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AD OCCHI APERTI


Voldemort distolse lo sguardo da Harry, e prese ad esaminarsi il corpo

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Voldemort distolse lo sguardo da Harry, e prese ad esaminarsi il corpo. Le mani erano come grossi, pallidi ragni; le lunghe dita bianche sfiorarono il petto, le braccia, il viso simile ad un teschio e sprovvisto di naso -al suo posto c'erano solo due piccoli fori. Gli occhi rossi dalle pupille verticali come quelle dei gatti scintillarono ancora più vivide nell'oscurità. Alzò le mani e fletté le dita, l'espressione rapita e trionfante. Non badò affatto a Codaliscia, che giaceva a terra a contorcersi sanguinando, né al grosso serpente che era tornato strisciando e ci girava di nuovo intorno sibilando. Voldemort fece scivolare una di quelle sue mani dalle dita innaturalmente lunghe in una delle tasche e ne estrasse una bacchetta. La sfiorò con dolcezza e la puntò su Codaliscia, che venne scagliato ai nostri piedi. Poi ci guardò, e rise. Una risata acuta, fredda, senza gioia che mi fece rabbrividire profondamente.

«Mio signore...» piagnucolò Codaliscia con voce soffocata «mio signore... avevate promesso... avevate promesso...»

«Fuori il braccio» disse Voldemort pigramente.

«Oh, padrone... grazie, padrone...»

Tese il moncherino sanguinante, ma Voldemort rise di nuovo. «L'altro braccio, Codaliscia»

«Padrone, padrone... per favore...»

Voldemort si chinò e afferrò il braccio sinistro del ratto, spingendogli la manica della veste oltre il gomito. Il tatuaggio che avevo Visto altre volte nelle mie Visioni spiccò sulla sua pelle pallida. Era il Marchio Nero. «E' tornato» disse piano «se ne saranno accorti tutti... e ora vedremo... ora sapremo...». Premette il lungo indice bianco sul Marchio di Codaliscia, facendolo diventare ancora più nero di prima. Doveva agire come una sorta di richiamo.

Con un'espressione soddisfatta Voldemort si rialzò, gettò indietro la testa e osservò il cimitero nell'ombra. «Quanti avranno il coraggio di tornare quando lo sentiranno? E quanti saranno così sciocchi da rimanere lontani?» sussurrò, gli occhi rossi che passarono rapidamente dalle stelle al mio viso «Tu lo sai, ragazza, non è vero?»

Fissai le sue pupille rosso sangue e realizzai con stupore che sì, lo sapevo. Senza preavviso una sfilza di nomi, associati a dei volti mascherati, mi passò davanti agli occhi. Li vidi tutti lì, a sbucare timidamente dalle ombre, increduli. Avery, Macnair, Tiger, Goyle... Malfoy, anche...

Cosa cazzo mi stava succedendo? Era una Visione, quella? Perchè non avevo perso i sensi?

Voldemort prese a camminare avanti e indietro di fronte a noi con un sorriso crudele stampato sulla faccia serpentina. «Vi trovate sui resti di mio padre» sibilò dolcemente «un Babbano e uno sciocco... molto simile alla vostra cara madre. Ma entrambi hanno avuto la loro utilità, vero? Vostra madre è morta per difenderti, Harry Potter, quando eravate bambini... e io ho ucciso mio padre, e vedete come si è dimostrato utile da morto...». Rise ancora, andando avanti e indietro e guardandosi intorno. «Mi chiedo se lo stesso destino è riservato anche a te, Lydia Potter. Per anni mi sono chiesto quale deve essere il tuo ruolo in tutto questo... e forse sto iniziando a comprenderlo». Un sorriso sgradevole gli deformò la bocca pressoché inesistente. «D'altronde sei molto dotata, non è vero? Sono pronto a scommettere che non esiste nessuno che un anno di età riesce a resistere ad una Maledizione Crociatus come hai fatto tu, e per giunta dalla mano del Mago Oscuro più potente-»

[1] 𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙊𝙥𝙚𝙣 𝙀𝙮𝙚𝙨 » Draco MalfoyWhere stories live. Discover now