Audere

Beth_Lo tarafından

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COMPLETA. Riservata, timida e insicura di sè, Giulia Belli è fidanzata da tanti anni con Clark Candel, un rag... Daha Fazla

•Capitolo 1•
•Capitolo 2•
•Capitolo 3•
•Capitolo 4•
•Capitolo 5•
•Capitolo 6•
•Capitolo 7•
•Capitolo 8•
•Capitolo 9•
•Capitolo 10•
•Capitolo 11•
•Capitolo 12•
•Capitolo 13•
•Capitolo 14•
•Capitolo 15•
•Capitolo 16•
•Capitolo 17•
•Capitolo 18•
•Capitolo 19•
•Capitolo 20•
•Capitolo 21•
•Capitolo 22•
•Capitolo 23•
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
AVVISO
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
AVVISO
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Sequel o no?
Capitolo 55
Capitolo 57
Capitolo 58
EPILOGO
~Ringraziamenti~
Sequel iniziato

Capitolo 56

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Beth_Lo tarafından

Ogni parola ha delle conseguenze.
Ogni silenzio
anche.
( J.P Sartre)
****

Scusate se ripubblico nuovamente il capitolo, ma molte Si sono lamentate perché non riuscivano a vederlo. Quindi ho provato a pubblicarlo di nuovo. Spero che adesso riusciate a leggerlo ❤️

Derek's Pov

Mi sono lasciato schiacciare dalla paranoia che mi sta portando sempre più lontano da lei. Quando le sue labbra carnose si mossero impercettibilmente emettendo quel suono flebile mi sono sentito stringere da una morsa alla gola.

Come ha potuto dirmi che mi ama?
Non è possibile.

Come può dirmi una cosa del genere?
Forse è pazza. Forse sono pazzo io.

Non lo so. So solo che è da una settimana che non riesco più a dormire, una settimana che non sento la sua voce soave che penetra nei miei timpani provocandomi una scia interminabile di brividi, una settimana che non percepisco più il profumo inebriante che emana la sua pelle, una settimana che non osservo più le sue labbra rosee schiudersi in un sorriso. Quei sorrisi imbarazzati e forse anche un po' strambi, ma dannatamente sinceri, che al giorno d'oggi sono così rari da ammirare.
È passata una settimana da quando sono stato calpestato da quei grandi occhi velati dalle lacrime che io gli avevo causato, percepivo il suo dolore attraverso il suo corpo tremolante e attraverso la sua voce strozzata, e non ho fatto nulla per proteggerla. Mi sono lasciato annientare dal panico e l'ho lasciata fuggire via.

Penserà che io non tengo a lei, che lei è soltanto un gioco per me.
Ma sono tutte stronzate. Sono vittima di sentimenti insoliti e agghiaccianti che sono totalmente incapace di gestire. Ed è per questo che non gli ho mai detto che mi perdevo a contemplare ogni suo impercettibile gesto, che osservavo minuziosamente l'angolo della sua bocca sollevarsi per dare vita a uno dei suoi bellissimi sorrisi che mi provocano un tuffo al cuore. Non gli ho mai confessato che mi abbandonavo ad ascoltare i gemiti strozzati che emetteva la sua bocca quando la baciavo, che veneravo il suo corpo caldo quando stava a contatto col mio, quando le mie mani marchiavano il suo corpo pulito e casto. E non gli ho mai detto quanto la sua presenza abbia cambiato la mia vita, quanto io sia terrorizzato all'idea di perdere l'unica cosa che mi abbia mai reso felice.

Eppure quando ha buttato quella parola il panico ha iniziato ad assalirmi, ad avvolgermi come un'onda anomala privandomi dell'ossigeno.

In questi giorni lontana da lei, la mia mente non mi da tregua, è afflitta dall'immagine straziante di quando è scappata, lasciandomi solo in quello spazio angusto e opprimente.

Mentre ero riuscita a possederla, a conquistare la sua fiducia, ad annientare le debolezze e le insicurezze incise sulla sua pelle chiara io l'ho tradita.
Ho baciato Lora davanti a lei spinto dalla fottuta paura della galera. Clark mi stava mettendo alla prova, lo so bene, e non potevo permettermi di rischiare, dovevo conquistarmi la sua fiducia.
Ma Giulia é all'oscuro di tutto questo. Lei non conosce i guai in cui sto annegando, non sa l'orrore che ho compiuto e sono spaventato dall'idea che lo possa scoprire e di come possa giudicarmi.

Tutto il mio mondo sta precipitando, il castello di sabbia che avevo fondato si sta sciogliendo, la corazza che mi ero costruito intorno come uno scudo, lei l'aveva scalfita, la stava annientando.

