Capitolo LV - Mia

8.3K 175 7
                                    

Ero troppo contenta. Di lì a due ore, sarebbe arrivata Veronica, e con lei l'amore della mia vita, Michelle. Senza contare che quello era il mio primo giorno ufficiale di convivenza.
Se un anno fa, mi avessero detto di come sarebbe cambiata la mia vita, non ci avrei creduto, e invece eccomi qui, pronta per la svolta. Ero felice anche di essere riuscita a confessare ad Andrea quanto mi facesse schifo studiare Economia, ed ora tutto mi pareva in discesa.

-"Hai messo il sale?" chiesi ad Andrea fissando la crescente che avevamo preparato, nel forno.

-"Mmm non mi pare!"

-"Amoreee! Ma cavolo!" dissi ridendo e aggiungendolo prima che fosse tardi, come aveva specificato la ricetta.

-"Scusa chef!" disse abbracciandomi da dietro e baciandomi il collo.

-"Ehi ehi ehi! Niente distrazioni! Prima finiamo prima potremo rilassarci!" dissi staccandogli le mani dalla mia pancia e finendo di preparare la torta preferita dalla mia amica.

-"Ok ok.. Che rompi!" disse sbuffando e tornando ad affettare i pomodori.

Lo osservai: era proprio buffo. Se ne stava con l'aria imbronciata, con un ciuffo di capelli ribelli davanti, e le mani tutte sporche. Ma più di tutto, era bellissimo. Non mi stancavo mai di guardarlo, e di ripetermi quanto ero fortunata. Sapevo di non essere brutta, ma mai avrei immaginato di poter avere accanto un ragazzo così. Era bello, dolce, sempre attento, e mi amava. Anche lui aveva i suoi difetti, ma nulla di insormontabile. Se non fossi stata tutta acciaccata, avrei cercato di baciarmi i gomiti.

-"Scusa. Ma non potevo resistere al tuo sorriso!" disse baciandomi a stampo.

-"Quale sorriso?" gli chiesi sfiorandomi le labbra.

-"Quello che avevi e che hai ora.. A che pensavi?" mi chiese dandomi un altro bacio.

-"A te e a quanto sei bello.. Ma non dovevi continuare nella tua opera di sbuffi vari?"

-"No si sta meglio qui.. Ah si? E quanto sono bello?" disse passandosi una mano tra i capelli.

-"Ora che hai le meches rosse, poco!" dissi ridendo nel fissare i suoi capelli pieni di pomodoro.

-"Le meches?" chiese correndo nell'ingresso a guardarsi allo specchio.

Io non la smettevo più di ridere, e mi appoggiai al tavolo dal male alle costole. Ma non riuscivo a fermarmi.

-"Brutta serpe! Adesso te le faccio io le meches!" disse sorridendomi in maniera diabolica, e mettendo le mani nella farina, per poi avvicinarsi a me.

-"Non oserai!!!" dissi nascondendomi dietro ad uno sportello.

-"Oh si che lo farò! Adesso ti prendo!" disse soffiandomi addosso un po' di farina e raggiungendomi con due falcate.

Mi tenne ferma con una mano e con l'altra mi scompigliò i capelli, imbiancandomeli tutti.

-"Ti odio!" gli urlai, prendendo un po' di cioccolata fusa e spalmandogliela in faccia.

-"Vuoi la guerra eh?!" mi chiese retorico, spaccandomi un uovo sui capelli.

-"Non ci credo! I miei capelli!" urlai stizzita,"Questa me la paghi! E cara!"

Presi cose a caso dal tavolo, e gliele lanciai addosso, e lui fece lo stesso. Ero esausta e mi accasciai a terra. Viste le condizioni della cucina, non era il caso che tentassi la fortuna camminando, rischiando così di rompermi l'altra gamba. Andrea si sedette accanto a me, anche lui visibilmente provato, e mi appoggiò un braccio sulle spalle. Fissammo il disastro che avevamo combinato, ci guardammo negli occhi e dicemmo in corro:"Pizza?"

Una favola modernaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant