(Capitolo 68) Io...sono...H.E.D.A (prima parte)

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ATTENZIONE: capitolo adatto per un pubblico adulto. I temi trattati sono attuali e  tosti perciò prima di leggere il capitolo siate in compagnia di un adulto. E se avete bisogno parlate con qualcuno...un parente o un amico...ma non tenetevi tutto dentro...condividete con qualcuno i cattivi pensieri… ripeto capitolo adatto ad un pubblico adulto. 

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[ LEXA ]

Due ragazzi erano fermi ad aspettare..quelli che loro chiamavano... i clienti...quando la videro passare...uno dei due diede una pacca sul braccio all'altro dicendo "eccola... quanto è gnocca...cazzo se me lo fa diventare duro, ogni volta…"  disse toccandosi il pacco

"Lascia perdere amico...non fa per te...quella non è una ragazza come le altre…" 

"Già...questo la rende ancora più sexy, cazzo…" disse guardandole il culo

"Guarda che quella è una che porta i pantaloni...non so se mi spiego… non la stuzzicare" 

Ma il ragazzo continuò a fissarla con la bava alla bocca "cazzo…me la sbatterei giorno e notte…" rise e aggiunse "ora vado da lei e gli faccio...vedere...chi comanda" 

L'amico tentò, invano di fermarlo, e poi si mise ad assistere alla scena che sapeva già essere divertente…

"Ciao bella! Senti...ti va, quando finiamo di "lavorare", di fare un giro sul mio uccello?" Rise toccandoselo

Lexa si fermò e si voltò...si mise a fissare il tizio che aveva osato rivolgerle la parola.

Lì nei pressi del nuovo locale della città….quello del famoso boss della mafia Diego Garcia...lo spacciatore che si arricchiva come un porco vendendo ai ragazzini la merda che aveva ucciso quel povero ragazzo nel parco. Era tornata lì...e aveva seguito uno degli spacciatori...uno di loro...e...alla fine era, diventata, una di loro… 

Lexa stava cercando di fare di tutto per entrare nelle sue grazie per poterlo fermare...e così controvoglia si era messa a spacciare per lui...ma poi H.E.D.A. riprendeva la roba dai ragazzini, li stordiva..riprendeva la roba e andava via e poi una volta a casa la buttava nel water… questo tutte le sere...

Lì era conosciuta non tanto come Lexa ma come  la ragazza, cazzuta, in nero...visto che vestiva sempre e soltanto di nero...nessuno le parlava... i ragazzi erano intimoriti da lei…la guardavano questo sì..ma nessuno si era mai avvicinato...questa era la prima volta…Lexa sollevò un sopracciglio e continuando a fissare quella specie di ragazzo super trasandato… uno di quelli che non ha speranza con nessuna ragazza tranne con quelle proprio o troppo ubriache per capire ciò che succede, o cieche o disperate...ma lei non era nessuna di queste cose…

Si avvicinò a lui e fece una cosa che il ragazzo non si aspettava...gli mise la mano sul volto, come a fare una carezza...il ragazzo contento si mise a ridere perché aveva preso questo gesto per un sì...ma subito dopo sentì un fortissimo dolore alle palle e non solo...Lexa le aveva dato una ginocchiata proprio lì...spalancò la bocca, fissandola...a quel punto Lexa sorrise e mentre lui si piegava un po' in avanti per il dolore, lei sussurrò al suo orecchio "no, grazie" dettò ciò lo lasciò lì a terra dolorante…e se ne andò via…

L'amico del ragazzo si avvicinò ridendo come un matto… "ahahahah...le hai prese fratello...aspetta, aspetta...com'era? Ah sì! adesso le farò, vedere, chi comanda...ahahahah certo come no...e invece è stata lei a farti, vedere, le stelle...ahahahah…"  

Lexa si mise nella sua postazione...un muretto per di più isolato...e si mise a fare ciò che di più odiava al mondo...rovinare la vita ad un'altra persona...aveva le tasche piene di piccoli pacchetti di droga...lo scambio con il "compratore" avveniva tutto così velocemente...un piccolo scambio...sacchetto con soldi...il tutto con un semplice tocco di mani...poi il compratore si allontanava...c'era chi consumava subito la roba nel locale...dove però ancora lei non poteva entrare e per quelli non poteva far nulla, e questo la rendeva nervosa...e poi c'erano quelli che invece si allontanavano per consumare altrove. Quelli erano i suoi preferiti...perché riusciva a stordirli per poi recuperare la roba in modo che loro non la potessero usare...

The warrior in blackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora