Se Mi Guardi Mi Arrendo -IN R...

Bersagliera92 द्वारा

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Alissa Milton una ragazza di 18 anni stronza e ribelle o almeno e ciò che vuol far credere di se stessa da qu... अधिक

PROLOGO
The Start of my Life! ♡
Uno scontro Inaspettato
Mi ritorni in Mente
Un attrazione sbagliata
Un mare in tempesta
I'm here
Una scossa al cuore
Occhi dentro Occhi
Un chiodo Fisso
Tra le tue braccia
Molto più delle mie aspettative
Una bellezza disarmante
Insopportabile
Un senso di colpa
Un bacio inaspettato
sex on love?
Tu sei mia
Senza controllo
Un'amicizia Impossibile
Un vero Coglione
Uno di Troppo
Un gioco sleale
Parole di ghiaccio
Due calamite uguali, a volte si respingono
Ho bisogno che tu Rimani!♡
Se riuscirei ad Odiarti
Inevitabile
Voglia di te
Noi un incastro Perfetto
Un attimo di felicità
La paura a volte può fotterti il cervello
Resta Ancora un Po'
Alcune Mancanze ti soffocano l'Anima
Io e te, il resto del mondo l'ho scordato.
Oltre i Limiti
Quel disperato Bisogno che ho di Te
Un cuore in mille pezzi
Facevano L'amore solo a guardarsi
Ammaliato da tanta Bellezza
"Ciao..River!"
Contro la Tua volontà
Ad un Passo da Te
Se fosse tutto Magnifico
Se solo fossi Mia
Ci perdiamo per poi riprenderci
Sì mangiavano di Desiderio
Un inferno Indimenticabile
Nella Follia più Assoluta.
Baciami! né ho Bisogno!
Per una Volta
Solo per una Notte
Senza te
Una tempesta su di Noi
Un tunnel senza via d'uscita
Un legame indissolubile
Finalmente Qui!
Il confine di un'attimo
Estremamente Complicati
Il nostro perenne Equilibrio
"Alla nostra..River"
Un incessante Desiderio
Tu! la mia unica Forza
Non so Spiegarti il Perché
Finalmente a Casa
Bruciare Per Te
Un'unica Dipendenza
Troppo distanti !
AVVISO
Fuori Controllo
In netta collisione
Sotto il tuo sguardo
Un antidoto Naturale
Tienimi per mano
In continua distruzione
Nonostante tutto
Tu mi appartieni
Mi salvi un attimo prima, che tocchi la terra
Guardami negli occhi, anche quando non parlo.
Siamo Uguali, fatti degli stessi Mali
Come a dirti, io ci sono. Come a dirmi, sarò sempre qua!
Stringimi la mano, portami lontano
Inesorabile
Per la prima volta!
In equilibrio su di Me
Il silenzio è oro, ma se lo sprechi è zero
Copertina
Gli sguardi come oceani, gli abbracci come Ancore.
°Ad un passo da perdere Te°
●Due Puntini Da Lontano●
Cascare nei tuoi occhi
Un respiro si toglie solo se il Cuore ti batte di piu!
Dove sei tu, quella è Casa.
Avviso!
Il posto in cui Tornare
Un posto per l'eternità
Veleno e Antidoto
La ferita che nessuno ha mai curato
Ciao Brother
Un Amore complicato
L'anima in pace.
Mai senza Te
Tienimi con te
Epilogo
Avviso
Avviso!

Sei la mia Cura, e la mia Dannazione

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Bersagliera92 द्वारा

●○Mi scuso per il ritardo 🙏.
La storia non è finita, sono stata impegnata con la mia vita, ma adesso Eccomi qua 🙋‍♀️.

Sicuramente ci saranno degli errori ortografici, segnalate con un commento ○●

Erano passate ore, da quando ci avevano portato in quella cazzo di caserma, ore che ci trovavamo seduti su quella sedia, davanti agli occhi azzurri come l'oceano, è freddi come il ghiaccio del Tenente.

Ormai era notte fonda, lo notai dalla vetrata dietro le spalle di quello stronzo, il cielo nonostante fosse dicembre, era tappezzato di stelle che accarezzavano l'intera città, ma creando un netto contrasto con il buio di quella notte.

Un po' come la persona su cui ero seduta da un bel po' .

Bello e dannato, sempre cosi Tenebroso, con quei occhi scuri da mettere i brividi, la sua pelle disegnata da quei tatuaggi, l'aria di chi era sempre incazzato con il mondo, ma quel sorriso che andava contro il suo modo di essere, che appariva così raro su quelle labbra che sembravano essere fatte apposta per quel gesto, così bello da fottermi ogni volta.

Quel ragazzo era un contrasto Spettacolare, esattamente come quel cielo. Ed io non riuscivo a fare a meno di innamorarmi sempre più.

Ma d'un tratto sentii il suo corpo irrigidirsi, la sua mano chiudersi in un pugno ferreo. Tutto quello mi fece tornare alla realtà, dove non c'era nemmeno l'ombra di un sorriso sulle sue labbra, le stesse che erano strette tra di loro, quasi a trattenere qualcosa che sarebbe esplosa da lì a qualche secondo.

L'aria in quella stanza era abbastanza pesante, al tal punto da non poterla sopportare, da alcuni minuti regnava il silenzio più totale, e le mie orecchie sentivano solo il fruscio di alcuni fogli che il tenente non smetteva di muovere.

Era al quanto snervante.

Christian era abbastanza teso, non smetteva di fissare la persona davanti a lui, senza sbattere le palpebre, nemmeno per un fottuto secondo. Molto probabilmente stava facendo uno sforzo al di fuori delle sue possibilità per non reagire, né ero più che sicura.

Quello stronzo in divisa, non aveva fatto altro che metterlo in difficoltà, e di riempirlo di domande fino a quel momento, forse con la speranza di farlo cedere. Ma sapevo che Chriss reggeva bene quel tipo di situazioni, e non ne sarebbe uscito sconfitto.

Per la prima volta apprezzai quel lato del suo carattere, che in altre occasioni avevo odiato a morte.

Spostai lo sguardo sulle mie gambe, dove le sue mani erano ben strette , quasi in un gesto di possesso, mentre quei stupidi braccialetti che ancora aveva legati ai polsi erano così freddi a contatto con la mia pelle, da procurarmi dei brividi.

Uno sbuffo lasciò le mie labbra, stufa di quella situazione. Non meritavamo affatto ciò che stava succedendo, Chriss non lo meritava.

Non avremmo dovuto restare lì dentro nemmeno un minuto in più, sapevo bene quanto gli costasse tutto quello. Era stato costretto ad abbassare ogni difesa, ad esporsi in quel modo sotto ai miei occhi, a restare seduto su quella maledetta sedia senza nessun potere, senza nessun controllo su ciò che sarebbe potuto succedere, e quello lo faceva andare in bestia .

E per fargli capire il mio sostegno, che io ero lì con lui, e ci sarei stata in qualsiasi caso, feci scivolare la mia mano sulla sua.

Pelle calda, contro pelle fredda.

Lui non si voltò, non mi dedicò nemmeno un secondo del suo sguardo , ma intrecciò le sue dita alle mie.

"Come vi ho già detto RIVER, dovreste avere un atteggiamento consono in mia presenza!"

"Vuole aggiungere qualcos'altro sul mio conto? Non so di avere la mia ragazza sulle gambe, che avete portato qui senza un fottuto motivo?" Lo provocò ancora una volta, ed io strinsi le dita contrariata.

"Riusciresti a difenderti, River?" sbarrai i miei occhi, non credendo a ciò che avevo sentito.

"Assolutamente! In questo ufficio del cazzo la temperatura è al quanto bassa, e lei e mezza nuda, credo se ne sia accorto no? Ma se vuole peggiori ancora di piu la mia fedina penale, che fa già abbastanza schifo, non ho nessun problema! "

"Non credo sia né il momento, né il luogo adatto per mostrare la tua parte romantica, e tanto meno di fare lo spavaldo, River!"

"Non credo nemmeno che il suo ruolo consiste nel guardare le sue gambe, invece della mia cazzo di faccia!" rispose brusco, ed io avrei preferito sparire che essere la causa di quello stupido battibecco.

Sentii gli occhi del tenente percorrere ogni centimetro della mia pelle, così lentamente da provare disgusto. Ma poi finalmente li spostò su Chriss.

"Stai facendo una grandissima cazzata nel provocarmi!"

"davvero?" disse sarcastico.

"la cazzata la stai facendo tu bel guardare qualcosa che non ti appartiene" continuò duro, definendo ancor di più ogni lineamento del suo viso, per quando fosse incazzato.

"Sig.na Milton si accomodi sull'altra sedia, e si tolga quella maglietta. Abbiamo già perso fin troppo tempo" Tentai di alzarmi, ma Chris strinse la presa impedendo ogni mio movimento.

"Sono io ad essere accusato, non lei. Perciò chiami qualcuno che la venga a prendere, e dopo possiamo fare ciò che vuole Tenente"

"Dovrebbe rilassarsi River, non è nella posizione di poter dare degli ordini, qui sono io che decido, e tu non puoi restare a petto nudo nel mio ufficio."

"Alissa deve tornare a casa!"

"certo! Sarò io stesso ad accompagnarla, mentre posso dirti con certezza che tu resterai qui tutta la notte RIVER. In fondo niente che non hai già fatto"

Chris distese il suo braccio su quella scrivania, prima di far aderire un pugno su di essa.

Ed io istintivamente poggiai ancora una volta le mie mani sulle sue, doveva calmare quella rabbia.

"Chris!" Si voltò verso di me, con il suo sguardo cupo. Molto probabilmente avrebbe voluto uccidermi. Ma io ignorai quella sensazione, e mi rivolsi a quello stronzo che da ore ci stava trattenendo in quelle quattro mura.

"perché deve restare qui?"

"Sig.na Milton anche se lei non vuole firmare quella deposizione, il suo ragazzo è comunque sospettato di omicidio"

"Cristo! È una fottuta stronzata" Chriss mi spostò bruscamente dalle sue gambe, nello stesso istante che quelle parole uscirono dalla sua bocca.

"non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non avete le prove per accusarlo" ormai avevo perso ogni controllo, persino il rispetto che avevo cercato di mantenere fino a quel momento per una persona che non lo meritava affatto

"Forse non conosce molto bene la persona che è al suo fianco Signorina. È risultato positivo al test dell'alcool, in più è gia stato arrestato per aver causato un incidente, e la morte di un suo amico, e tante altre cose che non sono ritenuto a dirle. Perciò mi faccia fare il mio lavoro senza doverle dare ulteriori spiegazioni"

"Tu non sai un cazzo!" sbraitò chriss alle mie spalle, era furioso, molto probabilmente avrebbe fatto un macello, se solo si sarebbe fatto invadere dalla sua rabbia. Ma di una cosa ero certa, lui non centrava con la morte del suo migliore amico, né con quella ragazza.

Mi abbassai su quella scrivania, premendo i miei palmi contro di essa, per altro fottendomene della mia scollatura, e del suo sguardo sul mio corpo, in quel momento era l'ultima cosa che mi preoccupava.

"Lo faccia tornare a casa, sua sorella ha bisogno di lui. Per qualsiasi cosa torneremo qui!"

"NO!" disse categorico

"È UNO STRONZO!" Non sapevo nemmeno perché avessi perso il controllo in quel modo, e né riuscii a sentire ciò che quelle labbra mi stavano dicendo, senti solo il mio braccio venire strattonato, fino a trovarmi ad un solo centimetro dal viso di Chris.

"Che cazzo stai facendo? Dai un taglio a questa sceneggiata del cazzo, AL!"

"No!" cercai di liberarmi, ma lui strinse la presa.

"Vattene a casa!" indicò la porta, come se fosse lui a decidere.

"Se resti qua, lo faccio anch'io!" Alzò i suoi occhi al cielo infastidito dalle mie parole, odiava quel sentimentalismo, e in parte anch'io. Forse nella mia vita non avevo mai detto una frase di quel tipo, e in più non eravamo neanche una coppia, non eravamo più niente. Ma se lui era ne guai, io non lo avrei lasciato solo.

"Mi dispiace interrompere questa scena d'amore, ma signorina deve rispondere a delle domande, perciò si accomodi su quella sedia!" disse duro.

Era un incubo senza fine, e contro ogni mia volontà poggiai ancora una volta il mio sedere su quella benedetta sedia del cazzo. Nello stesso instante in cui Chris venne spinto indietro, quasi ad allontanarlo da me, ma restando sempre nella stessa stanza.

Alzai i miei occhi su quelli freddi del Tenente.

"Allora sig.na Milton, da quanto conosce Christian River?" deglutii cercando di rispondere a quelle domande senza agitarmi.

"Avevo sei anni"

"come vi siete conosciuti?" odiavo ricordare la mia infanzia, ma non avevo altra scelta dannazione!

"Io vivevo qui a Roma con i miei genitori, e lui era il fratello di una mia amica, e compagna di banco delle elementari!"

"Non frequentavate la stessa classe?"

"No, lui è piu grande"

"Ma il sign River è stato bocciato per ben due anni, come mai non frequentava quella classe?" Trattenni il respiro, pressata da quelle stupide domande.

"Non lo so! Dovrebbe chiederlo a lui" quei occhi azzurri fissarono per bene i miei, ed io a disagio portai la mano nei capelli, ma subito dopo lui si rivolse a Chris.

"Vuoi rispondere tu River?"

"Questo che cazzo centra con quello che è successo? Vuole farsi i cazzi miei Tenente?" lui sembrò non incassare il colpo, anzi mostrò un mezzo sorriso prima di riportare l'attenzione su di me.

"Allora signorina, lei frequentava spesso casa della sua amica?"

"Abbastanza!"

"E Christian era sempre presente?" cercai di ricordai quei pomeriggi, forse i migliori della mia infanzia.

"Alcune volte, ma non abbiamo mai giocato insieme o altro, se è quello che mi sta chiedendo. Chris odiava stare con noi"

"come mai? Avevate litigato?" un lungo sospiro lasciò le mie labbra.

"No! Semplicemente Christian odiava le bambine ,e tutti quei giochi rosa. Ora possiamo non parlarne?"

"perché la cosa la turba così tanto?"

"Non mi piace ricordare la mia infanzia, abbiamo finito?" dissi dura.

"No, ancora un paio di domande.
Ha mai visto Christian avere dei atteggiamenti bruschi, o violenti verso qualcuno?"

Sbarrai gli occhi nello stesso istante in cui afferrai in modo ferreo il bordo della sedia su cui ero seduta.

"No! Ero amica di sua sorella, come le ho già detto non passavamo molto tempo insieme"

"Mi ha detto che prima abitava qui a Roma, perché ha lasciato la città?"

"Mio padre aveva ricevuto un'offerta di lavoro a Firenze e ci siamo trasferiti!" Stavo davvero iniziando a stancarmi, di parlare della mia vita in quel modo.

"Quindi vuole dirmi perché si trova di nuovo qui a Roma?"

"Sono stata assunta per uno stage di sei mesi, nell'azienda del Signor River"

"e del suo ragazzo!" precisò come se volesse insinuare qualcosa, che mi fece arrivare il sangue dritto al cervello.

"Non sapevo nemmeno si chiamasse in quel modo, venivo da un momento difficile della mia vita, perciò non ero stata nemmeno io a mandare il curriculum!"

"E stato lì che ha incontrato di nuovo Christian?"

"No! Vivevo a casa sua, e di sua sorella.! "

"Quindi ha passato molto tempo in sua compagnia, o nemmeno allora Christian gradiva la sua presenza? dato che poi e diventata la sua ragazza." portai le mie mani sul viso, dovevo trattenere ogni reazione o non avrei fatto altro che peggiorare le cose. Lo dovevo fare per Christian.

"Dove vuole arrivare con questo?"

"BASTA! Al, non rispondere più a queste stronzate. Vuole solo sapere se ti o messo le mani addosso, non e vero Tenente?"

Mi alzai dalla sedia al limite di ogni sopportazione, non volevo più restare lì dentro, né tanto meno sentire più una sola parola sulla mia vita, avevo bisogno di uscire, di far scontrare l'aria fresca di quella notte sul mio viso. Ma al contrario delle mie aspettative, risposi ancora una volta.

"Se è questo che vuole sapere, la risposta è No!"

"eppure a casa River, qualcuno ha dichiarato il contrario"

"Allora e quel qualcuno che dovrebbe interrogare!"

Un silenzio tombale riempì l'intera stanza, sentii solo il rumore dell'apertura delle manette di Chriss che liberavano i suoi polsi.

"Torni a casa River, sarà in libertà controllata, per qualsiasi cosa si tenga a disposizione, e non lasci la città"

Un sospiro di sollievo uscì dalle mie labbra, ma nello stesso momento Chriss uscì fuori da quell'ufficio come un fulmine.

Chriss

Incazzato

Nervoso

Furioso

Ecco come cazzo mi sentivo.

Ero stato chiuso lì dentro per troppo tempo, avevo trattenuto la mia rabbia al limite di ogni mia cazzo di capacità.

Un leone in gabbia.

E non appena lasciai quel posto di merda, affondai un pugno contro il muro.

Avevo un estremo bisogno di farlo, porca puttana!

"Chris!" Al suono della sua voce , ripresi a camminare, ignorando il dolore alle nocche.

Ma lei testarda com'era mi raggiunse, poggiando le mani sul mio petto.

"che cazzo ti prende?"

"Spostati!" sussurrai a pena

"No! Per quale motivo stai scappando? Siamo appena usciti da quella cazzo di tortura"

"Dovrei ringraziarti?"

"Sarebbe chiederti troppo!"

Azzerai ogni distanza, fermando il mio viso ad un solo centimetro dal suo

"Cosa cazzo dovrei ringraziare esattamente? Le tue tette, il tuo culo, o ogni centimetro di pelle che hai mostrato a quel bastardo, eeh?"

Ma lei al contrario di ciò che avevo immaginato, assunse uno di quei atteggiamenti che non fece altro che aumentare il mio giramento di coglioni.

Incrociò le braccia al petto, e assottigliò il suo sguardo

"Non siamo usciti da lì per questo, e dovresti saperlo!"

"Certo, perché tu credi che dire che io non sia una persona violenta o le altre cazzate che hai sparato, sia stato il motivo?"

"Prova a dire il contrario" afferrai il suo braccio nella mia mano, e in un strattone la portai ancora una volta contro il mio viso.

"Non ho bisogno che mi fai d'avvocato, dovevi restare fuori da tutto questo, e lasciare a me il compito di uscire da quella situazione di merda"

"Mi dici dov'è il tuo problema? Non sempre Christian River può avere tutto sotto controllo, e se per una dannata volta sono stata io a farti un cazzo di favore, non farne un dramma"

"Io, non ho bisogno dei tuoi cazzo di favori. Porca puttana!"

In modo brusco la spostai dal mio corpo e iniziai a camminare.

"SEI UNO STRONZO! Dovresti essere felice di trovarti qui, invece che in una cazzo di cella. Ma come sempre non fai altro che darmi delle colpe che non ho, non ti sei nemmeno reso conto quanto mi sia costato mentire davanti ad un cazzo di sbirro del cazzo, di parlare della mia vita di merda.  Ma forse aveva ragione lui, dovevi restare chiuso li dentro, non meriti un Cazzo di niente"

D'un tratto i miei piedi si fermarono, e in meno di qualche secondo raggiunsi il suo corpo.

"Prima di ogni altra cosa, non nominare più quel Bastardo del cazzo. Al, porca puttana sono stato accusato di aver ucciso una ragazza, di averti messo le mani addosso, di cosa cazzo dovrei essere felice? Di aver ottenuto grazie al tuo corpo una libertà controllata, eeh?" urlai così tanto, che sentii le vene sulla mia tempia pompare sempre di più.

"In ogni caso siamo insieme. E questo dovrebbe bastarti!" ammise in un sussurro

"Certo! portarti qui era il mio piu grande sogno erotico"

Alzò le sue sopraciglia non soddisfatta di quella mia frase del cazzo, e soprattutto per non aver ottenuto ciò che voleva.

Così cedetti.

"Sono le quattro del mattino, siamo senza una fottuta macchina nel bel mezzo di una città deserta, sono al settimo cielo non si vede?" dissi sarcastico, rispondendo a quella sua domanda non espressa.

"alcune volte sei così superficiale, che non riesci proprio a trovare il lato positivo. Perché non dimentichi per un attimo ciò che è successo?"

"Stai scherzando?" sputai fuori rabbioso, strattonando i miei capelli indietro

"No! Non puoi vivere così, sempre arrabbiato con il mondo, pronto a reagire ad ogni minima cosa. Devi smetterla di riempirti la testa di problemi, per una volta dovresti metterli da parte e prenderti del tempo per te stesso!"

"È una cazzata, Al! È una vita che sono pieno di problemi, li attiro come una cazzo di calamita. Come posso prendermi del tempo per me stesso, se abbasso la guardia anche per un solo istante, finisco dritto dietro a quelle sbarre del cazzo!"

Uno sbuffo lasciò le sue labbra, prima che continuasse quella sua stupida teoria su come avrei dovuto affrontare quel problema del cazzo

"sei cosi cocciuto!"

"A cosa servirebbe ignorare la realtà?"

"Non ti ho chiesto questo, ti sto solo dicendo di mettere in pausa quel cervello"

Tirai fuori il pacchetto delle mie sigarette, avevo un assoluto bisogno di calmarmi, e non appena né portai una tra le labbra, notai il suo sguardo fisso su ogni mio movimento.

"Che c'è?" chiesi con tono infastidito, ma non lo ero affatto, ero abbastanza presuntuoso da sapere quando gli piacesse la mia faccia, e il fumo che lentamente usciva dalle mie labbra.

"ti guardo per l'ultima volta, tanto ti sei già condannato per il resto della tua vita a vivere dietro a delle cazzo di sbarre, come le chiami tu" cercò di deviare il discorso.

un sorriso avvolse le mie labbra in modo al quanto inaspettato, e tutto quel peso che fino a quel momento avevo portato addosso sembrò alleviarsi.

"Sarebbe la miglior cosa, soprattutto per le persone che mi sono vicine!"

