Nel momento in cui io e Axel tornammo al piano di sopra, i nostri amici cominciarono a squadrarci in modo abbastanza ambiguo.
Nathan: come va, ragazzi?
Io: tutto bene, perché?
Xavier: -sorrise- oh.. non saprei. Sei andata via con un muso lungo e sei tornata con un sorriso a trentadue denti
Io: è perché adesso mi sento.. decisamente meglio -risposi prima di girarmi verso Axel e sorridergli.
Axel: aveva solo bisogno che qualcuno le ricordasse quanto è meravigliosa -aggiunse mentre appoggiava una mano sul mio fianco.
Xavier: ne sono molto felice -sorrise senza mostare i denti.
Hurley: forza ragazzi, mangiate qualcosa altrimenti si raffrederà.
Una volta finito di mangiare, andammo tutti insieme al campo accanto al fiume per continuare ad allenarci.
Isabelle: come mai adesso sei così di buon umore?
Io: tutto merito di Xeira e Axel
Isabelle: davvero?
Io: già, con lei che mi ha spronata a continuare a lottare e Axel che mi ha ricordato quanto posso valere sono riuscita a tirarmi su
Isabelle: Xavier invece non mi ha detto nulla.. -abbassò la testa.
Io: -appoggiai due dita sotto il suo mento per rialzarle la testa- ehi.. sono certa che sta soltanto aspettando di rimanere da solo con te. Credimi
Isabelle: lo pensi davvero?
Io: certo! Guarda che neanche Axel mi ha detto una sola parola finchè non siamo rimasti da soli
Isabelle: lo spero davvero..
Io: sta' tranquilla e aspetta che finisca l'allenamento -le sorrisi prima di allontanarmi.
Decisi di isolarmi un po' dagli altri per potermi esercitare con i palleggi individuali, un'abilità che sinceramente avrei voluto migliorare dal momento che sarebbe potuta tornare utile.
Cercai di superare il limite di palleggi che riuscivo ad eseguire in una volta un milione di volte, ma non riuscivo mai a superarlo e la cosa mi dava fin troppo fastidio!
Io: diavolo, perché non ce la faccio?!
Jordan: non dovresti stare così dritta, sai?
Io: oh mio Dio! Jordan, mi hai fatto prendere un colpo
Jordan: perdonami, non volevo spaventarti -ridacchiò, divertito.
Io: ridi ridi
Jordan: comunque.. ti ho osservata per un po'. Se continui a mantenere quella postura rigida, non riuscirai mai ad eseguire molti palleggi
Io: e quindi cosa dovrei fare?
Jordan: dovresti piegare di più le ginocchia.
Provai a posizionarmi come ha detto lui.
Jordan: aspetta, non così.
Jordan si posizionò dietro la mia schiena e appoggiò delicatamente le sue mani sulle mie spalle, poi cominciò ad esercitare una certa pressione verso il basso affinché io mi piegassi e sistemassi come voleva lui.
Io: -provai ancora, ma senza riuscirci- non ce la faccio!
Jordan: ci credo, non faccio in tempo a togliere le mani che torni su! Devi restare in quella posizione per tutto il tempo, puoi rialzarti soltanto quando la palla è molto in alto per rilassare i muscoli tesi. Nell'arco di tempo in cui devi eseguire i palleggi, devi sempre restare con le ginocchia piegate
Io: ma quanto devono essere piegate, scusa?
Jordan: tanto così -mi afferrò i miei fianchi per sistemarmi come voleva lui- ti terrò per un po', non ti dirò quando ti lascerò andare. Voglio vedere se riesci a restare con le ginocchia piegate anche senza il mio aiuto
Io: okay, va bene.
Jordan strinse la presa attorno ai miei fianchi per evitare che mi rialzassi. Grazie al suo aiuto, riuscii ad eseguire i palleggi perfettamente più di una volta.
Io: grazie Jordan! Grazie, grazie, grazie -gli sorrisi prima di abbracciarlo.
Jordan: è sempre un piacere darti una mano -mi sorrise.
Io: secondo te potrei riuscire ad eseguirne abbastanza per elaborare una nuova tecnica?
Jordan: dopo aver ricevuto i miei insegnamenti non c'è modo che tu fallisca
Io: quindi adesso ti vorresti prendere anche il merito?
Jordan: non è che voglio, mi spetta di diritto -scherzò.
Nel frattempo notai che Axel ci stava guardando con un'espressione strana, sembrava quasi.. arrabbiato.
Ma dai su, non poteva essere geloso di Jordan!
Io e Jordan avevamo sempre avuto un rapporto così amichevole. Che motivo aveva Axel di cominciare ad essere geloso proprio in quel momento?
A casa.
Verso l'ora di cena io e Axel tornammo a casa, accompagnati da alcuni dei nostri amici che vivevano nelle vicinanze. Una volta entrati in casa, andammo in cucina per decidere che cosa mangiare per cena. Io mi sedetti sul tavolo e Axel aprì il frigorifero per vedere cosa ci fosse all'interno.
Io: Julia dov'è?
Axel: a casa di Yumi
Io: e invece tuo padre?
Axel: è ancora a lavoro.
Dopo questa breve conversazione non accennò più una sola parola.
Ma che cosa gli prendeva?
Lo guardai dirigersi verso i fornelli e prendere un po' di pizza che aveva trovato nel cartone poggiato sul bancone. Probabilmente il signor Blaze ne aveva ordinata un po' anche per noi.
Io: me ne passi un pezzo?
Axel: la pizza è lì se la vuoi
Io: ma tu sei più vicino. Non puoi passarmene un pezzo?
Axel: non vorrei avvicinarmi troppo a te, sai? -rispose sfacciatamente.
Io: cosa? -domandai, perplessa.
Axel: perché eri così vicina a Jordan prima? -si voltò verso di me e si poggiò con il bacino al bancone della cucina.
Io: spero tu stia scherzando
Axel: cosa?
Io: adesso non mi venire a dire che sei geloso di Jordan!
Axel: -si avvicinò a me- perché ti stava così vicino? Con le mani sui tuoi fianchi?
Io: oh mio Dio, Axel, mi stava soltanto aiutando con i palleggi. Non è successo assolutamente niente fra me e lui se è quello che stai pensando
Axel: e perché ti stava tenendo in quel modo?
Io: perché non riuscivo a restare nella posizione giusta. Te l'ho appena detto, era lì per aiutarmi
Axel: e allora perché poi gli sei saltata addosso?!
Io: perché ero felice, ero finalmente riuscita a raggiungere un obiettivo! Era la prima cosa che mi veniva bene in tutta la giornata! -ammisi, stanca di discutere.
Axel: -la sua espressione mutò improvvisamente- ahh..
Io: Axel, quando hai smesso di fidarti di me?
Axel: cosa? Mai! Io mi fido di te!
Io: e allora perché reagisci così? Tu sai che amo solo te, non potrei mai fare qualcosa che potrebbe ferirti. Poi sai anche che Jordan prova molta stima nei tuoi confronti, sia come compagno di squadra che come amico, perciò non si permetterebbe mai di fare una cosa del genere. Io e Jordan siamo sempre stati solo amici..
Axel: io~
Io: se poi ti dico che non è successo niente, perché non mi credi? Cazzo Axel, davvero..
Axel: no, aspetta. Hai ragione, ho esagerato~
Io: non stavamo facendo nulla di male, perché hai pensato il contrario?
Axel: preferirei parlartene in un altro momento
Io: per quale motivo, scusa?
Axel: perché non voglio vederti triste
Io: ma se non ti spieghi, penso che non ti fidi di me
Axel: no, aspetta~
Io: ti prego, ho davvero bisogno di una spiegazione adesso.
Esitò un po' prima di parlare.
Axel: ..per tutto il giorno ho cercato di convincerti che saresti partita perché non volevo vederti triste, ma la verità è anche io ho seriamente paura che non ti facciano partire. Io voglio che tu parta, voglio che realizzi il tuo sogno e non che sia obbligata a restare qui.. da sola. Non voglio lasciarti qui da sola, ho paura..
Io: ..Axel..
Axel: non succede mai nulla di buono quando ci separiamo. Io lo so, so che se dovessi restare qui saresti triste e molto più vulnerabile.. talmente tanto che potrebbero avvicinarti i nemici dei tuoi genitori e so che troverebbero il modo di portarti via con loro
Io: aspetta~
Axel: Axera, è così. Se non ci fosse stato Xavier a fermarti, tu saresti andata all'Alius Academy molto tempo prima.
Purtroppo.. aveva ragione. Il dolore per la partenza di Axel mi aveva trascinata in una sorta di oblio e non mi permetteva di vivere serenamente la mia vita. Ma..
Io: ma lì era diverso. Tu eri sparito e non c'era modo di rintracciarti. In questo caso non sarebbe così. Certo, non potremmo più vederci così spesso, ma potremmo sentirci..
