stop lying

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"Come dicevo–, ahia!"

"Per la miseria, un po' di forza di volontà!"

"Ne ho avuta abbastanza, mi stai facendo andare a fuoco la tempia, John!"

"Non brucia così tanto, Alex!"

Mi appoggiai contro lo stipite della porta del bagno e continuai ad osservare il piccolo battibecco fra i due ragazzi. Aveva un che di domestico, che faceva sorridere in maniera spontanea. Bucky mi lanciò un'occhiata divertita e chiuse meglio le giunture del suo braccio di Vibranio.

"A volte dimentico che non sei abituato al disinfettante." grugnì il biondo, continuando a tamponare la ferita sulla tempia dell'altro.

"Come stavo dicendo," riprese Alexander per l'ennesima volta, stringendo i denti e fulminando John con lo sguardo prima di tornare a guardare me. "È successo tutto troppo in fretta: ho sentito come una spinta dal basso sollevare la macchina, che mi ha fatto perdere il controllo. Quando poi si è schiantata contro il muro, si è avvicinato un uomo che ha spalancato le portiere, mi ha afferrato per il colletto della camicia e mi ha trascinato dentro un angusto vicolo. All'apparenza somigliava ad una rapina qualunque, ma quando ho sentito il respiro venirmi bloccato con un fazzoletto imbevuto di chissà quale sostanza, ho capito che c'era altro."

"Cloroformio. L'ha mandata al tappeto per un paio di minuti." s'inserì Bucky.

"È riuscito a vedere l'aggressore in faccia?" chiesi, ma la risposta era così ovvia che non mi sorpresi.

"No, indossava una maschera in tessuto che lo copriva in viso completamente."

"Un passamontagna?" suggerì ancora Bucky, piuttosto incuriosito dalla mancanza di vocaboli dell'eloquente avvocato.

Hamilton annuì soltanto, allontanando la mano del suo ragazzo con un sibilo di dolore. Quest'ultimo contrasse la mascella e acconsentì a lasciar andare il batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante. Sospirai impercettibilmente e voltai la mia attenzione sulla ventiquattrore che giaceva al centro del salotto.

"Ma Zelda, come mai lei era venuta qui?" mi riportò alla realtà il mio avvocato, che si alzò dallo sgabello su cui era seduto per ricevere medicazioni e si infilò sotto il braccio di John per lavarsi le mani.

Osservandolo dallo specchio, feci un lieve sorriso e mi grattai la fronte. "Avevo una possibile pista per provare la mia innocenza, ma..." John intercettò il mio sguardo e schiuse appena le labbra per dire qualcosa. Anche Bucky se ne accorse, perché si accigliò e cercò di capire cosa fosse accaduto fra me e l'altro ufficiale dell'esercito, senza successo. "Ma forse ho trovato un testimone." dissi alla fine, e l'ex-agente HYDRA abbassò lo sguardo.

"Ottimo, ottimo. Ovviamente, avremo ancora bisogno di prove, quindi qualunque cosa abbia portato mi tornerà utile." replicò Alexander, ignaro di tutto poiché troppo impegnato a togliersi dalle mani ogni residuo del vicolo sporco nel quale era stato gettato con estrema delicatezza.

"Bene, allora le lascio la valigetta. Dentro ci sono il Libro Rosso ed un paio di rapporti missione che non ricordavo di aver stampato." spiegai, ma lo feci più che altro per lanciare un messaggio implicito a John.

"Esaminerò il tutto e le farò sapere al più presto. Mi invii tramite messaggio anche il nome del testimone che aveva in mente, così mi metterò in contatto con lui." Hamilton si asciugò le mani e spinse indietro alcuni riccioli rossi che erano sfuggiti all'elastico durante la 'colluttazione'.

"Se è tutto, allora noi andiamo." disse Bucky, accennando un sorrisetto e facendo due passi indietro.

"Non vi tratteniamo oltre. Jacky, ti spiace accompagnare la mia cliente e il suo fidanzato alla porta?" proseguì l'avvocato, sfoderando un sorriso che avrebbe convinto chiunque ad esaudire i suoi desideri.

𝒕𝒉𝒆 𝒆𝒏𝒅 𝒐𝒇 𝒕𝒉𝒆 𝒍𝒊𝒏𝒆 [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora