Capitolo XLV - Mia

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La cena era squisita, e mi stavo divertendo da morire con i miei amici. Certo, mi mancava un po' Andrea, e non sapevo cosa stesse facendo, ma ero rilassata. Finita la cena rimanemmo solo io, Gio e Sara, perchè gli altri avevano un compleanno a cui partecipare.

-"Allora? Che facciamo?" chiese Gio.

-"Quello che volete ragazzi.." disse Sara.

-"Ah per me è pari anche 13, quindi decidete voi!" dissi bevendo un sorso d'acqua.

Eravamo ancora al ristorante, e potevamo decidere con calma, per quanto mi riguardava.

-"Mmm potremmo fare un giretto al Mambo, o al Cabala, poi andare a ballare.. Sennò direttamente a ballare!" disse Sara.

-"Bello il Mambo!" disse Gio.

-"E Mambo sia!" dissi io sorridendo.

Ci alzammo, prendemmo i giubbotti e uscimmo fuori. Aspettai che Sara e Gio fumassero una sigaretta, e nel mentre mi allontanai, visto che ero allergica al tabacco. Mandai un messaggio ad Andrea, in cui gli chiedevo come procedeva la serata, e gli comunicavo i nostri piani.

-"Andiamo Mia?" chiese Gio.

-"Si subito!" dissi andandogli in contro.

Sara aprì la sua macchina, ed entrammo. Una volta arrivati nei pressi del Mambo, constatammo che non c'era parcheggio.

-"Cavolo non avevamo considerato il fattore Cassero!" dissi riferendomi ad una discoteca lì affianco.

-"Niente Mambo direi.. Che facciamo?" chiese Sara.

-"Capannina?" disse Gio.

-"E sia!" dissi sperando di trovarci casualmente Andrea.

Così fu. Infatti, non appena riuscimmo ad entrare, intorno alle 2, lo individuai in mezzo ai suoi amici. Lui non si accorse di me, e io decisi di non correre subito da lui. Mi misi in modo da poterlo guardare: era bellissimo. Non riuscivo a credere alla mia fortuna di avere un fidanzato così.

-"C'è Andrea hai visto?" mi disse Sara.

-"Si si l'ho visto.. Adesso vado a salutarlo!" le urlai sopra la musica.

Mi diressi verso di lui, e gli poggiai una mano sulla spalla. Si girò e mi fissò stranito.

-"Ciao!" gli urlai all'orecchio.

-"Ciao!"

-"Come va la serata?"

-"Bene.. La tua?"

-"Benissimo ma mi manchi.." gli risposi.

Mi sembrava un po' strano nei modi, visto che non mi abbracciava neppure, ma sorvolai. Non mi disse che gli mancavo anch'io, e questo m'insospettì.
Lo abbracciai, ma lui mi scostò.

-"Non posso!" mi disse.

-"Come non puoi?"

-"Amo un'altra ragazza!" mi disse convinto.

E fu lì che capii. Aveva bevuto troppo. Invece che arrabbiarmi però, sorrisi.

-"Ah si? E come si chiama?" gli chiesi.

-"Mia.. Ed è proprio mia!" disse convinto.

-"Ti credo ti credo!"

Mi venne spontaneo, e gli stampai un bacio su una guancia. Non riuscivo a smettere di sorridere. Lo lasciai lì, e andai da Alberto.

-"Quanto ha bevuto?" gli chiesi.

-"Diciamo solo tanto!" disse ridendo.

-"Lo portate a casa voi?"

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