Capitolo 42

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La maggior parte del sesso
che avevo fatto in vita mia
non era stato intimo come quel bacio
( Kirsten Dunst)
*************

In quell'istante le note di A thousand Years riecheggiano debolmente dall'interno della villa. La canzone si sente a malapena ma abbastanza da potermi smarrire nelle parole del testo.

<< Balliamo? >> chiedo d'istinto.
E subito dopo me ne pento appena noto la perplessità dipingersi sul suo volto.
<< Emh... Io non ballo >> sentenzia portandosi una mano dietro la nuca.

Prevedibile! Chissà perché qualcosa mi diceva che Derek Holder non è tipo da balli lenti e sdolcinati.

<< Peccato! Io adoro questa canzone... Quindi se non vuoi ballare tu dovrò andare a cercare a ....>>

Con un gesto fulmineo mi afferra per un polso impedendomi di continuare la frase  e mi attira nuovamente a se.

<< Non mi minacciare >> sibila ad un centimetro dalla mia bocca.
<< Allora balliamo >> ordino accennando un sorriso strafottente e sbattendo ripetutamente le palpebre in modo sensuale.

<< Emh...ok >> acconsente mostrando il sorriso più falso che abbia mai visto.

Scoppio a ridere e intanto allaccio  le mie mani attorno al suo collo mentre le sue stringono avidamente  i miei fianchi.
Lo guardo negli occhi abbozzando un sorrisetto, mentre il mio cuore palpita velocemente avvolto da quella sorta di abbraccio.

Inizio a muovere i fianchi lentamente lasciandomi trasportare dalla canzone suave che in modo tenue rimbomba in quell'angolo abbandonato del giardino.
Proprio come nelle classiche commedie americane.

Ma questa non è un film! È la mia vita.
E mentre mi perdo nell'iride degli occhi più belli che abbia mai visto mi rendo conto di come essa sia cambiata precipitosamente.

Percepisco il suo corpo rigido, inerme come se fosse pietrificato, ma sento il battito del suo cuore aumentare sempre di più.

<< Dovresti muoverti un po' >> affermo nascondendo un sorriso divertito.
<< Emh ok! >> dice imbarazzato mentre tenta di muovere le gambe in modo meccanico.

<< Merda scusa >> prorompe non appena mi pesta il piede.
<< Stai tranquillo. Sei troppo teso! Lasciati andare >> lo incito.
<< Se mi lascio andare ti assicuro che finisce male bambina >> ammicca in tono sfacciato mentre mi strizza il fianco.

Ostento un risolino poggiando il mio viso al suo petto e consentendo al suo profumo inebriante di invadermi le narici.

<< Guardami >> mormora in tono quasi di supplica mentre le note della canzone continuano a diffondersi nell'aria.

Obbedisco sollevando lentamente il viso affinché i miei occhi possano incastrarsi nelle sue pupille intriganti.
Restiamo in silenzio impassibili, vincolati da questo sguardo che mi sta penetrando dentro sprigionandomi  emozioni e sensazioni sconosciute.

<< Ho bisogno di baciarti>>

Il suono della sua voce è fievole, debole quasi impercettibile.
Ma è arrivato dritto al mio cuore che non smette di battere all'impazzata
<< Allora perché non lo fai? >> chiedo con voce tremante arrochita da desiderio.

A quelle parole sul suo volto compare un sorrisetto accompagnato dalle solite fossette.

Posso leggere il desiderio nei suoi occhi mentre poggia le sue labbra sulle mie.
Schiudo le labbra per ricambiare il bacio con estrema violenza senza lasciar il posto alla dolcezza, senza tenerezza.
Ciò che caratterizza questo momento è soltanto un' irrefrenabile passione insaziabile che mi rende totalmente incapace di pensare.
Mi concedo solamente di lasciarmi travolgere dalle sensazioni che solo il suo contatto sa offrirmi.

Le sue mani scivolano sui miei fianchi, mentre le nostre lingue impastate di alcool si inseguono con fervore.
Un calore straziante inizia ad avvolgere il mio corpo.

Porto una mano dietro la sua nuca col disperato tentativo di sentirlo più vicino a me.
La sua mano scende maliziosa lungo la mia coscia nuda e con quel  tocco sapiente, prepotente il mio corpo è scosso da una serie di brividi incontrollabili.

<< Derek...>> sospiro sulle sue labbra.
Sospira profondamente anche lui mentre passa la lingua sulle mie labbra.
Gli accarezzo le spalle possenti mentre continuiamo  a baciarci, mentre continuiamo a perderci l'uno nell'altro.

Di scatto mi agguanta per il retro delle cosce e mi solleva da terra. Avvinghio istintivamente le mie gambe intorno ai fianchi affondando le mani nei suoi capelli mentre lui inizia a camminare senza staccare le labbra da me.

<< Dove stiamo andando?>> bisbiglio con voce rauca.
<< Sssh>> obietta mordendomi il labbro inferiore. 

Ma non mi importa. Può portarmi ovunque.
Sono sua ormai. Lo sono dalla prima volta che mi ha baciato.
E non permetterò alle mie paure di dominare questo momento.

Continua a camminare mentre con le mani mi tiene appena sotto il fondoschiena e con  la coda dell'occhio noto che si dirige verso l'uscita del giardino.

<< Aspetta >> mormora non appena ci ritroviamo in mezzo alla strada costellata dalle miriadi di macchine degli studenti.

Mi poggia lentamente per terra mentre io mi guardo attorno costatando per mia fortuna che non c'è nessuno nelle zone. Sono ancora tutti dentro l'immensa villa per godersi la festa.

Sfila dalla tasca dell'elegante pantalone un mazzo di chiavi che presumo siano della sua jeep.
Gli lancio uno sguardo interrogativo e confuso mentre lui con un sorriso mi fa cenno di entrare in macchina.

<< Dove andiamo? >> esordisco chiudendola portiera.
<< Lontano da qui>> risponde schietto pigiando il piede sull'acceleratore.

***

<< Non ho finito con te >> bisbiglia in tono provocante non appena si chiude alle spalle la porta del suo appartamento.

Sfodero un sorriso impudente mentre il mio corpo non aspetta altro che essere nuovamente oggetto del tocco delle sue mani.

Durante  il tragitto dalla villa fino al suo appartamento la vocina odiosa nella mia testa non faceva altro che rammentarmi quanto fosse pericolosa questa situazione. Quanto potrei soffrire ancora se mi concedessi di essere sua.
Ma ogni qualvolta il suo sguardo ammaliante si staccava dalla strada e si dirigeva nella mia direzione incastrandosi perfettamente col mio, ogni qualvolta con la  mano sfiorava la mia coscia mentre con l'altra teneva rigidamente il volante, la vocina razionale veniva annientata dalle sensazioni primordiali che mi causa ogni suo semplice gesto.

Non mi importa se domani soffrirò ancora.
Non mi importa se domani sarà tutto finito.
Voglio solo non perderlo questa notte.

Si sfila la giacca scaraventandola sul divano avvicinandosi  a me a passo svelto.
Mi porge la sua mano e io intreccio le mie  dita alle sue mentre mi conduce nella sua stanza.

Appena metto il piede nella sua camera da letto non riesco a non staccare gli occhi da quel maledetto armadio dove sono stata nascosta per un tempo che mi è sembrato infinito, dove il petto era squarciato dal dolore e le mie guance rigate da lacrime amare.

<< Ti prego Giulia>> bisbiglia lui notando
l'incertezza e la paura  nei miei occhi verdi mentre alzo lo sguardo al soffitto inumidendomi le labbra, tentando di gettare quel ricordo doloroso negli stati più ancestrali della mia mente.

<< Ho bisogno di te>> mormora.
La sua voce trasuda un'emozione a cui non so dare nome.

Volto di scatto il mio sguardo nella sua direzione  allibita da quell'ammissione così schietta mentre i suoi occhi nocciola penetrano profondamente nei miei.
Queste parole sono un pugno allo stomaco e io vorrei solo lasciarmi andare. Vorrei solo osare come mi ricorda quella parola d'inchiostro impressa sulla mia pelle ogni volta che osservo la mia immagine nuda allo specchio.

<< So che è difficile avere a che fare con me, ma...>> continua cercando quasi disperatamente di convincermi.

Lo interrompo accorciando la distanza tra di noi. Infilo un dito nel colletto della sua camicia e lo tiro verso di me senza smettere di guardarci negli occhi, senza sbattere le palpebre.

<< Baciami>> lo prego.

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