Capitolo 37

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Il migliore amico
È colui che sente le urla del tuo cuore
Attraverso i tuoi silenzi.
( S. Sarotti)
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Sabato mattina vengo svegliata di soprassalto da un fastidioso frastuono

Ma che cavolo succede ?

Pigramente mi alzo dal letto aggrottando la fronte confusa.
Scosto leggermente le tende della finestra per capire da dove provenga quel fracasso.

I raggi del sole annebbiano totalmente la mia vista. D'istinto i miei occhi si riducono in due linee sottili per riuscire a vedere meglio.

Noto un ammasso di attrezzi da muratura mentre vari uomini sono intenti a riparare qualcosa proprio alla casa accanto la mia.

Roteo gli occhi al cielo esasperata.

Chi è la persona sana di mente che fa questi lavori di sabato? E alle sei di mattina per giunta!

Mi rifiuto di alzarmi così presto!

Mi catapulto nuovamente nel letto, coprendomi l'intero volto col cuscino per cercare di mettere a tacere tutto questo fracasso,ma dopo dieci minuti passati a rigirarmi freneticamente, il rumore assordante non è diminuito, ansi la sua intensità è aumentata a un livello così elevato che è stato in grado di provocarmi un mal di testa insopportabile.

Mi alzo con le palpebre ancora socchiuse, convinta che il mio sonno è stato definitivamente  interrotto e mi dirigo in cucina per preparare un caffè.

Trascino il mio corpo inerme con dolorosa lentezza mentre mi massaggio le tempie spazientita.

<< Hanno svegliato anche te vedo!>>

La voce di Jessica è terribilmente stridula che contribuisce ad aumentare il mio mal di testa.
È intenta a utilizzare la macchinetta elettrica del caffè.

<< Emh si >> sbuffo stravaccandomi sul piccolo divano rosso che occupa un terzo della nostra cucina.
<< Vuoi anche tu un caffè ? >> mi chiede cortesemente.
Annuisco in modo meccanico e sul suo volto compare un sorriso, divertita dal mio atteggiamento inanimato e passivo.

Dopo aver assunto la caffeina i miei neuroni sembrano svegliarsi.

Buongiorno eh!

<< Hai già comprato il vestito? >> mi chiede Jessica.
<< Emh.. No, non ancora! Penso che andrò pomeriggio.>> rispondo mentre accendo una sigaretta.

<< Il ballo sarà questa notte. Non è troppo tardi ? E se non trovi un vestito che ti piace ? E se trovi un vestito che ti piace ma la tua taglia non è più disponibile? E se...>>
<< Dio ti prego Jessica. Non mi assalire. >> ribatto seccata da tutta questa sfilza di "se" e " se".

<< Dico solo che dovresti muoverti. Io ho messo giorni per trovare l'abito perfetto >>
<< Si. Beh, il punto è che io non devo trovare l'abito perfetto. Devo semplicemente comprare un vestito carino  e che non costi troppo>>

Lei mi guarda stupita, quasi fosse un reato non indossare il vestito dei sogni.

Mi considera strana. Lo leggo nell'espressione del suo volto.
Non sono anomala.Certo, piacerebbe indossare un bellissimo vestito questa notte, ma non ho minimamente intenzione di sprecare altre  energie alla ricerca dell' abito perfetto.

Nei giorni scorsi ho trascorso ore e ore nelle varie atelier di Londra.
Il mio consigliere, vale a dire Paul, mi ha letteralmente costretto a provare una miriade di vestiti: dai quelli corti a quelli lunghi, dai vestiti pieni di lustrini e pailettes a quelli decisamente troppo sexy per i miei gusti completamente ricamati in pizzo, da quelli super costosi a quelli... super costosi.

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