a long night

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Three weeks later

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Abbassai il menù spartano che stavo leggendo pigramente e fissai Loki seduto davanti a me, che aveva la faccia di una persona che sarebbe voluta scappare a gambe levate. "Stai bene?" gli domandai, anche se la risposta già la sapevo.

"Quando hai detto che mi avresti offerto la cena, non credevo mi avessi portato in uno squallido posto Midgardiano come questo." rispose altezzoso, guardandosi attorno con aria quasi schifata mentre si abbottonava meglio i polsini della camicia nera.

Era vestito di tutto punto, con un completo nero fin troppo elegante che metteva in risalto la carnagione alabastrina. Io, al contrario, indossavo una felpa grigia con il logo degli Avengers sul petto, un paio di leggings e scarpe da ginnastica. Non era colpa mia se l'unico momento che potevo ritagliarmi per andare a correre erano o la sera o la mattina all'alba.

"È soltanto shawarma, Loki, niente di incredibilmente disgustoso." sospirai e mi alzai dal tavolo per andare ad ordinare direttamente alla cassa, come di consuetudine per i locali come quello.

Il Dio, seppure avesse decenni e decenni più di me, per un attimo mi parve un po' spaurito dall'essere lasciato solo per più di cinque secondi all'interno di un fast food della Terra. L'ombra di terrore che balenò nei suoi occhi verdi per un nanosecondo mi fece quasi scoppiare a ridere.

"Da bere?" mi chiese irritato il ragazzo dietro la cassa, notando che stavo temporeggiando.

"Uh, una Coca-Cola e..." mi guardai alle spalle e scrutai la figura di Loki, intento a non toccare troppo il tavolo unto. Cosa mai avrebbe potuto bere un essere divino snob come lui? "... e una Guinness. Grazie."

Tirai fuori dalle tasche due banconote stropicciate da dieci dollari e trattenni un sorriso. Ironia della sorte, sulle banconote da dieci dollari c'era proprio l'omonimo del mio legale. Ora che allungavo i soldi attraverso il bancone notai una vaga somiglianza perfino nel profilo dei due avvocati, ma scrollai le spalle e diedi la colpa alla suggestione. Dissi al ragazzo di tenere il resto come mancia e mi servii dal frigorifero, prendendo le bevande che avevo ordinato per poi tornare al tavolo.

"Guinness?" constatò Loki, interrogativo.

Gliela aprii grazie alla concentrazione del Vibranio sulla punta delle dita e alzai gli occhi al cielo. "La Guinness è una stout, Loki. Alto tasso alcolico, forte, un sapore che gli esperti, e non gli amatori come me, definiranno come determinato. Ti piacerà."

"Se era un tentativo di descrivere il tuo carattere, hai fatto centro," borbottò Loki, tirando fuori dalla tasca una fiaschetta e versandone un po' nella bottiglia. "Almeno adesso avrà veramente un alto tasso alcolico."

"Tanto non puoi ubriacarti lo stesso."

"Grazie, ci voleva l'ultracentenaria con origini Irlandesi per dirmi che ho bisogno di notevoli quantità di alcol per iniziare a comportarmi come un balbettante teenager senza cervello."

"Woah, non ti avevo chiesto la tua intera dose di eloquenza; tieni a freno la lingua, Loki. E comunque, non sono Irlandese. Come diavolo ti è venuta questa convinzione, adesso?"

Il suddetto mi gettò un'occhiataccia che non esitai a ricambiare prima di poter iniziare a sorseggiare la mia bevanda. Con mia grande sorpresa, il Dio non fece ulteriori commenti sulla birra. L'aveva corretta con un liquore Asgardiano, quindi doveva per forza avere un sapore perlomeno gradevole.

"Non lo so. Continuo a pensare che tu sia Irlandese." ribatté ostinato Loki, che per non si sa quale motivo aveva deciso di paragonarmi alla birra, quella sera.

𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]Where stories live. Discover now