"Né sono sicura!" disse sarcastica, ma io non feci altro che perdermi in quel verde magnetico dei suoi occhi, prima di percorrere ogni centimetro del suo corpo.

Era bellissima, troppo per stare vicino ad uno come me

Ma tutto quello venne interrotto dalla mia t-shirt che fino a qualche secondo fa ancora indossava, che aderì violenta sul mio viso

"Cazzo, Al. Sapevi che avevo bevuto, che non ero a casa, e che avrei potuto fare qualsiasi cosa senza nemmeno rendermene conto. Perché sei ancora qua?"

"perché sono sicura che non centri niente, né con la morte di Luke né con questa ragazza, e non mi serve di certo un Tenente per capirlo!"

Non aggiunsi altro, nemmeno un fottuto fiato sembrò uscire dalle mie labbra,ancora una volta mi aveva spiazzato, come nessuno mai era riuscito a fare.

"adesso chiama Jack, non vorrai di certo fartela a piedi fino a casa, River?"

"l'idea è stata tua!" cercai di prenderla in giro

"Allora torna pure dentro, sono sicura che le brande di quella cella saranno comodissime"

Schiacciai la sigaretta sotto le mie converse prima di tornare a guardarla negli occhi.

"Ti mancherei troppo Milton!"

"Non ci sperare, idiota!" sorrisi di gusto, guadagnandomi una delle peggior occhiate da parte sua.

E così alzai le mani in segno di resa

"Dai muoviti!" aggrottò le sopraciglia

"Chiama Jack!" cercò di ordinarmi ma fallì non appena i miei occhi cambiarono colore.

"Non lo chiamo quel figlio di puttana, che non si è degnato nemmeno di portare il suo culo in quella cazzo di caserma per sapere cosa diavolo stesse succedendo"

"Chriss, non avrebbe mai lasciato tua sorella e il bambino da soli"

"Bhe io ora non ho nessuna intenzione di andare a casa, perciò se vuoi seguirmi, buon per te"

"dove cazzo stiamo andando?"

"a sfondarci di panini"

...

L'aria di dicembre si scontrava violenta sui nostri corpi, sentivo il profumo dei suoi cazzo di capelli che non facevano altro che ondeggiare, e il rumore dei suoi tacchi scontrarsi al suolo.
Eravamo io e lei da soli in mezzo a quella notte, dove tutto avrei potuto immaginare, ma non che finisse in quel modo.

Aprii la porta dell'unico posto aperto a quell'ora, e gli feci segno di entrare.

La temperatura calda di quel locale accarezzò la nostra pelle, e notai Alissa bearsi di quella sensazione stringendo le braccia intorno al suo corpo.

Mi avvicinai al bancone ignorando ciò che la testa da un paio di minuti non faceva altro che suggerirmi, e ordinai dei mega panini con la cotoletta, mentre lei si sedette al mio fianco su uno di quei sgabelli.

Ma non appena mi voltai per passarle il panino, notai dietro le sue spalle due ragazzini totalmente ubriachi che non facevano altro che ammirare cio che era mio, facendo dei stupidi commenti tra loro, quello non lo sentii ma potetti bene immaginarlo.

"da portare!" aggiunsi in modo cupo alla barista, ma Alissa afferrò il mio braccio.

"Stai scherzando? Fa un freddo del cazzo, restiamo qua"

Spostai lo sguardo irritato, e annui.

...

Divorai tutto ciò che avevo davanti in pochissimi minuti, e non appena poggiai il vetro di quella birra sul tavolo in modo al quanto brusco e violento a causa della rabbia che ancora faceva parte del mio cervello, notai le sue labbra farsi accarezzare da uno sbuffo.

"Perché devi essere sempre in questo modo, eeh?"
"Che vuoi adesso?"
"smettila di avere quella faccia da serial killer"
"come dovrei averla, se ti stanno fissando come due cazzo di pervertiti"

Incrociò le braccia, sorridendo a pena

"Di chi stai parlando?"
indicai alle sue spalle con il mento.

"Possibile che qualsiasi uomo sulla faccia della terra, mi guardi in quel modo? sei esagerato Chriss!"
"E tu infantile"
"Ti rendi conto del tuo comportamento?"
"Cosa cazzo dovrei fare?"
"Non di certo, quello che fai ogni volta!"

Non risposi.

"Ciao, Chriss!"
si alzò dalla sedia, ed io in modo istintivo afferrai il suo polso.

"Dove cazzo vai?"
Non dovevo peggiorare la situazione, e infatti dopo qualche secondo mi alzai anch'io.

"Usciamo da qua!" quello fu tutto quello che riuscii a dire.

Alissa

Non avevo mai pensato, e tanto meno lontanamente potuto immaginare che un giorno mi sarei trovata a vivere una situazione del genere, ma era pur vero che da quanto quel ragazzo era entrato di nuovo a far parte della mia vita, tutto era cambiato.

Io ero cambiata, o semplicemente avevo scoperto la vera Me.

Ritrovarmi coninvolta in situazioni che mai prima di allora avevo affrontato, al contrario di ciò che mi sarei aspettata non mi faceva nessuna paura.

E per quanto lui si sforzasse di farmi credere che tutto quello era dovuto a causa sua, io non ci credevo.

Forse lui era quello, ma anche tanto altro, ed io non avrei mai potuto rinunciare all'unica cosa bella della mia vita, all'unica che ancora faceva battere il mio cuore all'impazzata, e mi faceva perdere il comando del mio corpo.

Perderlo avrebbe voluto dire tornare alla mia vecchia vita, senza piu niente di illegale, di folle, di suo.
Ed io non ero piu disposta a farlo, quella era la sua vita, ma anche la mia.

Eravamo due ammassi di problemi, due anime nere.

