in cui si sarebbe dovuta separare dalla comodità del palazzo inglese e dalla famiglia reale.

Erano stati comprensivi. Tristan le aveva già detto che non aveva intenzione di esserlo e questo la spaventava.

"Marcus vi amava tanto, Cirilla. Vi ha permesso cose che normalmente non sarebbero concesse ad una figlia di buona famiglia, ma questo vi ha fatto crescere e diventare una donna buona e coraggiosa. Dovete essere orgogliosa di lui e sono sicuro che lui lo sarebbe di voi."

[1]Måne - La Dea Luna [hs] - AU  - MatureΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα