The Promise

By heavnsqueen

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Volume 1 (completo - in revisione) "Chaos is me. And you don't have enough power to tame it, to tame me." Dia... More

Introduzione
Amore o inganno?
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SPAZIO AUTRICE
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SPAZIO AUTRICE
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SPAZIO AUTRICE
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Eros 1
Eros 1 (parte 2)
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Eros 2
Eros 2 (parte 2)
Eros 3
Eros 4
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Ringraziamenti
THE PROMISE 2

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By heavnsqueen

Lasciai il quadro alle mie spalle raccogliendo tutta la forza ancora risiedente nel mio corpo, mi avvicinai lentamente non distogliendo lo sguardo neanche per un'istante, con il corpo dolorante che urlava pietà <Leta?> risi a quell'affermazione stringendo l'addome tra le dita ancora impregnate del rosso di Satana <Tu dici?> le gambe ancora tremavano, la testa sembrava volesse esplodere, eliminare ogni ricordo, svanire e rinnegare il corpo di cui è proprietaria.

<Qui non si parla d'altro, "la Leta che ha osato varcare i confini", mi sorprende tu sia ancora viva.> i suoi capelli neri erano molto lunghi, superavano la schiena, mi parvero appartenere a Rapunzel versione crudeltà, ingiustizia e odio. Notai i suoi occhi grigi arricchiti da un ombretto nero accompagnato da un rossetto rosso e il vestito attillato e corto del medesimo colore, con una scollatura molto profonda a delineare la sua femminilità. Aveva una corporatura paragonabile a quella delle modelle, due gambe snelle dalla pelle lucida resi ancora più eleganti da due tacchi rossi ai piedi.

<Viva?> ripetei a bassa voce per poi avvicinarmi ulteriormente <Ti sbagli> le accarezzai i capelli sino ad arrivare fin sotto la guancia <hanno lavorato bene i vostri seguaci.> inclinai di poco la testa a sinistra continuando a fissare le mie dita che lentamente le delineavano la mascella.

<Ti hanno dato il benvenuto?> affermò sorridendo e allontanando la mia mano <No, io lo sto per dare a voi.> nel giro di pochissimi secondi la mano che prima la stava accarezzando, le strinse i lunghi capelli a partire dalla nuca e la trascinai con me fino alla sala centrale, il luogo in cui mi bloccò per la prima volta quella belva, il covo dei dannati, gli inferi che mi privarono nuovamente della speranza, che mi spogliarono della mia dignità e mi gettarono in braccio al tormento, nuovamente, senza alcuna pietà.

La gettai vicino alla donna legata al centro della sala, la vidi cadere ai suoi piedi, guardarla dal basso nonostante la società l'avesse posta a un livello più alto, nonostante fosse, agli occhi di tutti, migliore di quella donna.

Un crampo mi colpì il ventre e io lo strinsi piegandomi su me stessa per poi riprendere forza e rialzarmi con la testa alta. La guardai nel mentre che si resse in piedi e, con odio, cercò di avvicinarsi a me.

Presi la frusta posta ai piedi della donna legata e, sotto gli occhi di tutti i presenti, la utilizzai contro la nuova Rapunzel, la colpì con forza a ogni movimento che effettuasse verso di me.

Le stesse persone che prima avevano assistito non cercando di aiutarmi o di sottolineare quanto tutto ciò fosse ingiusto, ora, si erano alzate per difendere la loro compagna.

Dopo un primo momento di incertezza e confusione in cui cercarono tutti di comprendere cosa stesse accadendo, iniziarono a camminare verso di me volendo circondarmi, rendermi inerme e farmi inginocchiare a loro, come prima.

<Io sono una Beta.> disse Rapunzel stringendo con forza il braccio frustato da me poco prima <Non puoi farlo.> si resse in piedi scrutandomi da sotto le ciglia, con odio e guardandosi attorno per assicurarsi che tutti la volessero difendere.

<E io sono un'Umana.> strinsi ulteriormente la frusta e colpì chiunque si stesse avvicinando più del dovuto <Ma a nessuno è mai importato.> affermai a denti stretti prima di sentire uno sparo provenire dal corridoio in cui vi ero prima, in cui ebbi l'onore di incontrare il quadro di Satana, di sfiorarlo e di condurre con me un po' della sua essenza, mi guardai la mano ancora impregnata di rosso prima di alzare lo sguardo vedendo diversi uomini correre verso di noi.

Le urla pervasero quel luogo mentre altri spari si susseguirono sia dietro che dalla parte principale del locale, alcuni uomini chiusero la porta dalla quale entrai per la prima volta, dopo che una decina si presentarono in quella sala puntando le pistole contro tutti noi.

Abbandonai la frusta che avevo in mano nel momento in cui sentii un uomo correre e urlare impaurito verso di noi <È QUI. LUI È QUI!> inciampò diverse volta prima di concludere il corridoio e raggiungere il centro della sala <E-EROS È QU-> non riuscì a concludere la frase che morì sotto lo sparo di un uomo coi capelli rasati a zero e la barba molto folta, completamente tatuato, sotto lo sparo di Rafael.

A lui seguirono vari uomini prima che giungesse Luke, nel giro di pochissimi secondi mi ritrovai in mezzo a decine e decine di seguaci di Peter, tutti ammassati e spinti dai fucili di quelli che dedussi fossero i seguaci del König, come fossero delle bestie da domare.

Alcuni ubriachi, drogati e altri nudi si reggevano al centro terrorizzati da quello che stava accadendo.

Uscì davanti a Luke che mi guardò stupito e si avvicinò prendendomi da un braccio e conducendomi dietro di lui, strattonai il braccio liberandomi e lo guardai negli occhi <Dov'è Eros?> chiesi <All'inferno.> mi rispose lui con tono fermo spingendomi verso uno dei suoi seguaci che mi condusse a stare dietro di lui, dietro di tutti loro, lontana dal centro, lontana da quella donna e da quei dannati che ergevano impauriti dinanzi ai seguaci del König.

Coloro che prima mi circondarono volendo punirmi, dimostrarmi chi comandasse all'interno di questo locale, impedendomi di condurre il mio patimento al culmine, ora erano bloccati in mezzo, impossibilitati dall'uscita inermi, obbligati a sottomettersi con la forza al König.

I crampi si ripresentarono impedendomi di rimanere in piedi e causando la mia caduta davanti a tutti, venni sorretta da uno di loro, mi ressi al suo braccio, al tatto molto muscoloso con addosso una camicia nera che delineava ancora di più la sua forza, mi sentii rialzare, voltai gli occhi verso il suo volto non riuscendo a proferire parola, mi guardava deluso, come avessi causato la morte di un innocente, non immaginando che in realtà l'innocente che morì quella notte ero io.

Io rivissi nuovamente quel dolore, io mi stavo reggendo in piedi conducendo con la forza il mio corpo a sorreggermi, io stavo lottando contro la mia mente per rimanere lucida, per non permettere ai miei pensieri di distruggermi più di quanto non lo fossi già.

Abbassai lo sguardo allungando la mano verso il muro e tenendomi, lo psichiatra n. 7 mi guardò un'ultima volta per poi riprendere il braccio della sua vittima e gettarla in mezzo a tutti, Luke si avvicinò a fianco dello psichiatra puntando la pistola contro l'uomo a terra.

La riunione alla quale aveva intenzione di partecipare era la stessa i cui componenti si trovavano per terra, alcuni morti altri inginocchiati dinanzi a tutti i seguaci del König.

Rafael si avvicinò gettando un altro uomo per terra, li vidi tutti quanti stringersi fra loro dietro alla donna legata al centro, la guardai mentre impaurita stringeva gli occhi e i pugni, nel mentre che alcune lacrime le rigavano il volto e i piedi sfioravano il pavimento sperando di poterlo toccare completamente, di poter sorreggersi per fuggire da quella che sarebbe stata la tomba della maggior parte dei presenti.

Rapunzel si avvicinò e con coraggio disse <V-voi non potete farlo. Inizierà la guerra.> lo psichiatra rise e la guardò inclinando di poco la testa <Perché non è già iniziata?> chiese Luke avvicinandosi a loro, la donna non fece in tempo a rispondere che lo psichiatra prese in mano la sua pistola e gliela puntò contro sparandole.

Il proiettile le perforò la fronte bagnando di sangue l'intera camicia dello psichiatra e il suolo, si avvicinò lentamente al corpo prendendola dal collo e sollevandola davanti a tutti <Cos'era una Beta? Una Gamma?> la lanciò contro il bancone macchiando di sangue anche quel punto della sala.

Io rimasi appoggiata al muro guardando il tutto, non avevo mai visto lo psichiatra in questo stato, così feroce, senza una coscienza, privando della vita un'anima per aver commesso un peccato quale il coraggio.

Nessuno di loro smbrava voler fronteggiare i seguaci del König, nessuno sembrava voler andare contro queste decine di carnefici che reggevano con forza l'arma dei loro peccati, la causa di tanto dolore nel mondo, la pistola sinonimo di morte e distruzione.

Abbandonai il muro non appena sentì di potermi reggere nuovamente in piedi senza ulteriori crampi al ventre e mi avvicinai al centro della sala, sentii gli occhi di Rafael proiettati su di me, seguiti da quelli di Luke e dello psichiatra n. 7.

Mi ritrovai a pochi centimetri di distanza dalla donna che ergeva legata nel mezzo, presi una sedia da dietro il bancone e la avvicinai a lei per poi salirci e liberarla da quella presa, nel momento stesso in cui la slegai cadde a terra stringendosi i polsi ed emettendo dei bassi lamenti, scesi dalla sedia e la aiutai ad alzarsi, tutti ci stavano guardando ma nessuno ebbe il coraggio di avvicinarsi a me.

Se avessi effettuato la stessa azione prima, molto probabilmente mi avrebbero circondata per poi cercare in tuti i modi di farmi del male e farmi pentire anche solo di aver pensato di andar contro alle direttive del locale, ora, invece, tutti i seguaci di Peter, ogni Beta, Gamma o Delta, rimasero in silenzio pietrificati sul posto senza fiatare o opporsi a me.

La condussi nel luogo in cui ammirai quella distruzione poco prima <Rafael> sentii la voce dello psichiatra che richiamava il suo amico, quest'ultimo si tolse la giacca e me la porse, la avvolsi sopra a quella donna per poi avviarmi assieme a lei all'interno di una stanza vuota <Grazie> la sentii dire sottovoce mentre si tolse le pinzette sui capezzoli e sulle parti intime rannicchiandosi sul letto.

Cercai un lenzuolo e la coprì per poi uscire da quella stanza e tornare nella sala, da lontano vidi i seguaci del König porre tutti quanti per terra, inginocchiati.

Mi posizionai in mezzo allo psichiatra n. 7 e a Luke guardandoli tutti uno ad uno, riuscì a riconoscere gli uomini e le donne che assistettero alla mia sofferenza noncuranti del dolore a cui mi stavano sottoponendo, non provando pietà per una donna che stava supplicando libertà, che si sarebbe prosternata pur di non rivivere le medesime emozioni.

Li guardai dall'alto, con odio, non provando alcuna compassione per le loro vite, li vidi costretti ad abbassare la testa con diverse pistole puntante contro, mi sentii forte, mi sentii al di sopra di tutti loro, con il potere nelle mie mani assistendo al ritorno del tormento al suo origine.

Effettuai un passo in avanti superando lo psichiatra e Luke, stavo per ottenere ciò che più stavo desiderando: condurli a perdere loro stessi come io persi me stessa.

Sarebbero morti da lì a poco, di questo ero certa, eppure una parte di me stava pregando la nuova Diamond di mostrare misericordia e non permettere a quel genocidio di avvenire, di porsi contro Luke e lo psichiatra e far in modo che tutto ciò non giungesse a termine, di chiedere loro di ripensarci, di affermare che il König non sempre ha ragione, che ciò che stavano facendo era errato e che niente valeva come la vita di una persona.

Chiedere dove si trovasse Eros Knight, parlargli e chiarire chi fossi per poi implorarlo di concludere tutto questo e ordinare a tutti di smetterla, di chiamare il König inventando una scusa e risparmiare l'anima di questi dannati, di far in modo che Gesù potesse dimostrare di essere giusto e lasciare a lui il compito di punire questi mostri.

Di lasciare che sia lui a spedirli all'inferno tra le braccia di Satana che tanto ammirano e a cui sono devoti tanto da ergere un quadro per lui.

La vecchia Diamond stava chiedendo pietà mentre la nuova Diamond vendetta.

Mi stava sussurrando di concludere questo circolo e punire tutti loro, cosciente che Gesù come stette sulla sua croce a vedermi soffrire e alla mercé di quel mostro, starà a guardare noncurante anche adesso, se ne starà comodo bendandosi gli occhi e addossando la colpa a Satana come fosse l'unico responsabile, come se le azioni positive non possano contrastare le negative.

La nuova Diamond, la donna indipendente che voleva potere e autorità, che non avrebbe permesso a nessuno di schiacciarla nuovamente privandola della sua dignità e del suo corpo, macchiando la sua coscienza e impregnando di odio la sua anima, mi stava ordinando di non fermarli, di stare lì, ad osservare quei dannati, inginocchiati, morire davanti a me e pregare per le loro vite per poi vederli privati senza compatimento alcuno.

Mi chiedeva di non interferire lasciando ogni avvenimento seguire il suo corso e gustarmi quello spettacolo senza alcun risentimento, di non abbassare il testa e mantenerla alzata ammirando ciò per cui l'essere umano era stato creato e di cui è capace dall'inizio dei tempi: creare distruzione e impregnare di sofferenza e dolore ogni luogo in cui vi sia stato.

La vecchia Diamond chiedeva all'umanità che ancora vi era in me di fuoriuscire, invece, la nuova Diamond chiedeva vendetta.

