•Capitolo 16•

5.8K 262 11
                                    

Non so nemmeno se esiste la felicità
Intendo dire come condizione perpetua.
Credo che la felicità siano picchi
Che durano attimi.
Secondi.
( Fabio Volo)
************


Non mi concedo di domandarmi cosa sto facendo, mi lascio completamente trasportare dalle sensazioni e dalla sua lingua calda che segue la mia in ogni preciso movimento.
Inizialmente è un bacio lento, le sue labbra si muovono così delicatamente quasi per paura di farmi male, ma improvvisamente il suo istinto prende il sopravvento. Mi libera i polsi, e infila le mani tra i miei capelli, strattonandoli con forza senza smettere di staccare la sua lingua dalla mia. Gli accarezzo le larghi spalle attirandolo più a me.
Lui inspira di scatto.

Adesso siamo completamente attaccati in un disperato tentativo di fondere i nostri corpi. Percepisco il bisogno straziante di stargli il più vicino possibile e posso sentire il battito accelerato del suo cuore mentre continua a baciarmi con passione.
È un bacio che trasuda una passione incontenibile, un bacio che mi cattura l'ossigeno. Sospiro come se baciarlo fosse un sollievo per me, come se stessi aspettando quel tocco ardente da tutta la vita.
Allontana le labbra dalle mie e manifesto il mio scontento per quella perdita di contatto con un gemito agonizzante, ma prima che possa lamentarmene ulteriormente percepisco il suo respiro caldo sul collo, iniziando a dare vita a una sfilza di baci bagnati sulla mia pelle eccitata.
Sollevo il volto verso l'alto completamente in estasi, chiudendo leggermente le palpebre per smarrirmi nel calore ardente che mi provocano le sue labbra che continuano a stuzzicare il mio collo, sfiorando dolcemente la clavicola.
Infilo le mani dentro la sua felpa e inizio a graffargli lentamente la schiena.

<<Cazzo>> ansima lui con voce rauca. Il suo battito accelera sempre di più unendosi al mio in un unico ritmo, ma di scatto stacca le sue labbra dal mio collo e mi fissa negli occhi. Ho ancora i respiri affannati, mentre lui mi sposta leggermente i capelli dalla fronte.

Nei suoi bellissimi occhi vedo scatenarsi una battaglia.
Improvvisamente pare riprendere lucidità. Abbassa lo sguardo e si allontana da me e nel mio cuore il gelo ha rimpiazzato il fuoco che provavo fino a qualche secondo fa.

Si avvicina ai lavandini e si sciacqua il volto ripetutamente quasi a voler cancellare le tracce del nostro bacio, mentre io rimango ancora poggiata alla parete a domandarmi cosa stia succedendo.

<<Qualcosa non va?>> gli chiedo un po' titubante, cercando di mandare giù il nodo in gola che mi ha provocato questo suo improvviso distacco. Ma da parte sua non ottengo niente, se non una porzione di silenzio che mi fa sentire ulteriormente a disagio.
<<Derek>> scandisco a voce più alta. Lui si volta di scatto nella mia direzione e noto che i suoi occhi sono più duri, meno dolci di qualche istante fa mentre piccole gocce d'acqua si inseguono sul suo volto.

<<Non posso>> sbotta a voce bassa. Sembra quasi che stia parlando con se stesso più che con me.
<<Perché?>> chiedo con una strana voce stridula.
<<Perché? Cazzo veramente me lo stai chiedendo? Perché sei la ragazza di Clark . Ecco perché>> sbraita gesticolando sommessamente. Con un gesto frustrato, come se fosse tremendamente pentito di quello che ha appena fatto con me all'interno di queste quattro pareti un po' ammuffite, sferra un pugno alla porta del bagno provocando un boato che mi fa trasalire.
Sgrano gli occhi sconcertata mentre lui rivolge il suo sguardo infuocato nella mia direzione.
<< Cosa è successo tra te e Clark prima? >> mi chiede poi in tono serio.
<< Abbiamo deciso di chiudere>> ammetto.
Mi osserva con cipiglio scoppiando poi in una risata amara.
<< Seriamente? E perché lui non l'avrebbe detto? >> sbotta irritato.
<<Io...Questo non lo so...>> balbetto ma non mi concede il tempo di continuare.
<< Perché non è vero un cazzo>>
<< Si che è vero>> ribatto infastidita.
Mi guarda con sufficienza.
<< Perché dovrei raccontarti una bugia? È la verità. Ho deciso io di chiudere con lui>>
Scuote la testa in segno di diniego e le sue labbra si increspano in un lieve sorriso sfacciato.
<<Tu non capisci. Se non l'ha detto a noi, che siamo i suoi amici, vuol dire che per lui non è finito un bel niente>>

Non capisco dove voglia arrivare.

Si avvicina nuovamente a me e il mio cuore inizia a martellare, ancora reduce di quanto appena successo.

<<Pensi che io non ti desideri? Pensi che non voglia sbatterti contro quella parete e baciarti di nuovo quelle labbra carnose? Pensi che non voglia leccarti queste maledette labbra che mi eccitano da morire dalla prima volta che i miei occhi le hanno viste?>> grida ansimando come un animale selvatico

Sono sbigottita e riesco a stento a deglutire. Rimango senza parole, ma vorrei poter gridargli che può farmi tutto ciò che vuole. Che da quando l'ho visto la mia mente non fa altro che pensare a lui incessantemente.

<<Ma tu sei roba sua>> sentenzia in tono secco, ma riesco a percepire un velo di disgusto nella sua voce.

Abbassa lo sguardo e si dirige per uscire dal bagno, mentre io rimango in silenzio.

<<Dimentica tutto quello che è successo qua dentro>> ordina in tono brusco puntandomi un dito contro.

Non può chiedermi una cosa del genere. Non potrei mai dimenticare quello che è successo dentro questa quattro mura.
Le sensazioni che ho provato, i suoi respiri affannosi, i suoi baci sul collo, i miei brividi, i suoi brividi.

Mi guarda un'ultima volta, forse aspettando che replichi qualcosa, ma poi va via, lasciandomi da sola, mentre io lentamente ritorno alla realtà.

AudereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora