Capitolo 53

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Il primo giorno che ti ho vista
qualcosa dentro di me si è spaccato.
Dicono che accada quando due anime
sono predestinate.
Non me ne frega un cazzo
di sapere tutto di te.
Voglio solo dirti che sei mia.
Sei sempre stata mia.
( Charles Bukowski)
******

<< Beh...Direi che tutto sommato hai trascorso un bel Natale>> ironizza Paul dopo aver ascoltato attentamente le mie disavventure.
Sbuco dal camerino incarnando un sopracciglio esausta mentre l'immagine allo specchio rivela la mia figura fasciata da un abito decisamente aderente e particolarmente corto.

<<Questo direi che non fa per me>> sentenzio lisciando la gonna affinché possa coprirmi un po' di più le gambe senza riuscire nel tentativo.
Paul piega la testa di lato squadrando la mia immagine con atteggiamento cinico quasi come fossi una cavia da laboratorio.
<< Però ti fa un bel culo>> commenta con tono impertinente.
Roteo gli occhi al cielo esasperata
<< Il prossimo>> affermo rientrando nuovamente nel camerino e lasciando Paul seduto sullo sgabello che sghignazza in attesa del prossimo vestito da sfoggiare.

Sono ritornata a Londra questa mattina per partecipare alla festa di Capodanno che si terrà alla villa di Luca alla quale sarà presente mezza popolazione universitaria. Ho esitato a lungo prima di soddisfare le innumerevoli suppliche  di Paul considerando che ci sarà anche Clark. Ma credo che l'unica cosa che mi abbia spinto ad accettare è stato il pensiero che avrei visto Derek.

<< Che ne pensi di questo?>> chiedo titubante uscendo dal camerino.
L'abito che indosso aderisce delicatamente alle mie forme morbide e non troppo invadenti mentre la scollatura permette di mettere in evidenza il mio seno un po' più di quanto avrei concesso qualche mese fa.
Il suo colore è di un viola tendente al prugna ed è leggermente tempestato di lustrini.
Scende dolcemente avvolgendo le mie cosce al punto giusto ma celando quello che deve rimanere all'immaginazione altrui.
Lo ammetto: il vestito per quanto sia bello non rientra decisamente nella categoria di indumenti che avrei mai considerato.
Troppo abituata ad indossare semplice Jeans per non sentirmi a disagio in questo abito elegante. Ma qualcosa mi induce a mostrare il meglio che può offrire il mio corpo.
E quel qualcosa ha un nome.

<< Sei un incanto>> confessa Paul dando vita a una serie di fischi decisamente imbarazzanti e volgari che non si addicono per niente alla sua personalità.
<< Okay...adesso smettila>> lo ammonisco con tono scherzoso mentre osservo nuovamente la mia immagine riflessa allo specchio.
La ragazzina che mi fissa è identica alla me di qualche mese fa, ma intravedo un barlume di luce che caratterizza il suo sguardo, rendendo più intenso il verde dei suoi occhi, per troppo tempo ovattato da un alone spento. Le guance hanno assunto un colorito decisamente più roseo come se avessero preso più colore, le labbra si schiudono spesso in un sorriso involontario e spontaneo senza motivo apparente. E come se si sentisse più viva, come se lui le avesse dato più vita.

<< Ho deciso. Prendo questo>> confermo soddisfatta, il solo pensiero di Derek nel momento in cui mi guardavo allo specchio mi ha fatto acquisire autostima. Ho immaginato le sue labbra carnose incresparsi in un sorriso malizioso e questo mi ha spinto ad andare oltre le barriere che mi sono sempre un po' imposta. Mi ha spinto ad osare.

<< Non ti ho comunque raccontato la cosa più assurda>> affermo mentre ci dirigiamo alla cassa per pagare l'abito.
<< Cosa ci può essere di più assurdo del fatto che hai una storia clandestina con Derek e che la tua sfiga smisurata ha fatto sì che ti ritrovassi con Clark il giorno di Natale?>> domanda perplesso senza traccia di umorismo nel suo tono.

Beh si! Non ha tutti i torti.

<< Quando sono uscita in giardino per chiamare Derek...È sbucato dal nulla Clark. Ho avuto paura che stesse origliando la conversazione>>
Paul inarca un sopracciglio confuso
<< Anche se fosse? Non può di certo dedurre che stavi parlando con Derek>> mi tranquillizza lui invano, considerando che il mio timore non si affievolisce per niente.
<< A meno che tu non l'abbia chiamato per nome>> continua scrutando il mio sguardo, ma i miei occhi che si abbassano di scatto mi hanno già tradito.
<< Giulia...ma che cazzo>>commenta esasperato
<< Io non lo so...non ricordo se ho detto il nome Derek>> tento di giustificarmi, ma ricordo benissimo di aver pronunciato il suo nome, eppure non so perché dirlo a voce alta mi intimorisce. Mi intimorisce sentire le conclusioni a cui potrebbe giungere Paul per cui mi limito a tenerlo per me.
<< Lui ti ha detto qualcosa? >>
<< No. Penso che se avesse sospettato qualcosa non avrebbe esitato...>>

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