•Capitolo 3•

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Esistono sguardi
Che provocano danni
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Dopo un'ora passata sul divano della cucina, insieme a James e Luca, a bere una quantità forse infinita di birra, Clark non si regge in piedi.

Splendido!
È diventato uno di questi zombie che si aggirano per la casa alla ricerca di una risposta a qualche domanda esistenziale.

<< Sei ubriaco fradicio >> esordisco mentre tenta di alzarsi dal divano, ma cade per terra.
Alzo gli occhi al cielo esasperata incrociando le braccia sul petto e assumendo un atteggiamento decisamente autoritario.

Cazzo quanto mi fa imbestialire!

<< No non è vero piccola..stoo beneeeee >> farfuglia scandendo eccessivamente ogni singola parola a causa dell'immensurabile quantità di alcool che gli scorre nel sangue.
<< Certo. Adesso come torniamo a casa? >> sbotto irritata.
<< Puoi guidare tu >> mi chiede mentre cerca di avvicinarsi a me e mandando totalmente in tilt il mio senso olfattivo a causa del tanfo nauseante che emana il suo alito.

<< Hai bevuto solo due bicchieri di vino >>  continua imperterrito.
Indietreggio di scatto.

<< Cosaa?! Sai che non guido quando bevo. Non dovresti nemmeno chiederlo. >> ribatto furiosa.

Come si permette a chiedermi una cosa del genere? Sa benissimo che non guido se ho bevuto.

Non dopo quello è successo tre anni fa!

<< Non c'è bisogno che torniate a casa...potete stare nella camera degli ospiti. C'è un letto matrimoniale, starete comodi. >> afferma Luca scrutando il mio sguardo in cerca di una risposta.
<< Va bene >> concedo sbuffando.

Non vedo altre soluzioni, tanto vale acconsentire.

<< Hai visto piccola.. non ti arrabbiare dai >> tenta di convincermi Clark, che sta ancora cercando di stare in piedi senza cadere per l'ennesima volta nel giro di cinque minuti.

Odio quando è ubriaco. Si trasforma da un diplomatico a un clown da circo.
Nemmeno gli rispondo.

***

Luca mi aiuta a salire Clark  per le scale mentre lui sta cercando di canticchiare in una lingua incomprensibile canzoni che neppure esistono.
Alzo gli occhi al cielo esausta da questo ridicolo atteggiamento mentre Luca ridacchia rumorosamente.

Arrivati al primo piano Luca apre la porta di una camera da letto e mi invita ad entrare, mentre lui mi segue tenendo ancora Clark in piedi. Appena varca la soglia lo poggia sul letto e Clark si addormenta nel giro di mezzo secondo.

<< Giulia se ti serve qualcosa io sono di sotto.. va bene? >> mi chiede Luca premuroso.
Annuisco in modo meccanismo sapendo già che sarà una notte interminabile.

<< Il bagno è proprio nella stanza accanto e se hai freddo c'è un'altra coperta nell'armadio blu>> continua lui mentre si dirige alla porta.
<< Grazie mille Luca >>
Mi rivolge un lieve sorriso ed esce dalla stanza.

Vago per la  piccola camera totalmente priva di sonno, soffermandomi a fissare dei quadri appesi alla parete che ritraggono montagne innevate, mentre Clark inizia a russare.

Sento un bisogno impellente di nicotina.
Ecco perché fumo.
Perché la sigaretta è stata sempre l'unica cosa che mi consentiva di placare l'agitazione e l'irritazione in momenti come questi.

Senza pensarci due volte, mi ritrovo ad aprire la porta della camera alla ricerca di un luogo tranquillo dove poter fumare.
Mi dirigo verso le scale per scendere in giardino, ma noto che la cucina è ancora invasa di persone nonostante siano le tre del mattino.

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