Capitolo XLVI - Andrea

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-"Vieni dado?!" mi chiamò Ste dal campetto.

-"Arrivo!" dissi dando un'ultimo bacio a Mia prima di iniziare a giocare.

Nonostante il freddo, eravamo andati ai Giardini a fare due tiri a basket, visto che l'indomani avrei avuto la partita, e quella settimana avevo saltato un'allenamento.
Tra un tiro e l'altro mi giravo sempre a guardare Mia. C'era qualcosa che non andava, ma non capivo cosa fosse.

-"Che schiappa!!" mi gridò Gherry quando persi la palla.

Mi riscossi, e iniziai a giocare seriamente, facendoli neri.

-"Dicevi? Mangia pure la polvere!" dissi lanciandogli la palla.

-"Esaltato!" mi disse Albi, che era seduto affianco a Mia.

Facemmo qualche altro tiro, poi andammo a casa a cambiarci, visto che la sera i miei ci aspettavano per cena. Quei tre facevano parte della mia famiglia, e come tali, avrebbero presenziato.
Anche a casa, le cose con Mia non migliorarono: sembrava avesse visto un fantasma.

-"Amore mio.. Mi dici cos'hai? Non ce la faccio a vederti così.." le dissi baciandole una guancia.

-"Non lo so cos'ho.. Non mi sento bene.." disse appoggiando il viso contro il mio petto, sospirando.

-"Se vuoi non andiamo stasera.."

-"Figurati.. Adesso mi faccio una doccia e starò meglio.."

-"Ok cucciola, ma se cambi idea dimmelo.."

-"Tutto bene Mia?" s'informò Albi che aveva seguito la conversazione.

-"Diciamo di si dai.. Vado a prepararmi.." disse avviandosi in corridoio.

Non appena ebbe chiuso la porta, fissai Alberto.

-"Sono preoccupato.." dissi sinceramente.

-"Lo vedo.. E anche se non la conosco bene, si vede che c'è qualcosa che non va.."

-"Esatto.. Ma non riesco a capire cosa.. È già capitato che avesse attacchi d'asma che dopo la lasciassero stranita, ma mai così.. Forse le manca il nonno.. Boh.."

-"Non lo so amico.. Stasera vediamo di farla ridere!" disse abbracciandomi.

-"Grazie.." dissi ricambiando.

Questo era uno dei motivi per il quale Alberto era la persona alla quale ero più legato. Era sempre attento a tutto ciò che succedeva, e sapeva cosa dire e cosa fare.
Io e i ragazzi ci facemmo la doccia a turno, e ci preparammo tutti insieme, per non dar noia a Mia. In un'ora fummo tutti lavati e vestiti, e ci sedemmo sul divano ad aspettarla. Dopo una decina di minuti, vedendo che la porta era ancora chiusa, entrai in camera, e la vidi intenta a mettersi le scarpe.

Senza bisogno che le chiedessi nulla, mi disse:"Dado.. Ho una brutta sensazione.."

-"Perchè?" dissi avvicinandomi a lei, e carezzandole i capelli.

-"Non lo so.."

-"Ci sono io con te amore mio.."

-"Ok.. Andiamo.." disse alzandosi.

Indossava un paio di jeans, un maglione, e le converse: nella sua semplicità era perfetta. Raggiungemmo in salotto i ragazzi, e prendemmo due macchine, perchè in cinque con quattro cani non ci saremmo mai stati. Avremmo potuto lasciarli a casa, ma dai miei si sarebbero divertiti un mondo in giardino.

Una volta parcheggiato, liberai i cani nel prato, e prendendo per mano Mia, aprii la porta. Percorremmo il corridoio in silenzio, e quando entrammo in salotto ci fu l'assalto ai miei amici da parte di Tommy, Aurora, Carly e dei miei. Lele non c'era perchè era via per lavoro.

Una favola modernaWhere stories live. Discover now