Axel: no, non voglio questo. Io voglio che tu parta.. voglio che tu sia felice e non obbligata a restare qui. So che non avrei dovuto comportarmi in quel modo prima, ma non sono riuscito a fare a meno di pensare che potremmo essere costretti a stare lontani e che nel frattempo tu.. potresti tornare ad essere così vulnerabile. La mia non era mancanza di fiducia, non sono geloso di Jordan.. ho solo paura che se ci separeremo, potresti farti risucchiare un'altra volta dalle emozioni negative e che diventi una preda facile per i nemici dei tuoi genitori. In quel momento, nella mia testa, Jordan non era Jordan.. era una persona che si stava approfittando della mia assenza per avvicinarti e tu non facevi nulla per respingerlo. So che potrebbe risultare stupido e forse lo è, ma la verità è che ho paura.. non voglio lasciarti qui da sola
Io: Axel..
Axel: hai tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiata con me. Mi sono comportato come un bambi~
Non gli permisi nemmeno di terminare il suo discorso. In pochissimi secondi afferrai il suo viso tra le mani e lo tirai verso di me per poterlo baciare. Divaricai le gambe per permettergli di avvicinarsi ulteriormente a me e lui approfittò di questa vicinanza per afferrarmi i fianchi e spingere, di conseguenza, il mio corpo più indietro, così da consentire a me di sdraiarmi sul tavolo e a lui di sdraiarsi su di me. Strinsi le gambe ai lati della sua vita per avvicinarlo ancora di più e lui, nel frattempo, fece scorrere le proprie dita lungo il mio corpo. Nel frattempo lui alternava i baci sul mio collo ai baci sulle labbra.
Poco dopo prese a slacciare la mia felpa e la fece scorrere lungo le mie braccia per sfilarmela di dosso, poi afferrò la mia maglietta e tolse di mezzo anche quella. Io, invece, pensai a levargli soltanto la maglietta che stava indossando, dal momento che aveva precedentemente abbandonato la sua felpa sul tavolo.
Io: v-vorrò sempre e solo te..
Axel: -respirò sul mio collo umido, mandandomi diverse scariche di brividi- ..anche io vorrò sempre e solo te..
Io: ora siamo a posto?
Axel: no, affatto -mi rispose prima di riprendere a baciarmi il collo.
Io: -ansimai leggermente- cosa? P-Perché no?
Axel: prima devo fare una cosa che posso fare solo io.. a quel punto saremo a posto -ghignò, divertito.
Io: ah sì?
Axel: eh sì
Io: e che intendi fare?
Provò a riunire le nostre labbra in un dolce contatto, ma ad un certo punto il suono del citofono rimbombò in tutto l'appartamento e ci obbligò a fermarci.
Axel: eh no..
Io: giuro che se è Mark, io~
Axel: vado a vedere chi è
Io: no, aspetta -strinsi le mie gambe attorno alla sua vita per impedirgli di alzarsi.
Axel: -ridacchiò- sai che preferirei rimanere qui, ma se hanno suonato vuol dire che hanno bisogno di noi
Io: suoneranno ancora se dovesse essere urgente
Axel: dici?
Io: lo dico
Axel: ..sei proprio assurda certe volte.. -sorrise.
Io: ti piace che io lo sia
Axel: non mi piace soltanto. Mi fa diventare matto -rispose prima di buttarsi nuovamente sulle mie labbra.
Axel riprese a far scorrere le sue mani lungo il mio corpo, ma in quell'occasione osò un po' di più. Con le mani risalì dai fianchi lungo la mia schiena e si fermò solo quando raggiunse il mio torace. Appoggiò un suo avambraccio sul tavolo per tenersi su, ma l'altra mano era ancora su di me. Per la precisione, le dita della sua mano si fermarono esattamente sul bordo rigido di una del mio reggiseno, ma prima di continuare a muoverle mi guardò, aspettando un consenso. In quel momento io non stavo capendo più niente, ero totalmente in balia delle sue attenzioni perciò l'unica cosa consapevole che riuscii a fare fu annuire con la testa.
A quel punto Axel scese nuovamente con il viso e ricongiunse le nostre labbra mentre con le dita cercava di intrufolarsi sotto una coppa del reggiseno. In pochi secondi riuscì a raggiungere un mio seno e subito dopo cominciò delicatamente ad accarezzarlo, poi lo stringeva e lo rilasciava con la massima delicatezza. Nel frattempo le cose che io capivo erano sempre di meno. Non c'era vergogna, non c'era imbarazzo.. niente di tutto questo. A dire il vero, in quel momento sembrava la cosa più giusta del mondo.
Io: m-mhh..
Axel: ti ho fatto male?
