Esistono sguardi
Che provocano danni
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Dopo un'ora passata sul divano della cucina, insieme a James e Luca, a bere una quantità forse infinita di birra, Clark non si regge in piedi.
Splendido!
È diventato uno di questi zombie che si aggirano per la casa alla ricerca di una risposta a qualche domanda esistenziale.
<< Sei ubriaco fradicio >> esordisco mentre tenta di alzarsi dal divano, ma cade per terra.
Alzo gli occhi al cielo esasperata incrociando le braccia sul petto e assumendo un atteggiamento decisamente autoritario.
Cazzo quanto mi fa imbestialire!
<< No non è vero piccola..stoo beneeeee >> farfuglia scandendo eccessivamente ogni singola parola a causa dell'immensurabile quantità di alcool che gli scorre nel sangue.
<< Certo. Adesso come torniamo a casa? >> sbotto irritata.
<< Puoi guidare tu >> mi chiede mentre cerca di avvicinarsi a me e mandando totalmente in tilt il mio senso olfattivo a causa del tanfo nauseante che emana il suo alito.
<< Hai bevuto solo due bicchieri di vino >> continua imperterrito.
Indietreggio di scatto.
<< Cosaa?! Sai che non guido quando bevo. Non dovresti nemmeno chiederlo. >> ribatto furiosa.
Come si permette a chiedermi una cosa del genere? Sa benissimo che non guido se ho bevuto.
Non dopo quello è successo tre anni fa!
<< Non c'è bisogno che torniate a casa...potete stare nella camera degli ospiti. C'è un letto matrimoniale, starete comodi. >> afferma Luca scrutando il mio sguardo in cerca di una risposta.
<< Va bene >> concedo sbuffando.
Non vedo altre soluzioni, tanto vale acconsentire.
<< Hai visto piccola.. non ti arrabbiare dai >> tenta di convincermi Clark, che sta ancora cercando di stare in piedi senza cadere per l'ennesima volta nel giro di cinque minuti.
Odio quando è ubriaco. Si trasforma da un diplomatico a un clown da circo.
Nemmeno gli rispondo.
***
Luca mi aiuta a salire Clark per le scale mentre lui sta cercando di canticchiare in una lingua incomprensibile canzoni che neppure esistono.
Alzo gli occhi al cielo esausta da questo ridicolo atteggiamento mentre Luca ridacchia rumorosamente.
Arrivati al primo piano Luca apre la porta di una camera da letto e mi invita ad entrare, mentre lui mi segue tenendo ancora Clark in piedi. Appena varca la soglia lo poggia sul letto e Clark si addormenta nel giro di mezzo secondo.
<< Giulia se ti serve qualcosa io sono di sotto.. va bene? >> mi chiede Luca premuroso.
Annuisco in modo meccanismo sapendo già che sarà una notte interminabile.
<< Il bagno è proprio nella stanza accanto e se hai freddo c'è un'altra coperta nell'armadio blu>> continua lui mentre si dirige alla porta.
<< Grazie mille Luca >>
Mi rivolge un lieve sorriso ed esce dalla stanza.
Vago per la piccola camera totalmente priva di sonno, soffermandomi a fissare dei quadri appesi alla parete che ritraggono montagne innevate, mentre Clark inizia a russare.
Sento un bisogno impellente di nicotina.
Ecco perché fumo.
Perché la sigaretta è stata sempre l'unica cosa che mi consentiva di placare l'agitazione e l'irritazione in momenti come questi.
Senza pensarci due volte, mi ritrovo ad aprire la porta della camera alla ricerca di un luogo tranquillo dove poter fumare.
Mi dirigo verso le scale per scendere in giardino, ma noto che la cucina è ancora invasa di persone nonostante siano le tre del mattino.
Mi rifiuto assolutamente di scendere in quel caos.
Indietreggio e inizio a girovagare con la speranza di trovare un balcone su questo piano.
Ma mentre sto per arrendermi intravedo un piccolo terrazzo alla fine del corridoio. Mi dirigo subito lì per fumare prima che arrivi qualcuno.
Non ho voglia di avere a che fare con qualche ubriaco.
Mi basta il mio.
Mi sporgo per ammirare il cielo ricoperto di nuvoloni cupi e grigi e intanto, sfilo l'accendino dalla tasca della giacca per accendere la sigaretta. Il vento gelido sferza prepotentemente il mio volto mentre butto una nube di fumo che lentamente si dissolve nell'aria. E in questo momento di estrema solitudine, in cui l'unico rumore è il tenue fruscio degli alberi mi sento avvolgere da un'insolita sensazione di quiete.
<< Non dovresti stare qui!>> prorompe una voce profonda alla mie spalle.
Trasalisco e mi volto immediatamente.
È Derek. L'amico scorbutico di Clark.
Ero totalmente immersa nei miei pensieri che non mi ero resa conto della sua presenza.
<< Scusa? >> squittisco cercando di mostrare un atteggiamento calmo e sicuro, ma credo che dal mio tono di voce traspare limpidamente il disagio che questo ragazzo mi provoca.
<< Intendo qui...>> pare esitare, ma poi continua << sola...non è saggio girovagare in una casa piena di ubriachi >> sentenzia in tono serio. Mi pare di scorgere l'ombra di un sorriso, ma non ne sarei tanto convinta.
Lo fisso stupita e in quel momento, quando i miei occhi inchiodano i suoi, per un secondo che sembra infinito, mi accorgo del colore dei suoi grandi occhi.
Sono di un castano chiaro tendente al nocciola, e non posso negare di sentirmi schiava di quelle pupille che brillano sotto la luce tenue della luna.
<< Invece è saggio spaventare così le persone? Volevi farmi prendere un infarto? >>sbotto
Ostenta una risata e prende posto su una piccola panca mentre si sfila il berretto, poggiandolo sul tavolino. Passa una mano tra i capelli spettinati e si accende una sigaretta.
Butta fuori lentamente il fumo guardando verso l'alto e poi i suoi occhi ritornano nuovamente sulla mia figura.
Mi fissa così intensamente negli occhi che sono costretta ad abbassare lo sguardo.
<< Dov'è Clark? >> mi chiede continuando a fumare.
<< Dorme >> rispondo secca, e intanto spengo la sigaretta in un bicchiere di plastica, poggiato sul tavolo.
<< Era ubriaco ? >>
Lo guardo stranita. Non capisco dove voglia arrivare.
<< Un po' >> mento mordendomi il labbro inferiore.
Fa per dire qualcosa, ma rimane in silenzio.
<< Beh...Io ritorno dentro prima che Clark si svegli e non mi trovi in camera >>
Non risponde.
Sto per entrare, ma in quell'attimo le sue labbra emettono un suono così flebile che faccio fatica a sentirlo.
<< Clark va fuori di testa quando è ubriaco >>
Mi fermo di scatto e mi volto verso di lui aggrottando la fronte confusa.
<< Che intendi ? >>
<< Perde facilmente il controllo e a volte diventa aggressivo >>
Percepisco una nota di imbarazzo nel pronunciare queste parole, quasi non volesse ammettere questa amara verità del suo amico.
Continuo a fissare questo ragazzo dalle pupille magnetiche. Questo tipo strano che qualche ora fa non ha avuto nemmeno la gentilezza di presentarsi, e adesso mi sta letteralmente mettendo in guardia dal mio ragazzo.
<< Lo so>> mi limito a dire
So com'è Clark da ubriaco, e non mi piace per niente.
Derek continua a fissarmi.
Non vuole insinuare niente. Pare solo preoccupato.
<< Okay>> risponde
<< Okay >> ripeto mentre con una fatica immane distolgo il mio sguardo dal suo, e lo lascio lì sul terrazzo rientrando in casa.
Appena apro la porta della camera da letto Clark si sveglia di scatto sollevando debolmente il suo viso dal cuscino sul quale era poggiato fino a qualche secondo fa.
<< Dove sei stata ? >> biascica con la bocca impastata ancora di alcool.
<< Sono uscita in terrazza a fumare >>
Riesco a osservare il suo sguardo impassibile, illuminato a malapena dal chiarore di luna che timidamente filtra dalle tende spesse.
<< Okay...beh...vieni qui adesso >> ordina sbattendo la mano sul letto affinché mi possa coricare accanto a lui.
Sfilo velocemente le scarpe e mi sdraio di fianco, dandogli le spalle e intanto lui mi tira a sé cingendomi in vita.
Nel giro di pochi secondi lo risento russare e io vorrei solo svincolarmi dalla sua presa.
Chiudo delicatamente le palpebre mentre immagino quegli occhi nocciola che fino a qualche minuto fa mi scrutavano. Quegli occhi che sembrano racchiudere un qualcosa che mi attira terribilmente.