Capitolo 51

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Aveva la strana abitudine
di non raccontare nulla.

Aveva la tempesta dentro

E nessuno lo notava.

La mattina di Natale mi ritrovo a contemplare dinanzi allo specchio la ragazza esasperata e scialba che mi fissa.
Indosso un vestito color cipria con le maniche a tre quarti. L'orlo arriva pochi centimetri sotto le ginocchia e non passa decisamente inosservato il fiocco che cinge la mia vita. È terribilmente noioso e scialbo. Ma è il regalo di Natale di mia madre e ha insistito affinché lo indossassi oggi. Mi ricordo l'espressione inorridita che si è dipinta sul mio volto non appena ho tirato fuori dalla confezione questo squallido abito, ma cercavo di tirare un sorriso per non farla rimanere male.
Tento di domare la mia chioma ribelle, ma oggi non ne vuole che sapere di stare a bada. Spazientita lego i capelli in un'improvvisata coda di cavallo.
Mi osservo nuovamente allo specchio piegando la testa di lato come se il risultato potesse essere meno orribile da un'altra prospettiva.

<< Giulia...Ti vuoi sbrigare? >>
Mio fratello fa capolino nella mia stanza con l'aria seccata e annoiata mentre esamina la mia figura divertito.
<< Si ho finito>> affermo sedendomi sul letto per infilare rapidamente i miei stivaletti neri
<< Il tuo vestito è orribile >> commenta disgustato sfoderando un sorriso allietato
<< Zitto>> lo ammonisco in tono severo << Me l'ha regalato la mamma. E poi anche la tua camicia è tremenda >> gli faccio notare inarcando un sopracciglio indispettita

Indossa una camicia rossa a pois neri e bianchi. È decisamente stomachevole.

<< Gia. Me l'ha regalata la mamma>> commenta frustrato portandosi una mano tra i suoi capelli biondi perfettamente pettinati.
Ostento un risolino pensando ai gusti particolarmente raccapriccianti di mia madre mentre infilo la mia giacca e seguo Ed per le scale.

<< Mamma...>> grido scendendo rapidamente gli scalini per giungere in cucina.
La trovo sul divano intenta a leggere una rivista che presumo non sia di moda e solleva debolmente il suo sguardo nella mia direzione.
<< Dove sono le chiavi della mia macchina? >> chiedo entusiasta dal poter finalmente guidare la mia auto.
<< Sono in cucina tesoro. Vicino i fornelli >> mi informa lei sorridendo
<< Giulia dobbiamo andare per forza con la tua macchina? Non possiamo usare la mia? >> sbotta Ed con un atteggiamento decisamente più seccato rispetto a qualche minuto fa.
<< Si. Per favore non guido da tanto tempo>> piagnucolo mostrando i miei smeraldi dolci e sbattendo ripetutamente le palpebre.
<< Eh va bene>> concede rassegnato.
Sa bene che quando uso la tattica degli occhioni da cerbiatto non ha via di fuga.
Sorrido soddisfatta e dopo aver salutato la mamma con un rapido bacio  ci dirigiamo nel magazzino dove è depositata la mia bellissima Audi A1.

Mi catapulto velocemente all'interno della macchina posizionandomi al posto guida. Sfioro con le dita il manubrio gelido e mentre sto per mettere a moto sento il mio telefono vibrare, segno che è arrivato un messaggio.

Sfilo il telefono dalla giacca sotto lo sguardo cinico di Ed che nel frattempo si è seduto accanto a me e un sorriso ottuso mi si dipinge sul volto non appena leggo il nome del mittente.

"Buon Natale bambina."

Io e Derek ci siamo sentiti spesso in questi giorni, e ho potuto constatare per mia fortuna che non è partito in America, ma i genitori sono ritornati a Londra.

<< Ci muoviamo?>> chiede Ed con tono stufato sfregandosi le mani sulle ginocchia.
<< Sai potresti anche essere meno stronzo>> sbotto acida infilando il telefono nuovamente nella giacca e inserendo la retro marcia per inserirmi nella carreggiata.
Il rombo del motore mi causa una sensazione di adrenalina nelle vene e non vedo l'ora di sfrecciare per le stradine di Canterbury.

Ed non mi risponde si limita a osservare fuori dal finestrino restando rigido e immobile mentre i suoi lineamenti sono contratti dall'agitazione.
<< Non sono così male al volante. Puoi stare tranquillo>> ironizzo cercando di smorzare la sua tensione.
Ma il sorriso allietato mi muore sulle labbra non appena intravedo l'espressione di Ed ancora più irritata.

Okay...pessima battuta!

<< Ed ascolta. So che non vorresti trascorrere la giornata con papà...ma...dovresti cercare di risolvere le cose. È pur sempre tuo padre>> affermo in tono pacato cercando di rassicurarlo.
<< Non mi ha supportato Giulia! Come dovrei sentirmi? >> chiede con tono frustrato sprofondando sullo schienale.
<< Se non fosse stato per i suoi soldi, il locale non l'avresti aperto però>> gli faccio notare
<< Avrei voluto il suo sostegno, non i suoi soldi.>>
<< Lo so>> sentenzio in tono piatto.

Dopo 15 minuti, e dopo le innumerevoli suppliche di Ed di guidare con cautela, parcheggio di fronte la graziosa villetta di mio padre e della sua compagna Diana e scendo dal veicolo.

L' ampio spazio verde che mi si para difronte mi fa sbocciare un lieve sorriso e il leggero soffio del vento mi spettina i pochi ciuffi di capelli che mi cadono sulla fronte
Salgo i grandini che conducono alla porta d'ingresso seguito da Ed che cammina con un atteggiamento come se stesse andando alla ghigliottina.
Non faccio in tempo a bussare perché davanti i miei si occhi compare la figura di Diana in tutto il suo fascino.
I capelli biondo miele sono perfettamente tirati in un'acconciatura impeccabile. Indossa un tubino rosso aderente che slancia alla perfezione la sua figura e permette di osservare le sue gambe snelle e toniche.
È davvero una bellissima donna, elegante e sensuale nella misura giusta, e io non posso che non sentirmi a disagio dinanzi a lei considerando il mio pessimo aspetto di oggi.
Le sue labbra scarlatte si schiudono in un sorriso accogliente e cordiale mentre ci invita ad entrare nella loro villa perfettamente arredata in stile classico contemporaneo.

<< Ciao ragazzi benvenuti >> esordisce lei con una voce particolarmente stridula.
Varco la soglia e saetto di colpo lo sguardo verso mio padre il quale è seduto comodamente sulla sua poltrona gialla.
Non appena ci vede si alza di scatto e sul suo volto ricoperto quasi pienamente da una folta barba si disegna un sorriso.
Mi precipito addosso a lui abbracciandolo con una stretta presa.

<< Ciao papà>> farfuglio mentre il mio volto è poggiato al suo petto.
Lui mi da un leggero pizzicotto sulla guancia e io mi svincolo da lui.

Ed rimanere alzato difronte a noi abbassando lo sguardo e posso percepire a distanza la sua tensione.
<< Ciao Edoardo...Come stai?>>
Mio padre tenta di avvicinarsi a mio fratello a passo titubante cercando di avviare una potenziale conversazione. Ovviamente il suo tentativo fallisce miseramente considerando che Ed si limita a bofonchiare un semplice "bene" senza nemmeno guardarlo negli occhi.
Non mi sfugge il sorriso di mio padre affievolirsi debolmente a causa dell'atteggiamento menefreghista di Ed.
Si schiarisce la voce cercando di placare la tensione e l'espressione corrugata del suo volto accompagnata dalle rughe che spiccano sulla sua fronte mi intenerisce molto.
Diana si avvicina a noi cercando di salvare la situazione.
<< Ed tesoro...Puoi sederti sul divano finché il pranzo non sarà pronto>> annuncia lei con un atteggiamento da perfetta donna di casa
<< Giulia ti va di darmi una mano a portare i piatti in tavola?>> chiede con gentilezza
<< Certo>> squittisco e la seguo in cucina dove la tavola è perfettamente arredata di tovaglioli rossi e calici di vino.
Gli imponenti candelabri posizionati per tutta la cucina rendono l'aria molto formale, ma sicuramente non può non farsi percepire l'aria natalizia che emana la loro dimora.

Mi mostra con un cenno della mano la sfilza di piatti da servizio da posizionare.
Mi affretto a prenderli e noto che sono decisamente più di quanto mi aspettassi.

<< Caspita! Pensavo fossimo soltanto noi>> balbetto confusa
<< Ci sarà la famiglia di Clark. Non lo sapevi tesoro?>>

Deve essere una smorfia di perplessità quella intravedo sul volto di Ed e mio padre mentre il frastuono dei piatti scivolati dalle mie mani riecheggia nella villa.
I cocci di porcellana sono sparpagliati su tutto il pavimento mentre sento la rabbia scorrere nelle vene fino ad esplodermi nel petto.

Spazio autrice:
Povera Giulia...Succedono tutte a lei.
Cosa succederà adesso che dovrà condividere una giornata con Clark? 🤔🤭

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