[1] 𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙊𝙥𝙚𝙣 𝙀𝙮𝙚𝙨 » Draco Malfoy

2.30

FUORI DAL CAMINO

L'esame in cui molto probabilmente sarei andata meglio, Pozioni, era fissato per quel lunedì. Invece che mettermi a ripassare come una forsennata come i miei compagni decisi di andare nell'ufficio di Piton, stavolta con la ferma determinazione a non accettare un rifiuto. Fui fortunata, perchè lo incrociai proprio mentre stava uscendo. «Professore, dovrei parlarle» gli dissi.

«Sono molto impegnato, Potter» rispose freddamente.

«Non ho dubbi» dissi, vagamente scettica «ma le assicuro che le ruberò solo pochi minuti. E' importante»

Piton mi studiò con lo sguardo per una manciata di minuti, prima di aprire la porta del suo ufficio. «Entra» disse arcigno.

Entrai nel suo ufficio. Il professore mi seguì e si richiuse la porta alle spalle. «Allora?» mi disse, in attesa.

«Signore, lo so che mi sta evitando perchè probabilmente non vuole parlare di quello che ho visto nel Pensatoio, ma-»

«Hai intuito bene, Potter» mi interruppe bruscamente «puoi andare» e mi fece cenno verso la porta.

«No» dissi io ostinata, incrociando le braccia «senta, non voglio mettermi qui con lei ad analizzare quel ricordo, volevo solo farle sapere che adesso capisco perchè disprezzava mio padre. Non mi è piaciuto per niente quello che ho visto, e già da un po' mi sto chiedendo come abbia fatto mia madre a sposarlo, ma comunque non è questo il punto. So che quella non è stata l'unica occasione in cui è stato preso di mira, e... be', visto che mio padre non c'è più, ci tengo a scusarmi da parte sua»

Piton mi fissò come se fossi impazzita. «Come, prego?» disse lentamente.

«Mi scuso da parte sua» ripetei un po' più forte «con lei era più che terribile. Non l'ho mai conosciuto, ma ho la sensazione che se fosse ancora vivo al momento si vergognerebbe. E se non lo facesse, lo farei vergognare io»

Dondolai sui talloni, a disagio per il suo silenzio. Decisi quindi di uscire; posai una mano sulla maniglia, quando finalmente parlò. «Sei incredibilmente simile a tua madre, Potter» disse Piton in un sussurro appena udibile.

Mi girai a guardarlo. «Fisicamente sì. Ma Felpato dice che caratterialmente assomiglio più a mio padre»

Piton parve non voler rispondere. La sua espressione era, per la prima volta in vita mia che la vedevo, malinconica. Quando uscii sentii chiaramente il suo bisbiglio appena accennato, come se parlare gli facesse male: «Si sbaglia».

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L'esame scritto di Pozioni per me fu estremamente facile, come ampiamente previsto. L'esame pratico del pomeriggio fu un trionfo assoluto, anche se dovetti trattenermi dall'aggiungere cose al mio intruglio come al solito.