63. Palazzo

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Jimin non sa sinceramente cosa si aspettasse, nulla di buono. Questo è sicuro. Eppure, la convinzione che Yoongi lo avrebbe scacciato come se non contasse nulla, non lo aveva davvero preparato all'evento stesso.

Perchè mentre il mago lo guarda come fosse la peggiore feccia della terra, il re sente il proprio cuore esplodere dal dolore, non riuscendo ad accettare che la persona che più ama e che, è sicuro, ricambia il suo sentimento, adesso non possa fare altro che guardarlo con semplice disgusto.

La tristezza, la rabbia, il senso di colpa, si mischiano nel suo petto senza permettergli di respirare regolarmente. Ma è ciò che si merita, no?

È lui che, pezzo dopo pezzo, ha lentamente costruito quell'odio che ora riesce chiaramente a vedere nello sguardo del ragazzo dai capelli verdi. È lui che, con ogni singola azione commessa fino a quel momento, ha rinforzato quel sentimento che, sinceramente, non crede Yoongi abbia mai provato prima che arrivasse lui.

Il mago non aveva nemmeno mai detto una parola fuori posto nei riguardi di suo padre, la persona che aveva uscciso i suoi genitori, la persona che lo aveva privato di ogni cosa. Eppure, Jimin era stato così cieco di fronte alla realtà, non comprendendo ciò che era fin troppo chiaro a tutti, era stato così immaturo da non ascoltare nemmeno una parola di tutte le persone che gli avevano spiegato in mille modi come fossero realmente andate le cose, quanto assurde fossero le sue idee e le sue teorie nei riguardi di Yoongi.

Non aveva creduto a nessuno, nemmeno prima di cacciare il mago dal castello. Non aveva creduto nel verde quando gli aveva giurato di non aver fatto nulla, non aveva creduto nella sua fedeltà, quando gli aveva chiesto di essere liberato, non aveva creduto nella sua bontà, quando era sul punto di donargli ciò che più voleva.

Non aveva creduto in Yoongi, e queste sono le conseguenze di ciò che lui stesso aveva costruito giorno per giorno senza rendersene conto.

"Ascolta Yoongi, mi dispiace così tanto per quello che ho fatto, io..."

Jimin non riesce a trovare le parole, non può trovare le parole, per spiegare quanto si penta dei suoi errori, quanto non creda nemmeno in una parola di ciò che aveva sputato come un veleno sul viso del mago l'ultima volta che lo aveva visto.

Non riesce a parlare, e sa di star rovinando la sua unica possibilità di farlo, può vedere l'impazienza sul viso di Yoongi, la delusione negli occhi di Taehyung, dietro le spalle del mago.

Può vederlo, ma non può farci nulla.

Perché non è mai stato bravo ad aggiustare i suoi errori, questo è più che chiaro. Anzi, non ha mai dovuto aggiustare i suoi errori, perché nessuno si è mai opposto al principe, poi re di Aleor.

Ed ora, ora che ha un disperato bisogno di far comprendere quanto dispiaciuto sia, non sa farlo. Si sente come un bambino a cui non è stato ancora insegnato a parlare.

E sa di non poterselo permettere, vuole esprimere il suo dolore, il suo senso di colpa, ha un desiderio enorme di farlo. Eppure, non riesce; e a parlare, alla fine, è Yoongi.

"Non so cosa tu voglia dire, ma le tue scuse non hanno alcun valore, non per me perlomeno. Non so cosa ti abbia fatto pensare che fossi il benvenuto, se è stata una delle mie stupide lettere, per favore, dimenticala. Sono solo le sciocche parole notturne di un innamorato che è stato abbandonato. Non puoi dare credito a ciò che viene detto durante la notte, quando nessuno ascolta e permetti di scatenare i più profondi desideri che, alla luce del giorno, sono cose che sai fin troppo bene non vanno bene per te."

Sono coltellate, vere e proprie coltellate al petto del re che, tremando, stringe i pugni per non mettersi a piangere lì di fronte al mago, infilando le sue stesse unghie nella pelle delle sue mani.

"Ti amo."

Quelle due parole sono l'unica cosa che sembra sufficentemente reale al castano per essere pronunciata, sono l'unica verità, l'unica certezza che ha nel cuore.

Ma non hanno l'effetto desiderato, perchè sul viso del ragazzo dai capelli verdi appare un sorriso finto, di chi non può credere ad una parola di ciò che sta sentendo.

"Sono sicuro che sia così, ma il modo in cui lo dimostri lo fa sembrare più che altro disprezzo."

E Jimin non sa cosa rispondere, perchè è vero. Non c'è modo migliore di descrivere la loro relazione.

"P-Permettimi di dimostrarti il contrario. Ti amo Yoongi, devo solo impare a farlo correttamente."

Yoongi ride, una risata che sembra la più sincere che gli abbia mai sentito fare. Come se le sue parole fossero state una battuta incomprensibile che suscita la derisione.

"E perché dovrei farlo? Anzi no, come dovrei farlo? Pretendi forse che io torni a palazzo? O ancora meglio, pretendi che io torni ad essere uno stupido medico di corte? Non se ne parla Jimin, non rinuncerò a nulla per te, soprattutto non alla realizzazione della mia natura. Sono libero di praticare la magia qui, non c'è nessuno che possa impedirmelo o bloccarmi, anzi, ho delle persone che mi aiutano a farlo. E sono così stanco di nascondere me stesso per una persona che non fa altro che sbagliare."

No, no, no, no. Non è questo ciò che Jimin stava chiedendo, non è questo ciò che Jimin merita, persino il re riesce a comprenderlo. Sa di non poter pretendere nulla, ma vuole dimostrare il contrario, vuole dimostrare di essere lì per lui, di volerlo sostenere ed aiutare in ogni modo. Così, parla senza pensare, concentrandosi invece sulla paura di perdere il mago presente nel suo petto.

"Permettimi di rimanere qui, farò tutto ciò che vuoi, ma dammi una possibilità."

Bread - YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora