Capitolo XX - Mia

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"Sono arrivato piccola.. Buonanotte..o meglio.. Buongiorno :)" mi scrisse Andrea, e io lo lessi quando mi svegliai.

Questo perchè tra Bologna e Miami c'erano 6 ore di differenza. Quindi se qui erano le 4 del mattino, lì erano le 23.
Ero proprio felice per come si stavano mettendo le cose. Avevo fatto bene a lasciarlo parlare.

"Eccome se avevo fatto bene" pensai sorridendo.

Oltre a quel messaggio, ricevetti anche il numero di sua madre Vittoria e quello di Carlotta.
In modo che potessi accordarmi con loro per Aurora.
Avevo sempre avuto un feeling particolare con i bambini. Forse perchè li vedevo fragili come me, quindi provavo empatia per loro. Fatto sta che li adoravo.

Quella mattina avevo deciso che sarei rimasta a casa a dormire. In fondo avevo passato due notti insonni a rimuginare, quindi me lo meritavo.
Nel pomeriggio, ricevetti la prima video chiamata di Andrea, dove mi mostrò la casa e mi raccontò della prima serata a Miami. Era contento, e io ero felice per lui.
Capivo la sua passione per i viaggi, e la voglia di stare con i suoi più cari amici.

Passarono i giorni, e la trafila era sempre la medesima: mi svegliavo con un suo messaggio, nel pomeriggio ci sentivamo su skype, poi ognuno per conto suo, se non per qualche sporadico sms.
D'altronde, io avevo i nonni, l'università, il cane e gli amici da far coincidere, mentre invece lui si alzava alle 11 del mattino, andava in giro fino a sera, si fermava a cena a casa, poi andava a ballare.
Ero felice per lui, ma mi dispiaceva sentirlo poco.
Non ero mai stata brava con le distanze. Quando ero io a viaggiare, non chiamavo quasi mai a casa o gli amici, se non per qualche mail o chat su fb, mentre quando partivano gli altri, desideravo essere partecipe. Un controsenso.
Quindi non potevo pretendere granchè, e devo dire che, per non essere nemmeno la sua ragazza, si stava comportando davvero bene.

Dopo un paio di settimane, feci la conoscenza di due suoi amici: Stefano e Gherardo, perchè lo chiamai su skype, ma non essendo lui in casa, avevano risposto loro, e mi ero trovata davanti due bei ragazzi, che non vedevano l'ora di darmi un volto, visto che avevano solo sentito parlare di me.
La conversazione fu abbastanza breve, anche perchè stavano uscendo, ma mi piacquero molto.

Sentivo abbastanza la mancanza di Andrea, ma non giravo per casa tipo zombie, anzi, vivevo la mia quotidianità in attesa di sue notizie, che non tardavano mai ad arrivare. Nel complesso, ero serena.

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