i don't wanna kill anyone

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Che Bucky stesse fingendo di essere il Soldato d'Inverno, a questo ci ero arrivata. Bastava osservare la lucidità nelle sue pupille, i leggeri cambi di espressione che solo un occhio fine avrebbe intercettato, lo sguardo non perfettamente fisso su un singolo punto, le mani dietro la schiena che non erano parte del programma standard. Ma il resto dei presenti nella stanza era troppo occupato a confabulare per notare certe cose.

E quindi l'HYDRA non sapeva della procedura in Wakanda. Questo era un punto a nostro favore.

Alzai lo sguardo, in quanto ancora costretta al suolo. I paraginocchia rinforzati in Vibranio non stavano contribuendo alla comodità della mia posizione. "Quali sono i tuoi ordini?" sussurrai a Bucky, con il tono di voce più basso che potessi avere.

Mi lanciò un'occhiata e poi spinse il petto in fuori, rimettendosi dritto. "Vogliono solo spaventarti. Nessun ordine di... uccidere, o ferire." rispose esitante, mantenendo lo stesso tono.

Stava attraversando un periodo più difficile del mio. Se io ricordavo tutte le mie vittime sin dall'inizio, Bucky no. I ricordi stavano riaffiorando nella sua mente soltanto adesso, ed era doloroso, oltre che opprimente. Anche se per finta, rivestire il ruolo del Soldato d'Inverno era un peso ancora troppo grande. Il suo passato continuava a tormentarlo, e stavolta non soltanto negli incubi. Ricordava, proprio come me.

"La macchina del tempo?" proseguii, abbassando la testa quando sentii lo sguardo inquisitore di Viper su di me. Una ciocca di capelli sfuggì dalla coda alta che portavo, coprendomi parte del viso.

"Non riescono a farla funzionare."

"Perché non ci uccidono adesso?"

"Perché forse abbiamo ancora una qualche utilità per loro."

Mi morsi la lingua quando Meg smise di parlare con Zemo e Madame Hydra. Sentii i suoi passi riecheggiare e poi si fermò davanti a me. Sollevai la testa e, per qualche strana ragione, mi venne da ridere. Cercai di fermarmi, ma era impossibile. La situazione era ridicola, la mia posizione era ridicola, la farsa che doveva sopportare Bucky era ridicola, essere minacciata da tre persone (fra cui una quasi ottantenne) era ridicolo. Il ragazzo di fianco a me inarcò un sopracciglio, sfiorandomi lo stinco con lo stivale per farmi capire che dovevo smetterla.

"Sai, Meg," iniziai, riprendendo fiato. "Credevo che tu fossi l'unica famiglia che mi rimaneva dopo tutto questo tempo. Poi, è riapparso Easton – e a quel punto ero ancora più sollevata, perché potevo contare sui miei due fratelli. E poi cosa scopro? Che mia sorella, quella cresciuta con le storie della sua famiglia, che ha combattuto i Nazisti per anni, è una terrorista lei stessa. Puoi biasimarmi per le mie risate?"

"Te l'ho già detto: dovevo sopravvivere e ricominciare! Perché non puoi capirmi?" ribatté lei.

Ringraziai il cielo per il tempo che stavo guadagnando. Iniziai a concentrare nei polsi tutto il Vibranio che avevo nel corpo, sperando che riuscissi a rompere le fascette prima che qualcuno iniziasse ad accorgersi che il Soldato d'Inverno non era il Soldato d'Inverno.

"Potevi sopravvivere in altri modi: innanzitutto dovevi costituirti per aver ucciso nostro padre, tu che dici?" rincarai la dose, consapevole che quello sì che sarebbe stato un modo per tirare per le lunghe. "Oppure potevi cambiare città. Ci sono così tanti modi per lasciare indietro il passato e ricominciare da capo – e fra questi non c'è sostituire Schulz come capo dell'HYDRA."

"Tu non sai niente della mia vita prima dell'HYDRA, Zelda. Non farmi la ramanzina, perché non ne ho bisogno."

"Sicura? Per me hai un disperato bisogno di essere rimproverata da qualcuno con un minimo di esperienza in più."

𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]Where stories live. Discover now