41. Invitare

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Quando tornano a palazzo, Yoongi non sa esattamente cosa aspettarsi dall'accordo con il re, ciò di cui è certo, però, è che non avrebbe mai potuto credere a Jimin se il principe gli avesse detto che il re gli avrebbe fornito una stanza di tale bellezza, persino imparagonabile a quella che fino a qualche giorno prima aveva occupato con il castano a Cronos.

Aveva dovuto riflettere per qualche ora per arrivare alla motivazione dietro a quel gesto così inusuale: il re lo aveva fatto per rispettare l'etichetta, un medico di corte deve avere una camera degna di tale titolo.

E quando quella realizzazione è arrivata, non ha potuto fare a meno di sorridere soddisfatto, prima di tutto perché il letto su cui è sdraiato è troppo comodo per permettere all'occupante di provare qualunque sentimento negativo, secondariamente perché, per la stessa ragione, il re lo avrebbe dovuto trattare a tutti gli effetti con cortesia, per mantenere le apparenze di fronte alla corte che, altrimenti, avrebbe sparso strane voci in giro.

Certo, non è stupido, sa perfettamente che la sua posizione è incredibilmente instabile e pericolosa, e sa che insieme a tutte le nuove e strane libertà, rimangono ancora numerose costrinzioni a cui non può sfuggire, eppure, la gioia di aver ottenuto anche solo un po' di quella felicità che aveva bramato così a lungo, accompagnata dalla costante presenza di Jimin, lo fa sentire sollevato, come fosse posato su una morbida nuvola che, anche se per qualche secondo, gli permette di essere entusiasta.

A questo però, si accompagna sempre un continuo indizio della sua reale condizione perché, se adesso può girare liberamente nel palazzo, non può lasciarlo, e se adesso può incontrare tutte le persone che avevano sempre circondato Jimin sin dall'infanzia, può farlo solo con la supervisione di Wonho che, in mancanza del principe, è sempre al suo fianco.

La guardia è ormai sua amica. Certo, di solito è praticamente solo Yoongi a portare avanti le conversazioni, ma spesso lo vede sorridere lievemente alle sue parole e, occasionalmente, ottiene anche delle risposte da parte sua. Nonostante questo, può vedere dai piccoli gesti del ragazzo come, in realtà, ci tenga anche lui al loro rapporto. Quindi no, il problema non è più la semplice presenza di Wonho, ma il fatto che sia lì in quanto guardia, e non amico. Le due cose a volte combaciano, ma il moro è sempre lì per una ragione, quella di controllarlo sotto ordine del re.

Yoongi sospira stancamente, portandosi una mano sugli occhi per provare a bloccare la lieve luce proveniente da una candela vicino al suo letto e, mentre fa questo, si ricorda ancora una volta che, in questo momento, davanti alla sua pronta si trova Wonho, che gli sta facendo da guardia perchè costretto.

Così, si alza dal letto con passo affaticato, causato dalla stanchezza del viaggio di ritorno, senza nemmeno fare in modo che i suoi capelli siano neri. È da quando ha messo piede nella sua stanza che la magia è stata annullata, e non ha alcuna intenzione di riproporla se non si ponga il rischio di incontrare qualcuno che non conosce il suo segreto.

Cammina verso la porta, aprendola con una lentezza estenuante e, una volta fatto, afferra il braccio di Wonho per tirarlo nella sua stanza senza troppe cerimonie. La guardia sgrana gli occhi solo per un secondo, ormai abituato allo strano comportamento di Yoongi e, una volta dentro, alza semplicemente gli occhi al cielo, osservando la piccola figura del mago di fronte a lui.

"Cosa c'è?"

"Mi annoio."

La guardia non può fare a meno di ridacchiare, bloccandosi subito dopo e cercando di raddrizzare la sua postura per assumere la sua posizione intimidatoria.

"Sai, dopo un viaggio durato dei giorni, dovresti volere solamente riposo, invece no, mi costringi a stare qui a farti compagnia come se non mi aspettasse una lunga nottata di guardia e a te una lunga mattinata di noiose incombenze."

Yoongi sorride, ignorando del tutto le lamentele della guardia che sa per certo non siano per nulla veritiere, e sedendosi invece sul suo enorme e soffice letto, invitando Wonho a fare lo stesso. Il moro esita solo per un istante, combattuto dal suo senso di etica del lavoro, ma quando si ricorda che non sta controllando nessuno, perchè il qualcuno che dovrebbe controllare e più che inoffensivo e, per giunta, suo amico, lo segue, posizionandosi al fianco del verde con la stessa identica espressione di prima.

Poi, il mago inizia a parlare, senza mai raccontare nulla nello specifico, in fin dei conti non può aver vissuto molte esperienze avendo passato la sua intera esistenza chiuso in una stanza, ma con un entusiasmo per la vita che, Wonho, si rende conto, manca a molti degli esseri umani che conosce.

E quando ormai è notte fonda, la porta della stanza di Yoongi si apre, e dietro essa appare un Jimin dapprima preoccupato, probabilmente per la paura che la sua presenza venga scoperta nella stanza del mago ad un orario così sconveniente, e poi sorpresa, per la presenza della guardia.

"Wonho, cosa ci fai qui?"

Il mago si alza immediatamente dal letto, avvicinandosi a Jimin e sorridendogli leggermente, senza però abbracciarlo come avrebbe fatto se non fosse stato per la presenza della guardia.

"Potrebbe farti la stessa domanda Jimin."

La guardia si ritrova a ridere per la risposta sfacciata del mago, alzandosi anche lui dal letto per avvicinarsi ai due ragazzi nella stanza.

"Vi lascio da soli Sua Altezza."

E come era entrato, esce senza dire nient'altro, lasciando Yoongi e Jimin completamente da soli nella stanza. Il mago abbraccia immediatamente il castano, sorridendo quando sente le braccia del principe stringere la sua vita con forza.

"Cosa ci faceva qui?"

"L'ho inviato io, mi stavo annoiando e non ero certo che saresti venuto."

Jimin sbuffa, strofinando la fronte sulla spalla di del verde come fosse un ragazzino.

"Beh non invitarlo più."

Una delle mani di Yoongi va immediatamente ad accarezzare i capelli del castano, ridacchiando alle sue parole che lo fanno tanto sembrare quel bambino che aveva conosciuto tanti anni prima.

"Sei per caso geloso Jimin?"

Sente il principe sorridere sulla sua pelle e, quel semplice gesto, fa battere più velocemente il cuore del povero mago.

"No, ma anche se lo fossi avrei ogni diritto di esserlo."

Dopo quelle parole, i due rimangono in silenzio per qualche istante, continuando a stringersi l'uno all'altro con forza.

"Domani mattina ci saranno degli incontri per conferirti il titolo, e subito dopo penso che saremo costretti a vedere Hoseok, sono andato a trovarlo prima di venire da te e si è offeso per il tuo mancato saluto non appena arrivato."

Yoongi sorride ancora, incapace di togliere quella stupida espressione dal suo viso in compagnia del principe, ed annuisce leggermente, già ansioso per la giornata che lo aspetta.

Bread - YoonminWhere stories live. Discover now