(Capitolo 50) Essere "diversi", esseri umani. (Prima parte)

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[ LEXA ]

Nei giorni successivi…

Dopo quanto era successo, il misterioso personaggio, era tornato ai suoi soliti giri notturni…c’era poca gente in giro.

Dopo la chiacchierata con Clarke, Lexa non pensava ad altro che alle sue parole… “questo non è amore...questo non è amore”

Sapeva, in cuor suo, che Clarke aveva ragione. Ma non riusciva a trovare una soluzione. Voleva continuare a passare il suo tempo con Clarke ma nello stesso tempo lasciare definitivamente Costia non avrebbe portato a nulla di buono. Sapeva che se l’avrebbe fatto si sarebbe vendicata. Si sentiva in trappola. 

Si mise a correre per schiarirsi le idee.

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[ LINCOLN ]

[Un ora prima...]

Lincoln era appena uscito dalla palestra di Titus, dopo aver finito uno degli addestramenti. Titus aveva da fare, così aveva chiesto a lui di fare la chiusura. 

Una volta fatto... si ritrovò circondato da sei ragazzi. 

“hey cioccolatino” disse uno dei sei prendendolo in giro per il colore della pelle, facendo ridere gli altri 

“ragazzi sentite questa...cosa dice madre natura guardando un negro?...minchia lo bruciato” disse un altro e di nuovo tutti a ridere 

Lincoln mantenne la calma, non voleva guai “ok ragazzi è stato divertente, ma adesso devo andare” disse cercando di allontanarsi 

Due di loro gli bloccarono la strada “tu non vai da nessuna parte” e uno dei due iniziò a spingerlo 

Lincoln indietreggiava “ok ragazzi datevi una calmata.” disse cercando di parare i loro attacchi senza interagire con loro più di tanto. Nessuno doveva farsi male. 

“quelli come te mi fanno schifo” disse uno dei ragazzi per poi darsi la mazza sulla mano segno che voleva colpirlo e l’avrebbe fatto. 

Lincoln cercò fra di loro un varco per poter scappare, ma non c’era. Sei contro uno, con tanto di mazze, fantastico, pensò. 

Poi quando meno se lo aspettava venne attaccato da due di loro…

Lincoln si difese alla grande ma uno dei due spazientito, probabilmente il capo della banda, disse agli altri “adesso basta! Prendetelo” 

Due di loro lo afferrarono per le braccia.

“tenetelo fermo” disse ancora, il capo. 

Lincoln non riusciva a muoversi, “lasciatemi, vigliacchi” disse…  non poteva più difendersi, era spacciato…

Mentre due di loro lo tenevano fermo, gli altri tre lo prendevano a mazzate. Iniziarono con calci e pugni...al viso, nel ventre, dappertutto. 

Lincoln resisteva, era abituato dagli allenamenti. 

Ma poi fu più brutto... perché passarono ad usare le mazze...continuavano a colpirlo...ancora e ancora…

Il capo della banda, quello che le mani non se le sporcava le faceva sporcare solo agli altri,  riprendeva tutto con il cellulare. 

“sai quanti follower avremo? Migliaia...” disse ridendo come un sadico 

Continuavano a colpirlo...ormai di Lincoln non restava molto… “bast…basta...vi...vi pre ...go...” biascicava in una pozza di sangue…

Continuavano a colpirlo senza sosta e urlavano contro, oscenità come “negro di merda” e anche “sono i negri come te a rovinare questo mondo, fate schifo” e ancora “quelli come te meritano una lezione”

The warrior in blackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora