Capitolo I - Mia

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00.00, la festa stava prendendo il via. Musica alta, tutti sembravano divertirsi, e io come al solito mi ero fatta venire un'attacco di panico. C'erano troppe persone attorno a me.
Bel regalo stavo facendo alla mia amica. Lei, per fortuna, non sembrava averci fatto caso, poichè al momento, era intenta a ballare intorno al suo ragazzo, che per la serata s'era improvvisato DJ.

"Forza Mia, respira.. Un, due, un, due, respira piano e rilassati!" pensavo.

Ma non sembrò funzionare, e l'asma non accennava ad andarsene.
Dal cantuccio dove ero andata a rintanarmi non vedevo nulla, se non le stelle in cielo, e qualche macchina di altri invitati in arrivo.
L'aria fresca e l'erba sotto ai piedi stava aiutando, quei tacchi erano davvero insopportabili.
E proprio mentre stavo pensando alle mie scarpe malefiche, ecco che una voce maschile attirò la mia attenzione. Mi tirai subito in piedi e mi appiattii al muro. Non volevo che qualcuno mi vedesse in queste condizioni.
La voce non accennava ad andarsene e dopo un'iniziale tonfo, iniziai a sentire le parole ben scandite, e questo individuo non sembrava molto contento, anzi. Era assai alterato, e il motivo, lo capii poco dopo, quando fui scoperta.

-"Ehi tu! Ti ho vista sai? Sono tuoi questi trampoli? Ci sono appena inciampato e nella caduta, ho perso il mio telefono!" disse concitato.

Non potei fare a meno di soffocare una risata. Nella fretta di trovarmi un posto lontano dal trambusto, non avevo pensato a dove avevo lanciato le scarpe.

-"Ehm... Si, sono mie le scarpe... Scusami, sono stata davvero sbadata a lasciarle abbandonate nel prato, ma non immaginavo che qualcuno sarebbe venuto qui!"

-"Ah quindi sarebbe colpa mia? Spero tu stia scherzando!"

-"Calma, calma, calma! Non ho detto questo! Lasciamo perdere... Cerchiamo sto telefono!", abbastanza nervosa aggiunsi:"Toh, tieni il mio, così illumini per terra!"

-"Grazie" rispose, con un tono che più scocciato di così, non si poteva.

"Ma mi dico io, scocciato lui? Io semmai! Aveva disturbato i miei esercizi di respirazione! Anche se, un momento! Con il suo exploit mi aveva magicamente guarita! Quindi, forse, non gli si poteva dire granché" pensai.

Lo vidi che girellava con il mio telefono in mano, usandolo come torcia, e mi soffermai a guardarlo, anche se al buio non si notava granchè.
Di sicuro era alto, con i capelli corti e chiari, e spalle larghe. Indossava una felpa colorata, un paio di jeans e un paio di Blazer.
Era davvero buffo, perchè continuava a parlottare tra sè e sè.
Ad un tratto lo vidi piegarsi ed esultare.

-"Trovato!"

E senza nemmeno considerarmi, si mise al telefono, e mentre parlava, a grandi falcate percorse mezzo giardino.

"Che maleducato! Poteva almeno dirmi qualcosa e ridarmi il mio!" pensai.

Mi voltai un attimo ed era sparito, con il mio cellulare. Mi domandai come avrei fatto a trovarlo senza un nome o una faccia; inoltre la casa dove si svolgeva la festa, era immensa. Non sarei mai riuscita a girarla tutta e trovarlo.

Cercai di darmi una sistemata, mi rimisi le scarpe, riassestai i capelli e decisi di tornar dentro, alla ricerca dello sconosciuto. Anche perchè, era settembre, e cominciava davvero a far freddo in giardino.
Rientrai nella villa, evitando varie "mani morte", ragazze ubriache e ballerini improvvisati.
Salutai le mie amiche, che parevano divertirsi un mondo, e mi guardai intorno, senza riuscire a riconoscere il ragazzo del telefono.
Sconsolata, mi appoggiai alla parete e mi feci portare da un amico una Coca Cola.
Mentre ero sovrappensiero, sentii una mano sulla schiene, e sobbalzando mi girai.

-"Certo Giò che sei proprio scemo! Sai che odio essere toccata!"

Ma invece che il mio amico Giorgio, mi trovai di fronte uno splendido ragazzo, il classico "biondo-occhi azzurri", alto due metri, con uno strano sorriso.

Una favola modernaWhere stories live. Discover now