Avevo preso una decisione: siccome avevo appena finito il primo semestre, avrei rimandato l'altro semestre di un anno. Sapevo che erano solo altri sei mesi, ma mi accorgevo di quanto Andrea si stesse impegnando a starmi accanto, ma di quanto fosse infelice a Milano.
Non era partito quando lo avevano fatto i suoi amici, e ora lo costringevo io a lasciare casa e lavoro. Non era giusto. Inoltre non ero molto in forze, e mi avevano detto che dovevo stare attenta a non fare sforzi, cercando di riposare il più possibile; non era una gravidanza a rischio, ma non doveva diventarla.
-"Quindi vorresti riprendere il corso l'anno prossimo a Marzo?" mi chiese Miranda, la preside della scuola.
-"Si esatto.. Pensavo di farcela, ma non è cosi.. Sono riuscita a finire gli altri quattro corsi, ma non me la sento di cominciare i nuovi, che sono molto più pratici che teorici!"
-"Certo Mia, capisco. Guarda, non c'è alcun problema visto il preavviso, e la tua gravidanza; magari teniamoci aggiornate, e chiamami a dicembre, cosí mi dici come va, e se pensi di farcela a tornare, cosí ti teniamo il posto!"
-"Grazie mille!" risposi contenta.
-"Figurati.. Quando si può, è bello venire incontro alle esigenze dei nostri studenti.. A presto cara!" disse alzandosi e stringendomi la mano.
-"A presto, e grazie ancora!"
-"Figurati.. E auguri per il bambino!"
-"Grazie!"
Era fatta. Ora dovevo solo comunicarlo ai ragazzi e ad Andrea. Chiamai prima i miei genitori, e lo avvisai che sarei tornata a Bologna; poi con calma, mi diressi in quella che per sei mesi era stata la mia seconda casa.
Mi fermai a fare un po' di spesa, perchè la notizia meritava una cena speciale; poi salii in casa e fui accolta da Ste, che mi tolse subito le sporte della spesa dalle mani.
-"Mia, potevi avvisarci! La facevamo noi la spesa!" disse lui in tono apprensivo.
-"Ma ho solo preso due cosine!" dissi togliendomi il giubbotto, e restando in un caldo vestitino di lana.
-"Due cosine eh?" chiese Andrea arrivandomi da dietro e abbracciandomi.
Solo gli abbracci mi erano concessi a quanto pare.
"Anzi: abbracci, e baci sulla fronte", pensai stizzita.
Non ne potevo più, e speravo che una volta a casa, questo sarebbe cambiato. Era per me diventato impossibile averlo accanto, ma non toccarlo. Saranno poi anche stati gli ormoni, ma avevo sempre piú voglia di stargli accanto e fare l'amore. Lui invece era stoico. Di pietra. Non cedeva di un millimetro, e io me ne dispiacevo.
Mi ero informata, e fino ai sei mesi di gravidanza si potevano avere rapporti senza problemi; poi nell'ultimo trimestre bisognava stare attenti, ma non era sconsigliato.
Volevo ritrovare il mio fidanzato.
-"Andrea?" chiesi girandomi leggermente.
-"Si?"
-"Vieni di là un attimo che devo parlarti?"
-"Va bene.." disse incuriosito.
-"Male male amico!" disse Ste sghignazzando.
-"Vedremo!" rispose Andrea.
-"Bhe quando una donna dice che deve parlarti, non è mai un buon segno!"
-"Ma io non sono una donna.. Sono la sua!" dissi facendogli una linguaccia, e facendo sorridere Andrea.
Lo presi per mano, e lo portai nella nostra camera. Chiusi a chiave la porta, e mi misi di fronte a lui.
-"Così non va.." esordii.
-"In che senso?"
-"Non ne posso più di averti vicino a me e non toccarti."
-"Ma non è vero.. Siamo sempre appiccicati.."
-"Ah si? No perchè a me sembra di avere un fratello vicino, non il mio fidanzato.. Stiamo insieme noi?"
-"Certo che stiamo insieme Mia!" disse quasi arrabbiato.
-"E allora perchè non mi baci? Perchè non mi desideri? Lo so che il mio corpo sta cambiando, ma devi dirmelo se non ti piaccio più.." dissi abbassando lo sguardo e accarezzandomi la pancia.
-"Mia quante volte devo ripetertelo? Io ti amo, mi piaci da impazzire, ma voglio fare con calma.."
-"Ma con calma di che?" sbottai.
-"Sei impazzita?" mi chiese stranito.
-"No.. Sono solo stufa.. Il mio corpo sta cambiando, la mia vita sta per essere stravolta, e il mio ragazzo non mi bacia nemmeno! Cosa dovrei pensare? Sono due mesi che viviamo assieme ormai, condividiamo lo stesso letto, e mai una volta che tu mi abbia sfiorata! Non sono di cristallo.."
-"Mia, io.."
-"No tu niente.. Da stasera trovati un altro letto.. Almeno dormendo da sola non avrò nessuno accanto che mi rifiuti.." dissi andando a chiudermi in bagno.
-"Esci Mia.." disse Andrea bussando alla porta.
-"Assolutamente no.. Vai a cenare.. Ne ho per un po'.."
-"Aprimi.."
-"No.." dissi svestendomi e aprendo l'acqua della doccia.
Mi sfiorai il viso e mi asciugai una lacrima. Ero diventata emotiva, e ogni cosa mi faceva piangere. L'assenza di Andrea però, mi faceva soffrire davvero.
Entrai nella doccia e mi misi sotto il getto dell'acqua, lasciando che le mie lacrime si mischiassero ad essa. Non mi accorsi della porta che si apriva, ma sentii chiaramente l'anta scorrevole muoversi. Mi girai.
-"Ma che cav.." iniziai a dire, ma fui subito interrotta.
-"Shh.." disse Andrea prendendomi il viso tra le mani e guardandomi negli occhi.
-"Ti amo stellina.." disse prima di premere le sue labbra sulle mie.
Non mi diede modo di rispondere, perchè mi travolse in uno splendido bacio. Mi aggrappai alle sue spalle, e mi resi conto che era praticamente nudo. Aveva solo i boxer. Lo abbracciai, e continuai a baciarlo, sperando che non si staccasse prima ancora che avessi il tempo di metabolizzare. Erano quattro mesi che non toccavo quelle labbra.
Le sue mani mi stringevano forte, una sulla vita e l'altra sui capelli.
-"Ti amo.. Ti amo.. Ti amo.. E ancora ti amo.. Non dubitarne mai.." mi sussurrò a fior di labbra, tra un bacio e l'altro.
-"Ti amo anch'io.." risposi mordendogli il labbro.
Lo strinsi fortissimo, tanto che avevo paura di avergli lasciato i segni, o di avergli fatto male, ma non ce la facevo ad agire altrimenti. Mi era mancato troppo.
Altra lacrime si aggiunsero a quelle di prima, ma queste erano lacrime liberatorie, di felicità.
-"Non starmi mai più lontano.." lo implorai con la testa sulla sua spalla.
-"Mai.. Ma tu non piangere.. Non volevo farti stare così male.."
-"Tu e i tuoi stupidi limiti autoimposti! Basta fare di testa tua.. Devi pensare insieme a me per certe cose.." lo rimproverai.
-"Si mammina.." mi prese in giro.
-"Bravo paparino.."
-"E adesso?" mi chiese accarezzandomi la schiena.
-"Adesso finisci di spogliarti, ci facciamo la doccia, ci asciughiamo e.." sussurrai imbarazzata.
-"E? Dimmi cosa vuoi Mia.."
-"Voglio te.."
Non mi disse nulla. Mi guardò, mi prese una mano, la baciò in ogni millimetro e se la pose sul cuore; poi mi mise le mani tra i capelli e mi baciò di nuovo. In maniera diversa rispetto a prima. Era più sensuale, e lentamente mi spinse contro al muro. Lo abbracciai, e sentii chiaramente la sua erezione contro di me.
La sua mano scese lentamente, accarezzandomi i seni leggermente ingrossati, fino ad arrivare sotto la pancia; si intrufolò in mezzo alle mie gambe, e lentamente, dopo avermi stuzzicata, mi penetrò con un dito.
Sospirai tra le sue labbra, e divaricai leggermente le gambe, invitandolo a continuare. Nel giro di pochi minuti, grazie alle sue mani, mi fece arrivare all'apice del piacere, e mi appoggiai con la bocca alla sua spalla per riprendermi dall'affanno.
-"Grazie.." mi sussurrò sul collo.
-"E di cosa? Dovrei essere io a ringraziarti.."
-"Di avermi permesso di farlo.. Sei stupenda, e.."
-"E sono tua!" dissi concludendo per lui.
Gli baciai il viso, poi ci insaponammo entrambi, indugiando particolarmente su alcune parti del corpo, poi ci lavammo e uscimmo dalla nostra bolla. Andrea, premuroso come sempre, volle asciugarmi i capelli, come faceva sempre quando ero impossibilitata, poi aspettò che mi fossi messa la biancheria intima, e finalmente andò ad asciugarsi anche lui.
Mi infilai una sua maglietta, e mi misi a letto. Avevo fame, e volevo andare a cenare; ma nulla mi avrebbe distolto da Andrea. Ero riuscita ad avvicinarlo, e volevo continuare su questa strada.