SPOTLIGHT

Per canyonmoon_stories

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«L'ingenuità sarà la tua rovina, piccola Genevieve.» La sua divisa da cheerleader e il portatile sempre a po... Més

00. Tightrope
01. Spotlight
02. Halloween
03. What if
04. Range Rover
06. Everything I Have
07. Backstreets
08. Bad Blood
09. Slowly
10. Tequila
11. For No Reason
12. Defenceless
13. Harmless & Diplomatic
14. Partners
15. Cherry Rolls
16. Goosebumps
17. Illogical
18. Wrong
19. Killer Hill
20. Raindrops
21. Closer
22. Safely
23. No Control
24. Feel So Close
25. Only You
26. Nightmare
27. Agony
28. Wondering
29. Blood
30. Flames
31. Stronger
32. Tempting Devil
33. Broken
34. Wake Up
35. Instincts
36. Cryptic
37. Malware
38. Shivers
39. Broken Hearts
40. Evil
41. Hurts So Good
42. Falling
43. Provocative
44. Heartbreak
45. Body Shot
46. No Lies
47. Beware
48. Same Mistakes
49. Stay With Me
50. Loading
51.1 Half a Heart ~ PRIMA PARTE
51.2 Half a Heart ~ SECONDA PARTE
52. Betrayal
53. Beggin'
54.1. Milkshake ~ PRIMA PARTE
54.2. Milkshake ~ SECONDA PARTE
55. Game Over
Epilogo
Ringraziamenti

05. The Match

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Per canyonmoon_stories

Atterrai perfettamente sul prato dopo aver eseguito due rovesciate consecutive. Gettai uno sguardo verso gli spalti, notando il modo in cui le persone mi osservavano e acclamavano. Amavo essere sotto i riflettori, spiccare tra tutti gli altri per le mie capacità.

Tuttavia, tra la folla che mi elogiava, una specifica persona non mi stava neanche guardando: Harry stava semplicemente chiacchierando con il coach, non degnando neanche di uno sguardo l'eccellente coreografia che avevo preparato. Le parole che mi aveva rivolto alcuni giorni prima erano ancora ben impresse nella mia mente: "odio le stupide cheerleader". Quel cliché mi perseguitava, come se tutti fossero capaci di eseguire tre avvitamenti in aria e atterrare perfettamente a piedi uniti sul prato senza lasciar trapelare neanche un briciolo di insicurezza e di sforzo sul volto.

Strinsi i pugni sui fianchi lanciandogli un lungo sguardo inceneritore, nonostante sapessi che non poteva vedermi. Ricominciai a concentrarmi sulla coreografia, scuotendo i pom-pom mentre facevo ondeggiare i fianchi seguendo il ritmo della musica. Io e Jessie eseguimmo una ruota in direzioni opposte, passando una dietro l'altra al centro del campo.

Quando atterrai, la gonnellina dell'uniforme si era lievemente alzata, ma non me ne curai mentre continuavo ad eseguire la coreografia. Il mio sguardo tornò distrattamente sull'assistente del coach - finalmente aveva iniziato a guardarci.

Mi voltai di spalle insieme alle altre, continuando ad ondeggiare i fianchi con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra. Raggiunsi le altre al centro per la posa finale, prima di sollevare facilmente una gamba verso l'alto, restando immobile in quella posa fino alle ultime note della canzone.

Mi voltai solo con la testa verso di lui, mordendomi il labbro inferiore per cercare di mascherare un sorriso compiaciuto. Riuscii a sentire perfettamente il suo sguardo bruciare sulla mia pelle mentre mi mettevo a posto la gonnellina e seguivo le altre verso gli spalti.

«Che manzo che è...» mormorò Jessie con sguardo sognante, osservando l'assistente del coach che ora era concentrato sui ragazzi nel campo.

«Se almeno fosse tanto simpatico quanto bello...» commentai alzando gli occhi al cielo annoiata.

«Ci hai parlato?» mi chiese confusa, mentre si sedeva su uno dei gradini al mio fianco.

«Sì, è odioso» sbuffai, poggiando le mani dietro di me per reggere il mio peso.

Lo osservai mentre continuava a mantenere un'espressione concentrata, con le braccia strette al petto e il mento alto. Il pomo d'Adamo sporgeva dalla sua gola, mentre i bicipiti si gonfiavano sotto la sua pelle tesa. Alcuni tatuaggi contrastavano con il suo colorito chiaro visibile grazie alla luce dei fari del campo, mentre i capelli ricci e scuri circondavano il suo volto serio e impassibile.

«Di che parlate?» chiese Madison sedendosi sul gradino alla mia sinistra.

«Del fatto che Evie non ci ha detto del suo incontro ravvicinato con Mister Muscolo» spiegò Jessie, indicandolo con una mano.

«Mister Stalker, vuoi dire...» sospirai, alzando gli occhi al cielo prima di riportare lo sguardo su di lui.

«Che bello, finalmente un argomento diverso dagli addominali di Noah!» commentò Madison elettrizzata prima di lanciare un'occhiataccia alla mora. Se non le avessi conosciute avrei pensato che quelle due si odiassero a morte.

«Perché stalker?» chiese Jess ignorando la frecciatina di Maddie.

«Niente di che...» scrollai le spalle, come se l'argomento non mi tangesse minimamente. In realtà ero non poco turbata dagli avvenimenti degli ultimi giorni, ma non volevo ingigantire ulteriormente la questione e aumentare l'ansia che già mi perseguitava a sufficienza. «C'è una Range Rover che credo mi segua da circa una settimana. E casualmente, Harry ha proprio una Range Rover» spiegai, controllandomi distrattamente lo smalto alle unghie per fingermi indifferente.

«Si chiama Harry?» chiese Jess sorridendo mentre spalancava gli occhi.

«Concentrati, cretina» sbuffò Madison, «Ti ha appena detto che forse la sta pedinando!» affermò, dandole un leggero colpetto sulla testa.

Jess le lanciò un'occhiataccia prima di voltarsi di nuovo verso di me.

«Però,» ripresi la parola, «prima ho visto di nuovo una Range Rover ma lui era insieme a quelli della squadra e non in auto» spiegai. «Magari sono solo paranoie» scrollai le spalle, cercando di rassicurare loro e me stessa.

«Forse sì» annuì Jessie, «Magari sono solo coincidenze»

«Sembra che sia sempre ovunque in qualsiasi momento...» mi lamentai, esasperata. «Era lì persino quando ho messo il video di Bonnie alla festa di Halloween!»

«Okay, forse è uno stalker, allora» mi appoggiò Madison.

«Ma uno stalker con molto fascino» ghignò Jess, lanciando uno sguardo malizioso a Mister Stalker che era occupato ad osservare i passaggi della partita.

«Ma non avevi detto che Noah fosse più bello?» le chiesi confusa.

«Ovvio, ma lui è figo» scrollò le spalle.

Presi ad osservare i movimenti dei giocatori in campo, intenta a comprendere quale delle due squadre stesse vincendo. Eravamo in vantaggio, nonostante gli avversari sembrassero essere piuttosto forti.

«Ti ha più scritto?» le chiesi, continuando a tenere lo sguardo sui giocatori.

«No» scosse la testa, «Dite che dovrei farlo io?»

«Ma assolutamente no!» urlò Madison riuscendo quasi a stonarmi un orecchio.

Luke aveva la palla, stava correndo a tutta velocità verso l'aria di meta mentre gli avversari tentavano di ostacolarlo.

«Magari ha solo segnato male il mio numero» fece Jessie, «Gli scriverò solo un "hey"»

Un giocatore piuttosto grosso iniziò a dare spallate a mio fratello. Ma non dovrebbe essere fallo? - mi chiesi.

«Smettila o ti lancio una scarpa in faccia» asserì Madison, indicandosi le sneakers bianche che aveva ai piedi.

Il giocatore dalle spalle grosse -il numero diciotto- si pose davanti a Luke, il quale non riuscì a fermarsi prima di scontrarsi con lui.
Fu un attimo: il diciotto si avventò su di lui per prendere la palla, mio fratello provò a divincolarsi, ma si schiantarono entrambi al suolo, accompagnati da un boato del pubblico. Mi alzai in piedi con gli occhi spalancati, mentre mi portavo entrambe le mani davanti alla bocca per lo shock. Il cuore prese a martellare rapidamente nel mio petto, mentre osservavo il corpo del numero diciotto che schiacciava quasi completamente quello di mio fratello.

L'avversario si sollevò solo dopo alcuni secondi, mentre il corpo di Luke restava inerme sul prato senza dare nessun segno di vita.

I compagni di squadra di mio fratello corsero a circondarlo per capire la gravità della situazione, mentre le mie gambe si muovevano spontaneamente per raggiungerlo. Avevo un pessimo presentimento.

Quando arrivai nel punto del campo dove si trovava mio fratello, la massa di giocatori non mi permetteva di vedere nulla. Incontrai gli occhi azzurri del miglior amico di Luke, il quale stava cercando di capire le sue condizioni.
«Niall, che sta succedendo?» sibilai, con il respiro mozzato in gola e le mani tremanti.

«Evie, non guardare» mormorò, scuotendo la testa con espressione tesa. Una serie di possibili situazioni che avrebbero potuto materializzarsi davanti ai miei occhi si crearono nella mia mente. Dovevo sapere cosa diamine gli era successo.

Fui costretta a chiedere almeno una decina di volte il permesso e spintonare diversi giocatori prima di poter finalmente arrivare a guardare la scena.

Ma avrei preferito non farlo, avrei preferito non osservare l'osso del ginocchio di mio fratello completamente distorto dalla sua normale posizione, non sentire i gemiti di dolore che stavano lasciando la sua gola.

Un senso di nausea pervase ogni centimetro del mio corpo, mentre mi voltavo con le labbra spalancate e una mano sul viso a coprirle. I miei occhi improvvisamente colmi di lacrime incontrarono quelli di Harry, che era probabilmente appena arrivato lì per osservare la situazione.

Mi fissò per alcuni istanti, mentre delle lacrime iniziavano a sgorgare dai miei occhi senza che neanche me ne rendessi conto.

La sua mano raggiunse improvvisamente la mia schiena, avvicinandomi a sé fino a quando non mi ritrovai con il viso contro il suo petto.

«Shh, non guardare» sussurrò, accarezzando leggermente i miei capelli. Uno strano senso di calma si diffuse nel mio corpo quando il meraviglioso profumo rilasciato dalla sua pelle penetrò nelle mie narici.

Percepivo i suoni attorno a me come un brusio ovattato, mentre nel petto di Harry sentivo rimbombare la sua voce in seguito alle parole che pronunciava. Continuavo a tenere gli occhi chiusi, mentre l'immagine che avevo appena visto continuava a proiettarsi nella mia mente, mandandomi brividi di terrore e agitazione lungo la schiena.

«Me ne occupo io» lo sentii mormorare, prima che mi allontanasse dal suo petto con un movimento delicato.

Inspirai ed espirai lentamente, mentre cercavo di trovare la forza per riaprire gli occhi e vedere di nuovo quella stessa scena.

«Lo porto in ospedale» affermò con tono serio, rivolto probabilmente al coach.

Posso farcela - pensai, prima di riaprire gli occhi e tornare alla realtà. Il corpo di Luke era ancora sul prato, Harry stava facendo segno a tutti i giocatori che lo accerchiavano di spostarsi, mentre si avvicinava a lui.

Lo vidi chinarsi verso il suolo, mentre le labbra di Luke continuavano a rilasciare lamenti e gemiti tanto forti da non voler neanche immaginare quanto intenso potesse essere il dolore che stava provando.

Harry afferrò il suo braccio, portandolo a circondare le sue spalle per sollevarlo. Luke contrasse violentemente la mascella, probabilmente per cercare di sopportare la sofferenza lancinante che stava provando, mentre pian piano si sollevava sulla gamba non ferita. Fui costretta a distogliere di nuovo lo sguardo per non permettere ad un conato di attraversarmi, mentre Harry iniziava ad aiutarlo a spostarsi.

Li seguii mentre raggiungevano lentamente l'uscita del campo, con Luke che era costretto a saltellare su un solo piede e Harry che cercava di sostenerlo con il suo braccio.

«Aspetta» mormorai, prima di pormi dall'altro lato di mio fratello per cercare di fornirgli un maggiore sostegno. «Vengo anch'io in ospedale» asserii voltandomi a guardare Harry.

Lo vidi annuire silenziosamente, mentre pian piano raggiungevamo il parcheggio della scuola.

Lasciai che il braccio di mio fratello scivolasse via dalle mie spalle quando raggiungemmo la Range Rover di Harry. Quest'ultimo aprì l'auto dopo aver afferrato le chiavi dalla tasca dei suoi pantaloni. Mi feci più avanti per aprire la portiera posteriore dell'auto e permettergli di entrare, mentre Harry continuava a sostenere mio fratello con un braccio.

«Puoi mettere quella nel portabagagli?» mi chiese Harry, indicando la valigetta nera che si trovava sul sedile posteriore.

Annuii, prima di sporgermi per afferrarla e lasciare che Harry si occupasse di far prendere posto a Luke con la gamba lesa stesa sul sedile.

Strinsi il manico dorato della valigetta con il respiro ancora accelerato e le mani che tremavano per l'agitazione.

Feci alcuni passi per raggiungere il retro dell'auto e riporla nel baule come mi aveva detto, ma il peso dell'oggetto lo fece scivolare via dalle mie dita.

La valigetta cadde al suolo con un tonfo, rimbalzando alcune volte sull'asfalto prima di scivolare a qualche metro di distanza.

«Tutto bene?» mi chiese Harry, alzando leggermente la voce per farsi sentire.

«Sì, sì» annuii, «Mi è solo caduta. Ha fatto un brutto suono, non vorrei che si fosse rotto qualcosa» aggiunsi mentre andavo a recuperarla.

«Non preoccuparti» rispose, mentre chiudeva la portiera posteriore per poi andare a sedersi velocemente sul sedile dell'autista.

Mi accovacciai non appena arrivai di fronte ad essa, iniziando ad aprirla per essere sicura che non si fosse rotto nulla all'interno.

«Controllo solo che-» mi bloccai, non appena il mio sguardo cadde sul contenuto di quella dannata valigetta.

//spazio autrice//

Buonaseraaaa

Capitolo un po' più breve del solito solo per lasciarvi la suspance🙃

Cosa ci sarà nella valigetta?👀

Se avete teorie spillate👀👀

Fatemi sapere cosa ne pensate se vi va❤

(Ma quanto era piccinoooooo🥺🥺❤)

Continua llegint

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