Mattino Seguente...
Quando mi svegliai, mi resi conto che fosse finalmente arrivato il compleanno di Julia. Tutto doveva andare per il meglio, perciò brutti pensieri come la mia mancata ammissione nella squadra o i miei genitori dovevano essere messi da parte. Tutto doveva essere perfetto.
Mi girai e mi resi conto di essere sola nel letto. In camera non c'era nessuno e non mi sembrava di sentire voci o rumori provenire dalle altre stanze, perciò decisi di alzarmi e controllare che fine avessero fatto Axel e Julia. Tuttavia, prima di riuscire anche solo a poggiare un piede sul tappeto, sentii qualcuno afferrarmi per la vita e riportarmi sul letto.
Axel: buongiorno piccola! -esclamò prima di stamparmi un piccolo bacio sulle labbra.
Julia: buongiorno Axera!
Io: ehi.. buongiorno -mi stropicciai gli occhi- tantissimi auguri a te, principessa! Oggi compi nove anni! -le sorrisi.
Julia: ahh.. non vedevo l'ora!
Axel: vedrai, il tuo compleanno sarà fantastico!
Julia: davvero, fratellone?
Axel: certo!
Io: vuoi qualcosa in particolare con cui fare colazione?
Julia: potresti.. prepararmi dei pancake?
Axel: cosa? Vuoi davvero dei pancake? -le domandò, abbastanza sorpreso.
Io: non può mangiarli? -domandai al mio ragazzo.
Julia: sì che posso, non vedo l'ora! -esclamò prima di correre in cucina.
Io: perché ti sei sorpreso tanto? Non sono mica male i pancake a colazione
Axel: ecco..
Io: mh?
Axel: Julia adora i pancake, in particolar modo quelli che ci preparava nostra madre. Però.. sai, da quando è morta, lei non li ha neanche più voluti nominare -spiegò con tono triste.
Io: ohh.. non immaginavo minimamente fosse una cosa del genere. Non dovevi parlarmene per forza, Axel -mi avvicinai a lui per abbracciarlo.
Axel: nono, va bene. È che sono solo stato colpito dai ricordi, dalle giornate felici in cui mia madre era ancora qui con noi. Però sono davvero felice che ti abbia chiesto di prepararglieli, significa che ti vuole bene -mi sorrise.
Io: quanto.. quanto tempo fa è morta tua madre?
Axel: qualche anno fa. Avevo più o meno l'età di Julia
Io: mi dispiace tanto, Axel. Non oso immaginare quanto debba essere stato difficile per te
Axel: non è stata tanto la sua morte a farmi soffrire quanto il modo in cui ha cambiato mio padre. Mi sono sentito come se avessi perso entrambi i miei genitori
Io: certo, deve essere stato uno shock anche per tuo padre. Doveva essere molto innamorato di tua madre
Axel: sì, lo erano molto. Ci credi se ti dico che prima venivano a vedere tutte le mie partite insieme? Erano così orgogliosi di me..
Io: davvero? Che cosa dolce..
Axel: però dopo la sua morte non è più venuto. Gliel'ho chiesto tantissime volte, ma diceva sempre di essere troppo impegnato. Dopo l'incidente di Julia ha persino iniziato a odiare questo sport, diceva che se non avessi dovuto giocare, a Julia non sarebbe successo nulla
Io: è per questo che ti davi la colpa?
Axel: ..sì..
Io: Axel, tu non c'entravi assolutamente nulla. Era un piano malato di Dark, lo sai vero?
Axel: adesso sì.. ma questo mio padre non lo capisce
Io: vedrai che con il tempo lo capirà. Il calcio può dare tanta felicità, in primis la tua. Non può non vedere quanto giocare ti renda felice
Axel: diciamo che lo vede ma in maniera sbiadita
Io: insieme lo aiuteremo a vederlo più nitidamente -gli sorrisi.
In quel momento vidi una luce diversa accendersi negli occhi di Axel.
Axel: mi chiedo cos'ho fatto di bello per meritarti
Io: è la stessa cosa che mi chiedo anch'io, credimi
Axel: ti amo
Io: ti amo anche io.
In cucina.
Mentre stavo preparando alcuni pancake per Julia, ripensai alla conversazione che avevo avuto con Axel sui suoi genitori e non riuscii a fare a meno di pensare un momento ai miei. L'ultima volta che ci eravamo visti non avevamo fatto altro che litigare. Si erano messi in testa l'idea di prendere me e mio fratello e nasconderci dai loro nemici in un posto più sicuro. Nonostante io e Xavier ci fossimo categoricamente rifiutati di lasciare il Giappone e seguirli, ero convinta che quei due stessero architettando un piano di fuga a nostra insaputa.
Più ci pensavo più mi veniva voglia di sotterrarmi da qualche parte e non uscirne più.
Volevano che me ne andassi proprio quando ero sul punto di scoprire se avrei potuto realizzare il mio sogno oppure no.
Tutta quella situazione mi stava facendo impazzire! Perché i miei genitori erano dovuti tornare nel momento più sbagliato in assoluto?!
▪Flashback▪
Alla fine non ero riuscita a passare le selezioni. Purtroppo non ero stata ammessa in squadra.
Perché?
Perché non ero stata ammessa? Cos'avevo io di sbagliato?
Hurley: ci dai un taglio, che dici?
Io: che cosa? -gli domandai, sorpresa.
Non avevo mai visto Hurley usare quel tono così fermo e deciso.
Hurley: stai ancora pensando al torneo?
Io: non posso farne a meno
Hurley: puoi invece. Sei stata tu a renderlo un pensiero fisso
Io: è facile per te dirmi di non pensarci, tu sei dentro e io no! È tutto più semplice dalla tua posizione
Hurley: non significa niente
Io: e fammi capire. A cos'altro dovrei pensare?
Hurley: a quanto sia bello vivere serenamente
Io: mi dispiace Hurley, ma in questo momento sono tutto fuorché serena
Hurley: infatti.. oggi non hai fatto altro che rimuginarci sopra. Sei andata talmente tanto in fissa con questa cosa che non ti sei nemmeno resa conto di quanto il tuo ragazzo stia soffrendo
Io: che.. che cosa? Cos'è successo ad Axel?!
Hurley: ma sei forse diventata più scema di me?
Io: io~
Hurley: innanzitutto è il tuo ragazzo, quindi mi sembra normale che se ti vede soffrire, inizia a soffrire anche lui. Poi cazzo, sta cercando di dirti qualcosa per risollervarti il morale da tutto il pomeriggio, ma tu non sembri prestargli attenzione
Io: i-io non voglio farlo stare male, apprezzo tantissimo quello che fa per me. È solo che.. non riesco ad accettare questo mio fallimento. Giocare a livelli così alti è sempre stato il mio sogno e l'idea di non riuscire a realizzarlo mi sta divorando viva -iniziai a singhiozzare, involontariamente, per mascherare le lacrime.
Hurley: cuginetta, ma credi davvero che per essere felici sia necessario riuscire a realizzare i propri sogni a tutti costi?
Io: certo!
Hurley: e allora mi dispiace dirtelo, ma sei in errore. Non c'è bisogno di realizzare i propri sogni, assolutamente. Certo aiutano, ma non ti renderanno felice per sempre perché le uniche cose di cui hai bisogno per esserlo sono persone di cui fidarti e che ti apprezzano per quella che sei. Pensa un po', tu non solo hai loro, hai anche Axel, un ragazzo che darebbe persino la vita pur di farti sorridere
Io: Hu-Hurley...
Hurley: so che fa male non realizzare i propri sogni, lo so, credimi, ma non permettere a questa cosa di condizionare la tua vita. Tu sei più forte di così e soprattutto sai di avere già tutto quello di cui hai bisogno. Non trascurarlo per questo.
Mi gettai fra le sue braccia, commossa dalle sue parole. Hurley ricambiò il mio abbraccio e mi strinse forte a sé prima di stamparmi un piccolo bacio sulla fronte.
Io: tu vedi sempre il bicchiere mezzo pieno in tutte le situazioni
Hurley: semplicemente perché la vita è troppo corta per stare a pensare al bicchiere mezzo vuoto.
▪Fine Flashback▪
"La vita è troppo corta per pensare al bicchiere mezzo vuoto".
Quelle sue parole rimbombavano continuamente nella mia testa, forse perché erano le uniche sensate che mi avesse mai detto, ma nonostante tutto erano vere, cavolo se lo erano!
Ero talmente tanto immersa nei miei pensieri che, ad un certo punto, un pancake stava scivolando via dalla paletta proprio mentre lo stavo servendo sul piatto, ma fortunamente Axel riuscì a riprenderlo in tempo.