Il vento soffiò contro il mio viso, ed io mi concentrai a guardare ciò che i miei occhi non avevano smesso di fare nemmeno per un secondo.

Le sue spalle rigide, la sua camminata felpata, ogni cazzo di cosa di quel ragazzo mi attraeva come una droga, la più potente.

Si fermò contro un muretto, dove strinse saldamente le sue mani in due pugni, ed io lentamente lo raggiunsi.

Forse mi ero sbagliata, c'era una cosa che mi faceva paura, e che non avrei mai capito come gestire, ed era il nostro rapporto.

"Sai, non so quanto sia stato giusto seguire te, invece che farmi accompagnare a casa in macchina al caldo, dal tenente" lo provocai.

I suoi occhi scattarono sul mio viso, che fino a quel momento non aveva nemmeno sfiorato.

"se volevi essere scopata come una puttana in una macchina della polizia, avresti dovuto farlo!"
mi avvicinai, poggiando il mio sedere contro quel muretto.

"Ormai le tue parole non mi fanno piu nessun effetto, River"

Non rispose, ma era ben evidente che era teso e stava trattendo ogni singolo respiro, cosi poggiai una mano sulla sua spalla.

"Che né è stato del fatto di rilassarti, e lasciarti tutto alle spalle?"

"Non ci riesco!"

"Non vuoi, che è ben diverso!" sottolineai.

le sue mani passarono tra i suoi capelli, prima di riportare lo sguardo sul mio.

"Tu non mi aiuti, odio il fatto di vederti mezza nuda, truccata e agghindata in questo cazzo di modo"
"Dovresti tranquillizarti ormai e quasi l'alba, e direi che il peggio e passato, mi hanno visto già tutti"

In un lampo mi ritrovai incastrata tra le sue braccia, stretta tra il suo corpo e quel muretto.

"mi stai provocando?"
"non mi permetterei mai!"
"Allora dacci un taglio, ti conviene"

sorrisi appena cercando di mascherare ciò che provavo davvero.

"Sei geloso di qualcosa che non ti appartiene, River!"

Ma da stronzo quale non smetteva di essere, ignorò le mie parole.

Non mi avrebbe dato nessun tipo di soddisfazione.

"Il tuo amico di banco in particolare, ha apprezzato molto ciò che gli hai mostrato!"
"Sono felice, in fondo e per lui che mi sono vestita così!" trattenni il labbro tra i denti, stava iniziando a piacermi quella situazione.

Ma pochi secondi dopo mi ritrovai le gambe attaccate alla sua vita, e la mia testa che osvillava dal bordo di quel muretto, dove lui mi stava spingendo ma senza mai lasciare il mio corpo che era incollato al suo.

Si era incazzato.

"Chriss! che cazzo fai??" quasi urlai.

"prova a ridire una cosa del genere e ti butto qua sotto senza alcun risentimento, stronza!"

"cosa dovrei dirti, che lo fatto per te?" stavo ancora cercando di stuzzicarlo, lasciando perdere il fatto di essere sospesa a centinaia di metri, e che la mia testa iniziava gia ad avverrire le vertigini.

Il suo sguardo nero come la pece si fermò dritto nel mio, senza spostarsi nemmeno un millimetro, ed io presa dal panico, afferrai la sua t shirt e mi tirai su, dritto contro il suo petto

"Cazzo!" ansimai contro il suo collo, prima di poggiarci la testa.

Per la prima fottuta volta nella mia vita ero riuscita a gestire la paura.

Le sue mani scesero sulla mia schiena fino a fermarsi sul mio fondo schiena.

Ed io avvolsi le mie, contro il suo collo.

Non c'era piu nessn tipo di distanza.

Eravamo finiti in una posizione illegale, non adatta per quel luogo per quel momento, per noi.

Lo sentii sospirare.

"dovremmo parlare seriamente per una cazzo di volta!" sputò fuori spostando il suo viso verso il mio.

"Era per questo che sono tornato a casa, ma adesso non mi sembra il caso!" indicò i nostri corpi, o meglio i nostri bacini attaccati, e subito dopo sentii le sue labbra sfiorare le mie.

"sei una droga Milton!"

le dischiusi.

"potrei dire lo stesso di te, River!"

La sua lingua si fece strada nella mia bocca, e la mia lo accolse fin da subito.

Non smettevano di sfiorarsi, di toccarsi, come se non avessero pututo farne a meno.

La sua mano si spostò sul mio viso, e per un attimo persi ogni tipo di lucidità, mi ero fatta invadere dal desiderio da non rendermi contro di nient'altro.

Nemmeno dei miei stessi movimenti.

Ma tutta quella magia svanì non appena lui iniziò ad allontanarsi, lasciando tutto il suo sapore nella mia bocca.

"sei dannosa milton, dovrei evitarti"

Non risposi, non avevo piu la forza per farlo.

E non appena le sue mani afferrarono i miei fianchi, e mi fecero toccare di nuovo il suolo,sentii il suo corpo stsccarsi dal mio, ma non i suoi occhi.

"abbassati quella gonna, e andiamo!"

Feci scivolare l'orlo della mia gonna sulle gambe, che erano fin troppo scoperte.

"Dove?'
"vuoi passare la notte qui?"
"se non chiami Jack, non vedo dove potremmo andare"
"dormiamo in albergo" disse nel modo piu naturale possibile.

Ma io deglutii nello stesso istante che una strana sensazione arrivò dritta allo stomaco.

"Niente sesso Milton, rilassati!"

Chriss

Il fumo della mia sigaretta si sprigionava nell'aria, mentre la nicotina si consumava tra le mie labbra, e la mia mente cercava di dimenticare ogni tipo di sensazione avevo appena provato.

