more punctual than stark on his best day

192 25 10
                                    

Il mio iced coffee non aveva nulla di speciale. Era un semplicissimo caffè amaro, con tre cubetti di ghiaccio e uno schizzo di latte. Eppure, lo stavo fissando da circa dieci minuti, con la testa appoggiata contro la mano destra e la sinistra che tracciava ghirigori casuali sulla superficie di legno.

Io e Bucky, la sera prima, eravamo rientrati molto tardi. La Torre era muta e l'unica persona che avevo trovato sveglia era Natasha, che si stava scolando una bottiglia di vodka da sola. Le chiesi come si sentiva, mi rispose, presi un sorso della sua Russian Standard e poi la salutai. Volevo dirle di più, visto e considerato quello che mi aveva confessato mentre eravamo in quella cella, ma c'era anche Bucky con me e, ad essere sinceri, volevo parlarle a quattr'occhi.

Per via di forze maggiori quali incubi e simili, l'ammontare delle mie ore di sonno fu due. Due ore di sonno infernale, aggiungerei. Quindi, ero andata in cucina, mi ero preparata l'iced coffee e adesso ero lì, a fissarlo con particolare interesse.

Chiusi gli occhi con un leggero sospiro, sperando di riuscire ad addormentarmi seduta al tavolo.

"Buongiorno, mia cara Zelda!" esclamò mio fratello, da qualche parte dietro le mie spalle. Sgranai gli occhi, spaventandomi così tanto che rischiai di cadere dalla sedia e rompermi l'osso del collo.

Spinsi via il bicchiere pieno di caffè e incrociai le braccia sul tavolo. "Sei così dannatamente rumoroso e fastidioso." mi lamentai, per poi appoggiare la fronte contro gli avambracci e chiudere gli occhi.

Lo sentii passare di fianco a me, oltrepassando il tavolo e fermandosi qualche metro più avanti. Presunsi che si stesse preparando anche lui il caffè. "Su con la vita! Non è mica morto qualcuno!"

Sospirai ancora. Effettivamente era morto qualcuno, ma Easton non la conosceva neppure Meg. Non la considerava neanche una sorella, con molta probabilità. E forse nemmeno io potevo considerarla tale, dopo tutto quello che aveva fatto e che stava architettando. "Forse no," dissi a bassa voce, riaprendo finalmente gli occhi. "Mettiti una maglietta, Cristo. Capisco che vuoi sentirti attraente anche da centoquattrenne, ma almeno la decenza basilare. " proseguii a voce più alta quando mi resi conto di star fissando la schiena nuda di mio fratello.

"Dai, ha ragione, East." esordì qualcuno dietro di me.

Appoggiai la mano allo schienale e ruotai il busto. Rogers. Ma certo, avrei dovuto capirlo già dal giorno prima. I sintomi pericolosi di allegria ed euforia di mio fratello non erano un caso. "Sto via per qualcosa come una giornata e succede questo? Qualcuno ha bisogno di risistemare le sue priorità, Easton."

"Stai parlando di me?" cinguettò mio fratello, stringendo la moka con troppa energia. E fidatevi, per come era appena uscito dalla criostasi, ne aveva parecchia di energia.

"Certo che parlo di te, deficiente. Di certo non parlavo di una persona che si trova nel ventunesimo secolo da quasi dieci anni."

"Siamo o non siamo nel 2020, l'era della novità e del progresso?"

"Si può sapere che diavolo che cosa mi rappresenta questo, adesso?"

"Boh, l'ho sentito dire parecchio in TV."

Tornai a guardare Steve, che si mise a sedere di fianco a me. Almeno lui aveva la decenza di indossare una canottiera. Questo non toglieva che trovavo strana la dinamica fra Easton e Steve. Non avevo mai pensato che sarebbero potuti essere compatibili, specialmente quando si conoscevano a malapena anche nel lontano ventesimo secolo. "Mi hai rotto il fratello." cercai di coprire il mio sbadiglio col dorso della mano.

"Qua ti sbagli. La maratona di televisione e pubblicità è stata gentilmente fornita da Sam e Clint." mi corresse il Capitano,  alzando le mani in segno di resa.

𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]Where stories live. Discover now