Capitolo LXI - Mia

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"Wow!" pensai entrando nella scuola John Kaverdash.

Era tutta mattina che giravo con Alberto per Milano, e quando ormai stremata e affamata, ero entrata alla Kaverdash, mi sono innamorata. Un ambiente moderno, con attrezzature fantastiche e un'immensa libreria piena di riviste e libri sulla fotografia.

Mi girai verso Alberto, con occhi sognanti e dissi:"Non mi importa cosa mi dicono: è lei!"

Si mise a ridere, poi mi rispose:"A primo impatto, è un gran bel posto, aspetta di sentire la presentazione e i costi, poi decidi!"

La segretaria ci fece accomodare nello studio della direttrice, che ci parlò per oltre un'ora; e la cosa che mi piacque di più, è che, a differenza delle altre scuole, non stava cercando di "vendermi un posto", ma anzi, essendo una scuola esclusiva che accettava solo 8 studenti l'anno, sapeva benissimo che non aveva bisogno di ricorrere a certi trucchetti, quindi presentò la scuola in maniera imparziale.

Facemmo il giro della scuola: vi erano due aule studio, un'aula per la camera oscura, una stanza con otto pc, i bagni, e una stanza enorme per gli shooting fotografici e per fare still life. Tutto studiato nei minimi dettagli.

Non c'era storia: il mio posto era lì.

Mi accordai con la direttrice per l'iscrizione e per il pagamento, poi uscimmo. Ero visibilmente rilassata, tant'è che quasi non sentivo più dolore alla gamba. L'avevo sforzata moltissimo: Alberto aveva cercato di portarmi sempre il più vicino possibile alle scuole con l'auto, ma ero comunque stata in piedi ed in giro per ore. Quindi non mi parve vero di sedermi in macchina.

-"Ah.. Non ne potevo più!" dissi chiudendo gli occhi.

-"Stai bene?" mi chiese subito Alberto.

-"Si si! Sono solo stanca.."

-"Ci credo.. Vuoi mangiare qualcosa fuori o ti porto a casa?"

-"Come preferisci!"

-"No Mia, dimmi tu.."

-"Portami in un bel posto allora!" gli dissi sorridendo.

-"E sia!" mi rispose mettendo in moto.

Mi portò in una pizzeria molto carina, nel centro di Milano, dove lavorava una sua amica, che non appena entrati, ci fece portare da bere e degli antipasti.

Il posto era davvero bello, ed era pieno di persone intenti a mangiare delle pizze alte, proprio come piacevano a me.

-"Allora ragazzi.. Cosa vi porto?" ci chiese Anna, dopo essersi presentata con me, ed aver abbracciato Alberto.

-"Per me una quattro stagioni e una Coca Cola.." disse Alberto.

-"Anche per me una Coca Cola, e come pizza, una bufala con salsiccia!"

-"Perfetto! Ve le faccio fare subito!" disse Anna, scomparendo dalla nostra visuale.

-"Hai chiamato Andrea?" mi chiese Alberto.

-"No! Cavoli!!!" dissi armeggiando con la borsa alla ricerca del cellulare.

Lo trovai dopo un paio di minuti, e lo chiamai immediatamente.

-"Ciao amore!" esordii dopo un paio di squilli.

-"Ciao piccola.. Allora?"

-"Dopo mille giri, ho trovato la scuola!" risposi raggiante.

-"Mi fa piacere amore! Dopo mi racconti tutto!"

-"E tu invece?" gli chiesi.

-"Ho fatto la selezione, e domani ho gli scatti! Dove siete?"

Una favola modernaOnde as histórias ganham vida. Descobre agora