Il rumore dei suoi tacchi mi distrasse dai miei pensieri, e mi voltai verso di lei il quale era qualche passo piu indietro.

"ti dai una mossa?"
"vaffanculo, non ce la faccio con questi cazzo di cosi ai piedi"
sorrisi mentre lei mi raggiunse.

"nessuno ti ha chiesto di metterli"
"vaffanculo" alzò il suo dito medio contro il mio viso, ed io scoppiai a ridere di gusto prima di tornare serio.

"Godo nel vederti soffrire per qualcosa che non dovevi assolutamente fare, ora cammina siamo arrivati!"
in fondo avrei potuto caricarla sulla mia spalla e trasportarla in quel modo fino in camera, fottendomene di chiunque ci avrebbe visto.
Ma non l'avrei fatto, non lo meritava, e non potevo toccarla, non di nuovo.

Mi diressi alla reception dell'hotel, dove chiesi una camera per la notte senza specificare un bel niente, ero stanco, eccitato, volevo dormire, e non avevo piu nessuna intenzione di parlare.

Quella serata si era spinta oltre ciò che avrei anche solo potuto immaginare, ed era arrivato il momento di farla finire lì.

"L'ultima rimasta è una suite!"
annuii

"Dovrei avere anche i documenti della signorina!"

spinsi bruscamente i miei contro quella stronza del cazzo.

"lei è con me!" dissi con tono rauco quasi a sfidarla, e lei stranamente mi diede retta.

A passo svelto mi diressi verso l'ascensore, senza degnare di uno sguardo Alissa, la stessa che sembrava essersi incazzata per qualcosa che ancora dovevo ben capire, dato che non aveva piu aperto bocca.

Sentii i suoi tacchi, e il suo cazzo di profumo dietro le mie spalle, e digitai il piano a cui eravamo diretti

Ma mandando a fanculo ogni mia promessa, e senza che avessi dato il consenso ai miei occhi di alzarsi, loro lo fecero come un gesto involontario poggiandosi sullo specchio su cui eravamo riflessi, lì dove la vidi.

Era poggiata con la schiena al muro, stanca quasi quanto me, e sempre dannatamente bella, e non stavo parlando del suo cazzo di corpo, ma del suo viso.

Le porte dell'ascensore si aprirono facendomi allontanare da quei pensieri, e non appena varcai la porta della nostra camera, mi spostai per farla entrare.

Uno di quei gesti, che non mi apparteneva.

E lei non appena fu dentro, si piegò sfilando quei maledetti stivali dai suoi piedi, che subito dopo lanciò con violenza.
Un sorriso accarezzò le mie labbra prima che chiudessi la porta

"Cazzo!" ansimò, in uno dei suoni piu proibiti che avessi mai sentito, mentre la sua schiena era atterrata sul materasso.

Strattonai i miei capelli, per non cedere a ciò che la mia mente da un po mi stava tentando.

Sfilai la mia t-shirt, avevo un assoluto bosogno di una doccia fredda, ma porca puttana i miei occhi ancora una volta finirono su di lei.

Seguii una linea immaginaria sul suo corpo, che partiva dai suoi piedi nudi, saliva per le sue gambe, il suo ventre, e la prorompenza del suo seno, per poi finire sulle sue labbra, e qualche secondo dopo sui auoi occhi che erano fissi su di me.

Cazzo, mi aveva beccato.

"Per quanto tempo hai ancora intenzione di non parlarmi?" mi chiese, ed io mi avvicinai al letto.

"Sei tu che non mi hai rivolto piu la parola,Milton!"
"Certo, Perché sei uno stronzo!"

"davvero?" dissi sarcastico.

E lei inaspettatamente spinse il suo piede sul mio ventre in segno di nervosismo, era troppo stanca per ribattere, o forse non voleva.

Ma io in un gesto fulmineo, bloccai la sua caviglia tra le mie mani.

E un attimo dopo mi avvicinai ancor di piu, allargando le sue gambe per abbassarmi sul suo corpo, ma cercando di mantere quella distanza che mi evitasse di perdere il controllo.

La vidi deglutire nello stesso istante in cui il ciuffo sei miei capelli sempre troppo lunghi ricadde sulla mia fronte

"vuoi che faccia ancora di piu lo stronzo? o raggiungiamo una tregua?"

Fissò i miei occhi, e come se non riuscisse a fermarsi spostò i miei capelli tra le sue mani, ma che ricaddero giu esattamente nella stessa identica posizione di prima.

"Tregua!" sussurrò a pena.

Ed io spostai lo sguardo dal suo, per poi farlo scorrere su quella stanza che avevo ignorato fino a quel momento.

Una strana, stupida e insensata idea si fece strada nel mio cervello.

Tornai a guardarla.

"Facciamo un bagno insieme Principessa!"

Sbarrò i suoi occhioni.

"Sei impazzito?"

"Calmati!" dissi lentamente, mentre portai le mani sul suo viso che feci voltare alla nostra destra per fargli capire la mia idea.

Molto probabilmente lei notò solo in quel momento quella vasca nella stanza, la stessa che avevo intenzione di provare assolutamente

"Cazzo, è bellissima"

"Appunto, fidati di me, né abbiamo bisogno!"

"Non lo so Chriss, non dovremmo.." lasciò la frase in sospeso, ed io spostai le mani sul suo ventre.

"Non saremo totalmente nudi, rilassati sono Io!"

Abbassai lentamente la sua gonna sulle sue gambe, prima di spostarmi per farla sparire definitivamente.

Stavo per superare quel limite che mi ero imposto.

Feci scorrere le mie mani sulle sue cosce, fino ad arrivare al suo inguine.

