Capitolo 54

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Non li trovi nascosti nel buio.
I peggiori mostri
ti guardano in faccia
e ti sorridono.
***

<< I cartelli stradali sono stati creati con lo scopo di essere rispettati. Quindi quando leggi la parola STOP ti devi fermare>> sbotta esausto Paul assumendo le sembianze di un istruttore di guida
<< Si lo so...scusami sono tesa>> bofonchio imbarazzata mentre la mia gamba tremolante a malapena riesce a pigiare sull'acceleratore.

Il panico ha iniziato ad assalirmi allo scorrere delle ore e ora sta raggiungendo l'apice ad ogni metro che ci conduce sempre di più a casa di Luca.
<< Capisco...Ma non vorrei morire per la tua tensione. Quindi ti ripeto: rispetta questi maledetti cartelli>> scandisce lentamente le parole rimanendo in una posizione rigida e paralizzata in continuo stato di allerta.
Roteo gli occhi al cielo spazientita dall'atteggiamento eccessivamente esagerato e prudente di Paul, e intanto la tensione nei muscoli inizia a farsi sentire più pesantemente.

Ho la mente afflitta dai ricordi: la prima volta che sono stata a casa di Luca, quando i miei occhi sono entrati in collisione con quelli di Derek, la conversazione in terrazza e io che ero ignara di tutto, non sapendo cosa mi aspettasse, non sospettando minimante che sarebbe successo tutto questo.

<< Bene...Siamo arrivati >> esordisco mentre accosto l'auto sul ciglio della strada e inizio a fare respiri profondi per alleviare la mia agitazione.
<<Sani e illesi per fortuna>> mi fa notare Paul stizzito prima di scendere dalla macchina.

Sbuffo e mi mordo la lingua tenendo per me i commenti e lo imito scendendo dal veicolo.
Camminiamo uno accanto all'altro mentre attraversiamo il giardino gremito di studenti. Avevo paura di essere al centro dell'attenzione con questo vestito un po' fuori dagli schemi, invece adesso, ispezionando scrupolosamente tutte le ragazze che affollano lo spazio verde, mi rendo conto che il mio abito è forse il più sobrio e pudico, considerando che i loro vestiti a stento gli celano l'essenziale.

Giungiamo all'interno della colossale villa dove aleggia una densa cappa di fumo. I ragazzi sono già impegnati a bere da qualsiasi bicchiere gli venga posto davanti, la musica invade prepotentemente l'intera casa rischiando di danneggiarmi i timpani e riesco a malapena a intravedere il volto delle persone a causa della delle luci soffuse.
Le mie pupille si muovono incessantemente da destra a sinistra, disorientata da tutto questo frastuono mi aggrappo al braccio di Paul, il quale non indugia nemmeno un po' prima di svincolarsi dalla mia presa, facendomi quasi cadere a terra a causa dello scarso equilibrio che riesco a mantenere su questi dannati tacchi.

Lo stermino con lo sguardo, ma lui non pare minimante considerarmi, troppo impegnato a fissare un punto difronte a lui e a sorridere come un ebete.
Mi volto di scatto e intravedo Cody, il ragazzo carino con cui Paul è andato al ballo in maschera, salutarlo goffamente con un sorriso sghembo.
Il volto di Paul assume un colorito decisamente sgargiante, che riesco a vedere limpidamente nonostante l'atmosfera offuscata.

<< Ah...quindi ti piace proprio>> lo prende in giro mentre lui diventa sempre più imbarazzato.
<< No...cioè un po'>> farfuglia portandosi la mano dietro la nuca letteralmente a disagio.
Maschero una risata divertita dal suo strano atteggiamento vulnerabile mentre un tizio mi passa accanto ponendomi un bicchiere di non so cosa.
Non faccio in tempo a declinare perché è già sparito, mimetizzandosi tra l'ammasso di ragazzi che invade il centro della casa.
Avvicino il mio naso scettica per odorarne il contenuto come se fossi un segugio, ma l'espressione schifata che automaticamente si disegna sul mio volto mi fa comprendere all'istante che sarà disgustoso.
<< Tieni...Non mi piace>> affermo nauseata ponendo il bicchiere a Paul che non esita a portarselo direttamente  alla bocca senza sapere nemmeno cosa ci fosse dentro.

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