Axel: -portò il piatto alla sua sorellina- prego principessa. Non faccia complimenti
Julia: grazie Axel! -iniziò a mangiare.
Subito dopo averle dedicato un dolce sorriso, si allontanò dal tavolo e si avvicinò ai fornelli, proprio dove ero io. Si fermò esattamente dietro di me, riuscivo a percepire il suo respiro alle mie spalle.
Axel: ehi.. -poggiò le mani sui miei fianchi- ..va tutto bene?
Io: certo. È tutto a posto
Axel: a cosa stavi pensando?
Io: che ho molta fame
Axel: e di cosa hai voglia? Posso~
Io: non lo so con certezza, ma un'idea ce l'avrei -gli feci un sorrisetto per provocarlo.
Axel: ohh.. -capì al volo.
In un nano secondo fece aderire il mio corpo al mobile della cucina e poi lo incastrò tra esso e il suo corpo. Ero bloccata lì e la cosa non mi dispiaceva per niente.
Le mie mani iniziarono ad esplorare il suo corpo e lo accarezzavano con delicatezza. Poco dopo le mie dita si insinuarono sotto la sua maglietta e cominciarono a scorrere lentamente su ogni singolo lembo di pelle. Nel frattempo sollevai leggermente il viso e lo avvicinai al suo collo, dove iniziai a stampare fugaci ma umidi baci. Poi lentamente mi spostai lungo le sue clavicole, le sue spalle e infine raggiunsi la sua gola. Tornai all'attaccatura tra la sua spalla e il collo solo alla fine per potermici concentrare meglio, dal momento che era il suo punto debole.
Axel: A-Axera.. -gli sfuggì un piccolo ansimo.
Io: sì, ho decisamente voglia di questo
Axel: non esagerare. Ricorda che c'è Julia a pochi metri di distanza
Io: da lì non può vederci
Axel: ma può sentirci
Io: sentirti semmai
Axel: che vorresti dire?
Io: che quello in difficoltà.. sei tu
Axel: e chi ti ha detto che sono in difficoltà?
Io: non serve che me lo dica qualcuno.. -risposi mentre una delle mie mani abbandonava il suo fianco per spostarsi sui suoi addominali e piano piano iniziare a scendere sempre più in basso- ..lo sento
Axel: -arrossì visibilmente- A-Axera.. c-che fai?
Io: ti faccio stare bene come hai fatto tu con me ieri
Axel: m-ma~
Julia: wow, erano davvero buoni Axera!! -sorrise.
Lasciai andare Axel e lo spinsi via prima di raggiungere Julia.
Io: davvero? Ti sono piaciuti?
Julia: tantissimo!! Adesso però devo andare, sta per passare lo scuolabus!
Axel: mi raccomando. Sta' attenta -le diede un piccolo bacio sulla testa.
Julia: va bene, fratellone
Axel: ci vediamo oggi pomeriggio -le disse prima di lasciarla andare.
Io: ..ora siamo soli..
Axel: sei una bastarda, lo sai? Poteva sentirci -scherzò.
Io: come ci si sente a stare dall'altra parte, mh?
Axel: oh bene, tanto. Però..
Io: però cosa?
Axel: so che lo stavi facendo per sdebitarti, ma voglio che tu sappia che non devi sentirti obbligata a fare nulla. Quello che io ti ho fatto ieri è stato fatto perché io volevo farlo~
Io: ma io voglio farlo
Axel: ne sei completamente sicura?
Io: sicurissima
Axel: volevo accertarmene
Io: riesci ad essere premuroso anche in occasioni del genere
Axel: perché ti amo
Io: ti amo anche io..
Si avvicinò a me e mi diede un bacio.
Io: e poi mi sembra giusto che facciamo conoscenza. In fin dei conti se ci siamo parlati è stato anche grazie al tuo amico -scherzai.
Axel: che stronza.. -sorrise.
Io: è la verità -ridacchiai.
Axel: comunque.. dove eravamo rimasti?
Io: a me che ti porto in camera
Axel: mh? Davvero?
Io: già.. perciò.. ti conviene seguirmi -gli risposi prima di allungare una mano verso di lui.
Axel: sai che ti seguirei ovunque -afferrò la mia mano e si lasciò trascinare nella nostra stanza.
{I miei tre righi}
Buonanottee♡
Axera♤