•Capitolo 8•

6.5K 248 20
                                    

Il cambiamento interiore
avviene quando sei davvero solo con te stesso.
Nel momento in cui non puoi contare su nessuno,
in quel momento scopri veramente chi sei.
( Claudio D'Aiello)
***********

Dopo aver fatto colazione ed essersi vestito Ed mi accompagna al mio appartamento.

<< Verrai a trovarmi ancora al pub? >> mi chiede mentre guida per accompagnarmi a casa.
<< Ma certo Ed. Adoro il tuo locale, è molto accogliente>> rispondo sinceramente.
<< Lo so. È proprio figo>> si vanta lui scoppiando in una risata fragorosa e io non posso non unirmi a lui.
Appena fuori dal mio appartamento, lo saluto con un forte abbraccio promettendogli che andrò a trovarlo di nuovo in settimana.

Apro la porta d'ingresso e rimango incredula quando vedo Clark seduto nel mio soggiorno.

<< Mi prendi in giro? Che cavolo ci fai a casa mia? >> chiedo irritata.
<< Non rispondi al telefono da ieri, ti sembra una cosa normale? Che cazzo dobbiamo fare Giulia? Giocare al gatto e al topo? Non ho l'età per fare questi giochetti infantili >> sbraita gesticolando freneticamente mentre i suoi occhi di ghiaccio mi stanno trucidando.
Sgrano gli occhi perplessa mentre la rabbia inizia a crescere ad una velocità disumana. I miei respiri diventano più pesanti e gli occhi si riducono in due fessure, pronti a ricambiare il suo atteggiamento minaccioso.

<< Veramente? Mi hai dato bidone all'ultimo secondo per stare con i tuoi amici e pretendi pure che ti risponda al telefono? Per dirti cosa? Non abbiamo più niente di cui parlare>> urlo frustrata e stanca della sua strafottenza e del suo atteggiamento menefreghista.
Prendo fiato e continuo.
<<E poi come sei entrato in casa mia?>>
<< Mi ha fatto entrare la tua coinquilina. È molto simpatica >> ridacchia lui, mutando nel giro di pochi secondi umore.
Percepisco il suo tono di sfida mentre si sta prendendo gioco di me, mentre gioca con le mie insicurezze e le mie debolezze.

<< Vattene Clark, non sto scherzando. Devi andare via da qui subito >> ordino in tono severo mentre le mani iniziano a tremare a causa dell'agitazione che mi provoca anche solo la sua presenza.
Improvvisamente esausta dagli eventi delle ultime ore, mi siedo su una sedia. E aspetto di vederlo andare via dalla porta.

<< Non dici sul serio>> afferma mentre mi fissa negli occhi. Il suo atteggiamento sicuro di sé e prepotente lo rende incredulo alle mie parole e per un fugace lasso di tempo percepisco un senso di inquietudine attraversare il suo sguardo. Si morde il labbro quasi intimorito, ma ritorna ad assumere velocemente la sua disinvoltura.

<< Dobbiamo parlare >> continua
<< No. Non hai notato che non ho risposto a nessuna delle tue chiamate.? Se avessi avuto qualcosa da dirti avrei risposto. Non ti pare?>> ribatto acida.
<< Dove sei stata ieri sera ? >> chiede imperterrito e l'aria da uomo duro torna ad alloggiare sul suo volto.
<< Non hai il diritto di chiedermi un bel niente. Hai solo il dovere di andartene >> obietto seccata rivolgendogli uno sguardo tagliante.
All'improvviso scoppia in una risata isterica.

Ma che problemi ha?

<< Che c'è piccola, vuoi chiudere con me? >> Non mi piace per niente il tono che sta usando. Mi sta stuzzicando, sta mettendo a dura prova il mio insolito atteggiamento determinato e ostinato, che non è abituato a vedere.

Non so se voglio chiudere con lui.
Il racconto di Micheal mi ha completamente disorientato e nella mia mente una confusione assurda regna sovrana.
Ma so che sto mentendo a me stessa. So che nutro incertezze sul mio rapporto con Clark dall'istante in cui mi sono accorta di quei grandi occhi nocciola.
In quel momento, ero solo ipnotizzata dallo sguardo magnetico di Derek Holder, tutto il resto non esisteva più. Faticavo a non perdermi in quegli occhi che mi attiravano come una calamita. E non posso ignorare le sensazioni che si sono accanite addosso a me come una tempesta quando l'ho stretto in quella presa, quando l'odore della sua pelle invadeva prepotentemente le mie narici, quando il suo cuore pulsava sotto il mio viso, quando mi sono sentita protetta tra le sue braccia muscolose.

AudereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora