Il migliore amico
È colui che sente le urla del tuo cuore
Attraverso i tuoi silenzi.
( S. Sarotti)
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Sabato mattina vengo svegliata di soprassalto da un fastidioso frastuono
Ma che cavolo succede ?
Pigramente mi alzo dal letto aggrottando la fronte confusa.
Scosto leggermente le tende della finestra per capire da dove provenga quel fracasso.
I raggi del sole annebbiano totalmente la mia vista. D'istinto i miei occhi si riducono in due linee sottili per riuscire a vedere meglio.
Noto un ammasso di attrezzi da muratura mentre vari uomini sono intenti a riparare qualcosa proprio alla casa accanto la mia.
Roteo gli occhi al cielo esasperata.
Chi è la persona sana di mente che fa questi lavori di sabato? E alle sei di mattina per giunta!
Mi rifiuto di alzarmi così presto!
Mi catapulto nuovamente nel letto, coprendomi l'intero volto col cuscino per cercare di mettere a tacere tutto questo fracasso,ma dopo dieci minuti passati a rigirarmi freneticamente, il rumore assordante non è diminuito, ansi la sua intensità è aumentata a un livello così elevato che è stato in grado di provocarmi un mal di testa insopportabile.
Mi alzo con le palpebre ancora socchiuse, convinta che il mio sonno è stato definitivamente interrotto e mi dirigo in cucina per preparare un caffè.
Trascino il mio corpo inerme con dolorosa lentezza mentre mi massaggio le tempie spazientita.
<< Hanno svegliato anche te vedo!>>
La voce di Jessica è terribilmente stridula che contribuisce ad aumentare il mio mal di testa.
È intenta a utilizzare la macchinetta elettrica del caffè.
<< Emh si >> sbuffo stravaccandomi sul piccolo divano rosso che occupa un terzo della nostra cucina.
<< Vuoi anche tu un caffè ? >> mi chiede cortesemente.
Annuisco in modo meccanico e sul suo volto compare un sorriso, divertita dal mio atteggiamento inanimato e passivo.
Dopo aver assunto la caffeina i miei neuroni sembrano svegliarsi.
Buongiorno eh!
<< Hai già comprato il vestito? >> mi chiede Jessica.
<< Emh.. No, non ancora! Penso che andrò pomeriggio.>> rispondo mentre accendo una sigaretta.
<< Il ballo sarà questa notte. Non è troppo tardi ? E se non trovi un vestito che ti piace ? E se trovi un vestito che ti piace ma la tua taglia non è più disponibile? E se...>>
<< Dio ti prego Jessica. Non mi assalire. >> ribatto seccata da tutta questa sfilza di "se" e " se".
<< Dico solo che dovresti muoverti. Io ho messo giorni per trovare l'abito perfetto >>
<< Si. Beh, il punto è che io non devo trovare l'abito perfetto. Devo semplicemente comprare un vestito carino e che non costi troppo>>
Lei mi guarda stupita, quasi fosse un reato non indossare il vestito dei sogni.
Mi considera strana. Lo leggo nell'espressione del suo volto.
Non sono anomala.Certo, piacerebbe indossare un bellissimo vestito questa notte, ma non ho minimamente intenzione di sprecare altre energie alla ricerca dell' abito perfetto.
Nei giorni scorsi ho trascorso ore e ore nelle varie atelier di Londra.
Il mio consigliere, vale a dire Paul, mi ha letteralmente costretto a provare una miriade di vestiti: dai quelli corti a quelli lunghi, dai vestiti pieni di lustrini e pailettes a quelli decisamente troppo sexy per i miei gusti completamente ricamati in pizzo, da quelli super costosi a quelli... super costosi.
Si, le cifre su quelle etichette erano in grado di farti girare la testa.
Ma non è l'eccessivo costo il problema che mi ha tormentato.
Semplicemente non riuscivo a sentirmi a mio agio con addosso quei vestiti eccentrici e lussuosi.
Il sorriso orgoglioso e soddisfatto di Paul non appena uscivo dal camerino svaniva nel nulla nel momento in cui intravedeva la mia espressione inorridita e schifata.
Ma ha ragione Jessica, il ballo sarà questa notte e non posso più permettermi di fare la complicata.
Pomeriggio andrò nuovamente al centro e comprerò il primo vestito grazioso che mi verrà sotto gli occhi.
<< Beh... tanto sei bella con qualsiasi cosa indossi >> esordisce Jessica abbozzando un sorriso imbarazzato.
Ricambio il sorriso
<< Sarai molto più bella tu >> ribatto, rivolgendo uno sguardo al suo vestito, esposto come se fosse una preziosa statua di cristallo.
Il suo lungo abito color avorio è appeso da vari giorni nella nostra cucina, avvolto perfettamente in un involucro trasparente. Sostiene che nella sua cassettiera potrebbe stropicciarsi o piegarsi e ha quindi deciso di appenderlo a quello che un tempo era il nostro appendi giacche.
<< Perché tieni tanto a questa festa? >> le chiedo mentre mi lego i capelli in un improvvisato chignon.
Non sembra tipa da feste. È la classica ragazza acqua e sapone. Riservata, timida, introversa e la montatura spessa dei suoi occhiali le attribuisce l'aria della tipica secchiona.
Quella montatura è orribile, opacizza il blu intenso dei suoi occhi.
<< Non so! Forse perché mi piace l'idea di indossare questi vestiti raffinati ed eleganti. Ti fanno sentire un po' una principessa no? >>
Mi rivolge un sorriso impacciato e continua
<< Insomma... credo sia stato il sogno di tutte le bambine>>
Sollevo leggermente l'angolo della bocca.
Anche io da piccola avevo il suo stesso sogno: diventare una principessa, sposare l'affascinante principe azzurro e vivere per sempre felici e contenti.
Ma l'avanzare dell'età ti costringe ad abbandonare il mondo delle fiabe e affrontare questa realtà squallida e monotona.
Le prime speranze infrante, le prime piccole delusioni ti insegnano che non esiste nessun "principe"
In compenso penso che ci sia una piccola principessa all'interno di ogni donna.
<< Hai ragione! >> ammetto.
Passiamo il resto della mattina a parlare di qualunque cosa ci passi per la mente.
Ogni tanto mi capita di non prestarle molto attenzione.
Tipo adesso, non ho la minima idea di cosa stia dicendo. Riesco solo a captare parole casuali che messe insieme non hanno alcuna connessione logica.
Vengo totalmente disturbata dall'immagine di Derek che prepotentemente affiora nella mia mente.
Vengo distratta dal ricordo delle parole che mi ha riferito la scorsa notte, dal suo odore che mi invadeva le narici non appena si avvicinava a me, dal mio intenso desiderio di baciare quelle labbra strafottenti.
Fin dalla prima volta che sono rimasta sola con lui ho sentito fremere qualcosa dentro di me. E sapevo che non avrebbe portato niente di buono.
Sono stata sempre abituata ad essere razionale, a non andare fuori le righe... Ma lui...
Lui sta mettendo ogni cosa sottosopra!
Un delicato picchiettio alla porta mi distoglie dai miei pensieri ossessivi.
<< Aspettavi qualcuno ? >> chiedo a Jessica mentre mi alzo dal divano dove sono stata coricata per tutto il tempo.
Lei fa cenno di no con la testa e mi dirigo per andare a vedere chi può essere.
Abbasso la maniglia e mi ritrovo difronte un ragazzo sulla trentina, ben vestito che tiene in mano un grande pacco nero decorato con piccole rose rosse disegnate casualmente.
<< Giulia Belli? >> chiede il tipo accennando un sorriso educato.
<< Emh... si sono io >> rispondo rivolgendogli uno sguardo stranito.
<< Bene. Questo è per lei>>
Mi porge il pacco e si allontana augurandomi una buona giornata.
Mi chiudo la porta alle spalle ancora confusa mentre osservo minuziosamente la scatola dal contenuto misterioso.
<< Che cos'è? >> chiede Jessica curiosa avvicinandosi a me.
<< Non ne ho idea >> ammetto sinceramente.
Con un atteggiamento realmente buffo, quasi come fossi spaventata da cosa potesse essere nascosto lì dentro, apro lentamente la scatola mentre gli occhi di Jessica la scrutano attentamente, impazienti di scoprirne il contenuto.
Sgrano gli occhi incredula, stupita, sbalordita.
<< Oh. Mio. Dio.! >> esclama Jessica, non appena sfilo dalla scatola un bellissimo abito rosso.
Sollevo delicatamente quel vestito che è stato in grado di non farmi proferire una singola parola.
Mi ha completamente tolto il respiro.
<< Chi te l'ha mandato? >> continua Jessica senza degnarmi di uno sguardo che come me, anche lei non è riuscita a staccare i suoi occhi dal magnifico abito.
<< No...Non lo so>> farfuglio ancora attonita.
<< Dovrebbe esserci un biglietto o una lettera... Insomma qualsiasi cosa >>
Ha ragione.
Inizio freneticamente a girare nella confezione scaraventando all'aria gli infiniti incarti, fino a quando intravedo un minuscolo biglietto bianco.
Faccio un sospiro profondo, e sul mio volto si disegna un immenso sorriso non appena ne leggo il contenuto.
" Meriti di essere bellissima
Ti voglio bene
Paul"
Non posso credere che abbia fatto una cosa del genere per me.
Continuo a fissare il biglietto mentre sul mio volto è ancora stampato un sorriso raggiante.
In questo momento vorrei solo stringerlo forte tra le mie magre braccia come se fosse un peluche.
<< Chi è Paul ? >> chiede Jessica rivolgendomi uno sguardo confuso.
<< Lui è.... È una persona speciale >> ammetto sinceramente.