Capitolo 45

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Mi veniva da piangere,
ma non ci riuscivo.
Provavo solo un'amara stanchezza,
una nausea triste.
Quando ti senti giù, che più a terra
non si può.
( Charles Bukowski)
****

Il tragitto in macchina procede in silenzio per quasi tutto il tempo. I miei occhi sono rivolti rigidamente ad osservare fuori dal finestrino il paesaggio pur di non incrociare il suo sguardo, ma non mi sfuggono le occhiate che ogni tanto mi rivolge.

<< Qualcosa non va ? >> esordisce rompendo quel silenzio fastidioso che riecheggiava all'interno dell'abitacolo.

Scuoto la testa in segno di diniego

<< Sei sicura ? >>
<< Chi era prima al telefono? >> chiedo d'istinto voltandomi verso di lui.
<< Nessuno>> risponde secco mentre continua a guardare fisso davanti la strada.

Inarco un sopracciglio dubbiosa.

<< Veramente Derek? Questo nessuno è stato in grado di farti cambiare umore nel giro di un secondo. Quindi tanto nessuno non sarebbe >> ribatto stizzita.

<< Ti ho già detto che non era nessuno >> scandisce lentamente le parole come per farle imprimere meglio nella mia testa cercando di mostrare un atteggiamento distaccato e indifferente.
Ma le nocche che stringono fortemente il volante tanto da diventare bianche e gli occhi ridotti in due fessure dicono tutt'altro.

<< Sei incredibile >> sentenzio poggiando la testa sullo schienale esasperata mentre lui parcheggia l'auto di fronte il mio appartamento.

<< Devi farti gli affari tuoi e non intrometterti nella mia vita... Non pensare che solo perché abbiamo passato la notte a divertirci adesso sono legato a te>> ribatte in tono crudele privo di un briciolo di emozione.

Lo guardo attonita, schifata dalle parole che ha appena pronunciato. Rimango a fissarlo mentre i miei occhi iniziano a riempirsi di lacrime che cerco con tutta la forza che ho addosso di non far cadere. L'abitacolo si fa sempre più opprimente  ogni secondo che trascorre con atroce lentezza.

<< Non puoi dire sul serio >> affermo con un filo di voce mentre cerco di placare il dolore straziante che sta minacciando di distruggere il mio cuore.
Ma lui non mi degna di uno sguardo, tiene gli occhi fissi sul volante come se non mi avesse appena ucciso.
<< Sono serio. Cosa pensavi Giulia? Che sarei stato il tuo ragazzo? >> rimarca con una punta d'astio e io sono totalmente incapace di replicare.

Cosa dovrei dire?
Sapevo bene che questa notte era soltanto un momento effimero che sarebbe finito. Ma la freddezza delle sue parole e il tono di voce insensibile mentre le pronunciava mi provocano uno squarcio al petto.
Ma dovrei stupirmi più di così.

So chi è Derek Holder. Sono sempre stata messa in guardia su di lui, ma ho ingenuamente pensato  che la notte trascorsa insieme avesse significato qualcosa per lui. Evidentemente quando ha detto di aver bisogno di me si riferiva soltanto al mio corpo per appagare le sue fantasie sessuali e io sono caduta nella sua trappola permettendogli di entrare nelle mie mutande.

<< Sta lontano da me. Questa volta sul serio>> sentenzio col tono più acido di cui sono capace e lui, chiude gli occhi mentre scendo dalla macchina sbattendo la portiera con tutta la forza che ho in corpo.

Corro velocemente per raggiungere il mio appartamento riuscendo non so come a trattenere le lacrime finché non sono completamente dentro casa.

Solo lì mi concedo di abbandonarmi al dolore e non oppongo resistenza quando le lacrime prepotentemente rigano le mie guance.

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