"stai tranquilla!"
avvicinai ancor di piu la mano tra le sue gambe, lì dove non avrebbero dovuto essere.

Ma notai lo stesso il suo corpo irrigidito, e il suo respiro bloccato.

Nonostante tutto, le mie mani arrivarono lo stesso lì sul suo punto piu sensibile che sfiorai appena, giusto quel po che mi permise di staccare il suo body.

Lei sussulto, facendo muovere il suo corpo, come scosso da qualcosa.

Cazzo eravamo finiti in una situazione erotica senza volerlo, porca troia.

Sollevai quel tessuto trasparente sul suo ventre, sul suo seno, fino a farlo scomparire dalla sua pelle

Merda.

Era bellissima, troppo per potermi trattenere

Il suo corpo era un cazzo di richiamo, così perfetto, così chiaro, e cosi vicino da poterne sentire il profumo, al tal punto da ricordarmi perfettamente quanto era stato mio.

Il suo seno era ricoperto da un pizzo nero, mentre le sue mutandine sempre di pizzo, sembravano invisibili dato che erano di un rosa candido, quasi come la sua pelle.

Stavo perdendo ogni controllo.

Alissa

Ero stata presa da qualcosa che non riuscivo piu a gestire, le sue mani sul mio corpo, lente ed esperte mi avevano privato di ogni vestito, e mi avevano stuzzicato lì dove non avrei dovuto farlo arrivare.

Ma cazzo, ero stata attratta, e invasa dal desiderio di averlo, che stavo facendo fatica a nascondere.

Lui tutto ad un tratto si sollevò dal letto, in un unico gesto.

Si avvicinò alla vasca, la quale iniziò a riempire, prima di far scorrere i suoi jeans sulle sue gambe.

Avevo perso la lucidità.

E non riuscivo a pensare.

Infatti pochi secondi dopo ero dietro le sue spalle.

Ma lui entrò dentro la vasca, come se stesse fuggendo, ma era quasi impossibile.

Si distese, prima di spostare i suoi occhi su di me, e allungare la sua mano verso il mio corpo.

"entra!"

ignorai il suo aiuto, e immersi il piede in acqua, ma la sua mano si poggiò sul mio fianco, per non farmi perdere l'equilibrio, prima che mi sedessi lì di fronte a lui.

Avevo preferito quella posizione per non aver nessun contatto, ma il suo sguardo che non si staccava dal mio, mentre l idromassaggio di quella vasca accarezzava il mio corpo, insieme a quella schiuma profumata , era decisamente peggio.

cercai di non pensarci.

E mentre lui era disteso con le gambe lungo i miei fianchi, nascondendo fino a metà il suo petto, io ero seduta rannichiata su me stessa, con le ginocchia che uscivano dall'acqua. e il mio seno al di sopra di quella schiuma, lo stesso che lui non smetteva di fissare con insistenza.

Ma d'un tratto le sue mani afferrarono le mie gambe, e con violenza le portò al lato delle sue, facendomi distendere, e immergere anche la parte superiore.

poggiai la testa sul bordo della vasca, e per un moemnto mi rilassai godendo a pieno quela sensazione.

ma non fu lo stesso per lui, continuava a fissarmi senza mai rilassarsi del tutto.

Ed io non riuscivo a capire cosa gli passasse per quella testa che si ritrovava.
Così afferrai il mio labbro tra i denti non sapendo che altro fare, ma pochi secondi dopo in un solo movimento, mi ritrovai a cavalcioni su di lui, mentre gran parte dell'acqua era finita sul pavimento.

"Che diavolo fai Chriss?"

Aveva perso il controllo.

"Mi sta sul cazzo qista distanza"

Afferrò il mio viso tra le mani, e lo avvicinò pericolosamente al suo.

"non dovremmo.."

"scch!"

le sue labbra toccarono le mie, e ancora una volta mi persi nel suo sapore, lì nuda e bagnata, attaccata al suo corpo, lo stesso che stava premendo contro le mie gambe al quanto eccitato.

sentivo la sua prorompente erezione tra le gambe, e quello non fu un bene, dato che intensificai il bacio, mentre le sue mani scesero sulla mia schiena fino a fermarsi saldamente sul mio sedere.

E le sue labbra lasciarono le mie, e si spostarono sul mio collo, insie6m alle sue mani che inizarono ad accarezzare i miei fianchi così lentamente, da non rendermi conto che fossero finite sotto l elastico delle mie mutandine.

mi bloccai, e indietreggiai lentamente, fissando i suoi occhi.

"che ce?"
"Niente sesso, ricordi?" cercai di ignorare ogni sensazione, e di staccarmi dal suo bacino anche se una parte del mio corpo non ne fu poi così felice.

bramava di desiderio.

ma lui inaspettatamente, spinse la mia schiena contro l'acqua fino a farla immergere, e poi ritornare su.

a causa di qul moviemento mi rirovai a piantare i piedi al lato dei suoi fianchi.

un'altra posizione che avrei dovuto evitare.

Dopo tutto quello che era successo tra di noi, non potevo lasciarmi andare così facilmente.

Non un'altra volta.

spostai i meii capelli indietro, che gocciolavano d'acqua, ma lui spinse ancora di più le mie gambe a lui.

"Christian!" lo rimproverai.

"Devi rilassarti, ricordi? e la stessa cosa che hai detto a me"

"Non voglio commettere un'altro errore Chriss! Tanto so già dopo che succede, litighiamo, tu sparisci e siamo di nuovo sul punto di partenza."

"NO!" quelle parole sussurrate a pena tra le sue labbra, e i suoi occhi fissi nei miei, furono l'unica cosa che ricevetti da parte sua.

Ma forse mi bastava.

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