Io: n-no, non ti fermare..
Axel fu felice di continuare e con il tempo prese anche più coraggio e dimistichezza. Era una delle cose più piacevoli che avessi mai sentito e non volevo che finisse per nessun motivo al mondo. Sentii Axel indietreggiare leggermente per evitare di sdraiarsi completamente e sistemarsi meglio su di me, poi mi resi conto che con la mano libera aveva raggiunto il gancetto del reggiseno e ancora una volta mi guardò.
Axel: pos~
Io: sì.
Axel mi sorrise, ma non fece in tempo a fare più nulla perché il campanello riprese a suonare più e più volte.
Io: se non è di vitale importanza, ucciderò chiunque sia lì dietro
Axel: ritira gli artigli, tigre. Fammi andare a vedere chi è -ridacchiò.
Io: andiamo, non sei per niente infastidito da questa interruzione?
Axel: certo che lo sono, ma se non vado a rispondere non ce ne libereremo mai
Io: allora vai, ma fa' in fretta
Axel: sarò più veloce di una saetta -rispose prima di alzarsi e precipitarsi alla porta.
Io: chi potrà mai essere a quest'ora poi.. -mi domandai tra me e me.
Axel: chi è? -domandò non appena alzò la cornetta.
XX: ciao Axel, sono la mamma di Yumi. Ti chiedo scusa se disturbo. Tuo padre è ancora a lavoro e mi ha chiesto se potevo riaccompagnare a casa Julia
Axel: ahh.. capisco, la ringrazio tanto per il favore
XX: scusami se ho suonato tante volte, ma ho notato che non rispondevi e ho pensato che stessi dormendo. Non volevo disturbarti
Axel: nono, si figuri. Ero sotto la doccia, per questo non ho sentito subito il citofono
XX: faccio salire Julia
Axel: va bene, grazie ancora per il favore. Buonanotte.
Io: chi era?
Axel: la mamma di Yumi. Ha appena riaccompagnato Julia a casa!
Io: c-cosa?! Di già?
Axel: sta già salendo, non faremo mai in tempo a darci una sistemata perciò va' in bagno e mettiti sotto la doccia
Io: ricevuto! -esclamai prima di alzarmi dal tavolo.
Axel: mio Dio, sei così bella.. -mi fermò e mi diede l'ennesimo bacio.
Io: Axel, non tentarmi!
Axel: giusto, hai ragione. Corri.
Mi precipitai in bagno e Axel andò alla porta per aprire a Julia.
Julia: fratellone, sei a casa!
Axel: ciao sorellina. Come mai sei tornata così presto?
Julia: Yumi non si è sentita bene
Axel: ohh.. davvero? Mi dispiace tanto
Julia: purtroppo sì, non abbiamo nemmeno fatto in tempo a cenare. Vado in cucina a cercare qualcosa da sgranocchiare
Axel: dove vai tu? Aspetta! -provò a fermarla per non farle vedere i nostri vestiti sparsi per tutta la cucina, ma Julia era una saetta.
Julia: perché sei senza maglietta?
Axel: stavo per andare a fare una doccia
Julia: e perché ci sono tutti questi vestiti in giro?
Axel: sono miei!
Julia: e da quando ci si spoglia in cucina?
Axel: sono molto stanco, così ho pensato di cominciare a svestirmi mentre stavo cenando, in modo tale da accelerare i tempi
Julia: però qui ci sono due divise..
Axel: una è di Axera
Julia: ahh.. ecco chi c'è sotto la doccia! Sentivo lo scorrere dell'acqua
Axel: già, proprio così. Ora però va' in camera tua, ti verremo a chiamare più tardi per la cena
Julia: va bene -andò in camera sua.
Axel: -raccolse tutti i vestiti prima di entrare in bagno- l'abbiamo scampata per un pelo
Io: sia ringraziato il cielo.. -mi affacciai dallo sportello della doccia.
Axel mi squadrò, incantato. Si era piacevolmente reso conto che ero rimasta con soltanto l'intimo addosso.
Axel: c-certo.. -fece cadere tutti i panni sporchi a terra.
Io: ne sei sicuro? -ridacchiai.
Axel: sicurissimo.. -rispose mentre chiudeva la porta a chiave e si avvicinava al box doccia.
Io: e ora che vuoi fare?
Axel: finire quello che ho iniziato -rispose prima di far sparire anche i suoi pantaloncini e fare il suo ingresso in doccia con solo un paio di boxer addosso.
{I miei tre righi}
Quant'è che manca alle vacanze esattamente?
Axera♤