•Capitolo 6•

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In un abbraccio non si può fingere.
C'è un certo senso di appartenenza,
in questo atto in cui,
i due centri del Cuore si avvicinano,
si parlano
e lo fanno oltre i confini del corpo.
È un gesto morbido che avvolge tutto
anche le paure, le insicurezze
e le debolezze.
( Anna Biason)
*********

Sono passate due ore da quando Derek ha lasciato il locale, e i miei pensieri ricorrono incessantemente a lui.

Ma che problemi ho?

Ho un ragazzo.
E so benissimo che la situazione con Clark  sta degenerando drasticamente. Non mancano i continui litigi che dominano il nostro rapporto e il più delle volte mi sento totalmente incompresa e ignorata.
Ma di una cosa sono certa: so che mi ama e so quanto rappresenti una figura importante per me. È il mio punto di riferimento, la boa alla quale mi sono afferrata nei momenti più duri e critici che si sono susseguiti nella mia vita.
Ho solo bisogno di schiarirmi i pensieri e di risolvere con lui.

Il locale ormai è completamente vuoto. L'atmosfera festosa e ilare che regnava fino a qualche minuto fa è stata rimpiazzata da un silenzio assordante smorzato solo dal ticchettio dei bicchieri ormai vuoti che Micheal pulisce mentre Ed è intento a fare il rendiconto della serata.

<<Quando andiamo via?>> chiedo a mio fratello voltandomi nella sua direzione.

<< Tra un po' >> risponde lui in tono conciso
<< Okay... Vi aspetto fuori>> affermo dirigendomi verso l'uscita del locale senza ricevere sue risposte, troppo impegnato a conteggiare le banconote guadagnate nel corso della serata.

Esco fuori dal locale per accendermi una sigaretta, ma quasi me ne pento non appena il vento gelido sferza prepotentemente il mio viso causandomi brividi diffusi su tutto il corpo.
Mi soffermo ad osservare la luce tenue dei lampioni che illuminano a malapena il quartiere deserto mentre butto una nube di fumo che lentamente si dissolve nell'aria mescolandosi con l'alone di nebbia che regna sovrano.

La mia attenzione viene catturata da un susseguirsi di sghignazzi e parlottii. Saetto di scatto il mio sguardo in direzione di due tipi dall'aria decisamente inquietante e pericolosa seduti su un piccolo muretto in pietra.
Non riesco a vedere bene il loro volto a causa della penombra ma sono sicura che i loro sguardi sono rivolti nella mia direzione.

Abbasso di colpo lo sguardo ma riesco a intravedere con la coda dell'occhio le loro sagome avvicinarsi a passo svelto verso di me.

In quell'istante le mie gambe non rispondono ai comandi. Invece di muoversi e scappare dentro il locale rimangono immobili, irrigidite a differenza del mio cuore che inizia a pompare ad un ritmo irregolare e le dita tremanti riescono a malapena a tenere il mozzicone della sigaretta.
Un brivido glaciale percorre impetuosamente le mie vene non appena si avvicinano alla mia figura.

<< Ehi bellezza. Che ci fai qui tutta sola? >> biascica uno dei due tipi.
Gli occhi iniettati di sangue e il tanfo di alcool che emana il suo alito mi fanno acquisire all'istante lucidità

<< Lo sai che è pericoloso girare di notte da sola ?>> continua imperterrito e un ghigno malevolo prende vita sul suo viso pallido solcato da due occhiaie violacee.

Tento di spostarmi, ma intanto l'altro ragazzo si avvicina maggiormente al mio corpo sbarrandomi il passaggio e intrappolandomi al muro mentre i suoi occhi agghiaccianti mi scrutano in modo inquietante.

Riesco a stento a deglutire e proprio nel momento in cui sto per gridare il faro abbagliante di una macchina mira verso di noi.
I due ragazzi si voltano istintivamente per vedere da dove provenga quella luce accecante, e in quell'istante intravedo una sagoma scendere dall'auto e avvicinarsi il più velocemente possibile a noi.

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