E mentre un'altra notte insonne procede indisturbata sfioro con le dita questo dannato bracciale che le avrei dovuto regalare per Natale.
Non ho mai fatto un regalo ad una ragazza, non ne ho mai sentito la necessità o l'esigenza, il pensiero non mi sfiorava minimante. Eppure nella mia mente frullava questa insolita idea per stupirla, per renderla felice, ma soprattutto, da perfetto egoista, per vedere sbocciare sulle sue labbra un sorriso ed essere avvolto dalle sue braccia mentre mi avrebbe sussurrato un "grazie" sincero all'orecchio, mentre mi avrebbe regalato un'altra dose di vita.
E mentre questa scena sdolcinata regnava nella mia mente mi sono diretto in un piccolo negozio al centro di Londra per prenderle un qualcosa che l'avrebbe resa contenta.
Non avevo idea di quello che potevo regalarle. Nonostante sia legato a lei da un sentimento lancinante e profondo non so molto sui suoi gusti o sulle sue marche preferite. Per avere un consiglio adeguato ho telefonato mia madre imbarazzato che, non ha esitato a farmi sentire ulteriormente a disagio con le sue impertinenti domande, ma percepivo nella sua voce acuta un velo di contentezza nel sentire suo figlio... innamorato?

E alla fine, mentre girovagavo all'interno di una gioielleria con fare imbarazzato e con le mani infilate nelle tasche la mia attenzione è stata catturata da un semplice bracciale.
Ho piegato la testa di lato, come per osservarlo meglio, mi piaceva, ma lo consideravo scialbo, privo di perle, di ciondoli o di altre cazzate che piacciono alle ragazze. Eppure mi piaceva.

Tengo adesso tra le dita questo bracciale illuminato tenuemente dal chiarore della luna che penetra dalle tende. Il bracciale che dovrebbe stare al suo polso, e invece lei non sa nemmeno che io gliel'abbia preso.
Sfioro con il pollice la parola che gli ho fatto incidere di sopra per contrastare la sua semplicità.
Quella parola su cui mi sono focalizzato così tanto quando l'ho vista impressa nella sua pelle. Mi sono domandato cosa l'abbia spinta a tatuarsi quella parola, quella parola che adesso incisa su questo fottuto bracciale mi osserva in modo beffardo, mi ricorda che forse sono io quello che dovrei osare.

Giulia's Pov

La mia vita ha ripreso la solita piega monotona: studio, mangio e dormo. No forse non è esatto. La parola dormire mi pare eccessiva considerando che le notti trascorrono senza che le mie palpebre decidano di abbassarsi. Con gli occhi vispi e privi di luce trascorro le ore buie ad osservare il soffitto della mia stanza, costatando che ci sono 24 travi di legno inchiodate da 77 viti.
Ho cercato invano di addormentarmi, ho tentato anche di contare le classiche pecorelle, ma mi sono dovuta bloccare all'istante quando ho iniziato a vedere il volto di Derek impresso su di esse.
Forse sto delirando.

Non lo so. So solo che è da una settimana che le lacrime non mi vogliono abbandonare, da una settimana che il dolore atroce che mi dilania il petto non esita a lasciarmi, rammentandomi continuamente che mi sono innamorata di uno assolutamente incapace di provare sentimenti.

Con la mente in subbuglio perennemente afflitta da questi pensieri mi dirigo alla mia aula per seguire il primo giorno di lezione dopo le vacanze natalizie.

Intravedo Paul appollaiato alle ultime file e mi dirigo da lui per cercare di ascoltare la lezione. Forse se mi concentro sulle parole del Professore avrò un po' di tregua, forse sparirà dalla mia mente almeno per un po' l'immagine di Derek.

<< Buongiorno>> prorompo con un filo di voce mentre prendo posto accanto a Paul.
<< Ciao tesoro>> risponde in tono dolce mentre è intento a scrutare il mio aspetto orripilante, cercando di trovare l'ennesima battuta squallida per le occhiaie che solcano il mio volto.

Dopo quella scenata nello stanzino sono scappata da Paul confessandogli tutto, mi sono sfogata con lui quasi per un'ora, rintanati in un angolo buio e deserto del giardino mentre la sua espressione variava incessantemente man mano che il mio racconto proseguiva ininterrottamente.

Chi non vorrebbe trascorrere la notte di Capodanno così?

<< Non cominciare>> sbotto troncando sul nascere le sue eventuali battute dementi.
Lui solleva le braccia in segno di resa sfoderando un sorriso impertinente
<< Sei riuscita a dormire almeno questa notte?>> chiede mentre sfila i libri dallo zaino.
<< No>> sbotto secca << La dodicesima pecorella ha assunto le sembianze del volto di Derek>> 

Paul inarca un sopracciglio perplesso.
<< Beh... facciamo passi da gigante considerando che la scorsa notte già la quarta pecora aveva il volto di Derek>> esclama con nonchalance, come se non fosse già raccapricciante il fatto che io veda pecore col volto di Derek.
Sto impazzendo, ne sono sicura.

Mi porto una mano sul volto con un gesto demoralizzato e mi impegno ad ascoltare attentamente la sfilza di parole che escono ininterrottamente dalla bocca del professore.
Poggio il gomito sul banco e con la testa sulla mano mi concentro a seguire la lezione, senza il minimo risultato, considerando che riesco a captare parole sconnesse che collegate insieme non hanno il minimo senso.

Saetto il mio sguardo verso Paul che contrariamente a me, sembra molto interessato alla lezione. La sua mano si muove freneticamente mentre è concentrato a prendere appunti.
Sbuffo spazientita e inizio a muovere freneticamente gli occhi in tutte le direzioni all'interno di questa aula scialba e inespressiva finché vengono catturati da delle labbra schiuse in un sorriso e da due occhi di un verde intenso che mi fissano profondamente.

Allen è seduto tre file davanti a me e solleva impacciato la mano nella mia direzione regalandomi un sorriso sghembo. Ricambio il saluto con un cenno meccanico della mano e abbasso subito lo sguardo.
Paul scocca un'occhiata curiosa nella direzione di Allen e poi punta i suoi occhi verso di me mentre tenta di camuffare una smorfia divertita mordicchiando il tappo della sua penna.

<< Che c'è?>> sbotto stizzita
<< Allen ti fissa>> esclama con disinvoltura e con tono particolarmente acuto rischiando di farsi sentire.
<< Smettila>> lo ammonisco sferrandogli un pugno sul braccio e guadagnandomi da parte sua uno sguardo truce.

Sollevo nuovamente lo sguardo in direzione di Allen e noto che i suoi occhi sono puntati ancora nella mia direzione. Abbasso di scatto lo sguardo, scarabocchiando il foglio bianco davanti a me per dissipare l'imbarazzo che mi causa quel suo sguardo insistente, ma le mie labbra si schiudono automaticamente in un lieve sorriso.
Forse il primo sorriso da una settimana a questa parte.

Terminata la lezione mi affretto a riposizionare tutto il materiale nello zaino e non capisco che senso abbia avuto tirare fuori libri e quaderni visto che ho assolutamente ignorato la lezione. Esco dall'aula accompagnata da Paul, il quale con enfasi mi racconta la partita della sua squadra di calcio preferita, scendendo nei dettagli e utilizzando termini incomprensibili.

Non capisce dall'espressione accigliata del mio volto che non sto capendo niente e soprattutto che non mi interessa?

<< Giulia...>>
La voce di Allen giunge debole alle mie spalle a causa del parlottio degli studenti. Mi volto di scatto e lo vedo avvicinarsi a me a passo svelto sgomitando tra la folla  che si affretta ad uscire dall'aula.
<< Ciao>> dice con fare imbarazzato non appena mi raggiunge, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
Lo osservo nel suo look ribelle: la giacca di pelle nera che indossa con qualche borchia sparpagliata casualmente gli conferisce la solita aria da centauro della strada, i jeans strappati al ginocchio gli stanno alla perfezione e i capelli corvino sono leggermente spettinati.
<< Ciao>> squittisco sotto lo sguardo divertito di Paul.
<< È da un po' che non ci vediamo>> afferma abbozzando un sorriso strambo
<< Già...Sono stata a casa dei miei genitori per un po'>>
<< Capisco. Volevo chiederti se insomma...ti va di bere qualcosa questa sera>> farfuglia portandosi una mano tra i capelli spettinandoli ancora di più.

Osservo i suoi occhi solcati da un barlume di speranza e ammiro la sua bellezza stravagante, ma soprattutto il suo coraggio. Nonostante l'agghiacciante episodio con Clark, non si lascia intimorire. Ma non voglio illuderlo. So perfettamente che non potrei interessarmi ad un altro ragazzo, non con Derek impresso nel mio cuore.

Arriccio il naso contrariata
<< Allen non mi sembra una buona idea>> ammetto un po' a disagio
<< Avevi detto di rimanere amici no? E io ti sto invitando come amico a bere una birra>> afferma con sorriso sfacciato.
<< Beh. Ha ragione>> interviene Paul con il suo solito atteggiamento poco invadente.
Mi mordo il labbro inferiore pensando che forse mi farà bene uscire, potrei disconnettermi dai miei pensieri masochistici almeno per una sera.

<< Va bene>> concedo

Spazio autrice:
Ciao bambine ❤️ siamo giunti quasi alla fine. Cosa ne pensate delle riflessioni di Derek? E soprattutto di Allen?

Okumaya devam et

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