Spedire verso le più alte fiamme degli inferi i dannati da cui erano fuggiti, macchiare di sangue quel locale e sfamare l'odio e la rabbia che vagava senza limiti nelle mie vene, che riempiva di veleno la mia mente e trasformava i miei occhi da un'opera d'arte piena di colori a una tavola grigia posta nel più buio dei magazzini, dimenticata da tutti, ricordata solo da se stessa.

Effettuai un passo indietro e guardai Luke nel momento in cui diede l'ordine di sparare, nel giro di pochissimi secondi quella sala divenne un mare di sangue, un pozzo pieno di peccati da cui i diavoli si sarebbero abbeverati. Dopo pochi minuti ogni anima che ancora possedeva un corpo e respirava con i battiti del cuore che permettevano al sangue di circolare nelle vene e di mantenere salda la vita, venne privata del proprio corpo, costretta ad abbandonarlo per dirigersi verso i più oscuri gironi dell'inferno, tra le fiamme ardenti che bruciavano alti i peccati da cui traevano il loro potere.

Sentii gli spari attraversare la sala cosciente che nessuna pallottola mi avrebbe colpita, sapendo che ero protetta, che in quella frazione io avevo potere e nessuno mi avrebbe potuto privare di esso. Mi sentii immune, dalla parte giusta.

Effettuai un sospiro di sollievo prima che il sangue giungesse alle mie scarpe, avevo appena dato ascolto alla donna potente che tanto sto desiderando di diventare, avevo appena dato inizio a una nuova fase della mia vita, avevo appena abbandonato quella bambina innocente che vagava felice nei prati all'oscuro di tutte le ingiustizie che il mondo le stava riservando.

Quelle pallottole non avevano ucciso solo quelle persone, avevano posto un freno anche alla mia coscienza, avevano dato inizio a una nuova me, una Diamond One che non avrebbe più permesso a nessuno di calpestarla come fosse il nulla, come non valesse niente.

Ho 20 anni, sono una Donna, e da oggi mai permetterò a qualcuno di schiacciarmi e andarsene, mai permetterò a qualcuno di rimanere impunito.

Mi voltai verso lo psichiatra che stava guardando le sue vittime e poi verso Luke che stava caricando la sua pistola, il primo alla mia sinistra mentre il secondo alla mia destra, e io in mezzo, tra due uomini che dall'inizio si mostrarono forti e potenti, privi di paura e pronti a giocare le loro stesse vite per ciò in cui credono e per la frazione a cui appartengono.

Il König è molto fortunato ad avere due uomini devoti come loro, e Eros, non appena capirò chi dei presenti è lui, gli farò i miei complimenti per non avere lasciato che la vita lo piegasse, per essersi risollevato ed essersi immerso in un mondo in cui il suo nome incute terrore in chiunque lo pronunci o lo ascolti.

Gli farò i miei complimenti per essere riuscito, da quando a 15 anni lasciò la sua famiglia andandosene, a non inginocchiarsi ma a far sì che fossero gli altri a prosternarsi al suo nome.

Mi rigirai verso quelle vittime cercando i miei stupratori ma non vidi nessuno dei due, né il moro e neppure il biondo, riuscì a contare tutti coloro che assistettero ma dei protagonisti del mio patimento non vi era traccia.

Strinsi i pugni al solo pensiero che fossero riusciti a fuggire e conservare il loro corpo e la loro anima da questa fine, che non avrebbero incontrato le fiamme degli inferi, che non avrebbero patito la stessa fine di tutte queste persone.

Una rabbia indescrivibile mi pervase in quel esatto momento non lasciando alcuna traccia della liberazione che provai pochi secondi prima, rendendo tutto quel sangue nullo ai miei occhi.

Li avrei trovati e li avrei fatti soffrire come loro fecero a me, non avrebbero patito la stessa veloce fine, no, avrebbero assaggiato la tortura della mia vendetta nel peggiore dei modi.

Non mi interessava più la loro morte, non avrebbe spento la fiamma che ardeva viva dentro alla mia mente, al mio cuore e al mio ventre, l'unica fine che avrebbe consumato l'ultima scintilla sarebbe stata la vista di loro prosternati a me che chiedevano pietà e io che dall'alto li avrei guardati non concedendo loro nessuna tipologia di liberazione.

Aumentando lo strazio e la pena, conducendoli a pentirsi dei loro peccati e a chiedere perdono, manovrando le loro emozioni, terminando ogni mio tormento.

Li avrei voluti vedere impregnati nel dolore trasformando i loro gemiti in urla strazianti, ai miei piedi impotenti di effettuare alcunché.

Impotenti dinanzi a me.

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