2.13

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THE', VERITASERUM E DISPREZZO


«Vuoi che ti aspetto?» mi chiese Daphne alla fine della lezione

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«Vuoi che ti aspetto?» mi chiese Daphne alla fine della lezione.

Scossi la testa, mettendo la borsa sulla spalla. «No, ti raggiungo dopo» le dissi.

Andai alla cattedra e la Umbridge mi accolse con un sorriso. «Signorina Potter, mi segua nel mio ufficio, prego» disse alzandosi. La seguii su per le scale ed entrai dietro di lei.

Era irriconoscibile. Le superfici piane erano state ricoperte da tovaglie e pizzi. C'erano parecchi vasi pieni di fiori secchi, ciascuno posato sul suo centrino, e su una delle pareti era appesa una collezione di piatti ornamentali, raffiguranti gattini in technicolor, ma ognuno con un fiocco diverso al collo. Erano così orrendi che non riuscii a non fissarli costernata.

Merlino, era tutto... rosa.

Rosa ovunque.

«Si sieda, cara» mi disse zuccherosa «desidera una tazza di thè?»

«Sì, gra-»

"Verserò una sola goccia nel thè. E' così minuta... basterà".

Dissimulai l'improvvisa interruzione con un paio di colpetti di tosse. La mano che avevo visto stringere la fiala aveva le dita tozze smaltate di rosa e una gran quantità di anelli orridi ed era sicuramente della Umbridge. Che cosa mi voleva mettere nel thè? Il liquido era incolore, e-

Per la miseria. Veritaserum.

Ero nei guai fino al collo.

La Umbridge, girata verso il bollitore, si girò a guardarmi. «Tutto bene?»

«Oh, sì, non è niente» le dissi con un finto sorriso cordiale. Gli ingranaggi del mio cervello stavano lavorando freneticamente; non avevo un antidoto al Veritaserum, e se la pozione fosse stata potente anche una sola goccia poteva far grossi danni.

«Allora, signorina Potter» disse la rospa, trafficando con le tazzine «ha passato una bella estate?»

«Oh, sì, grazie, professoressa» dissi, decidendo di fare buon viso a cattivo gioco.

La guardai versare l'acqua nelle tazze. Aggiunse quattro zollette di zucchero e un po' di latte nella sua. «Come gradisce il thè, cara?»

«Una zolletta, nient'altro» risposi.

«Lei vive con i suoi zii babbani, non è vero?» mi chiese. La vidi mettere la zolletta del mio thè, e poi fare un movimento strano, fulmineo. Doveva aver aggiunto il Veritaserum.

«Esatto» replicai mentre si girava con le tazze in mano.

Mi posò davanti quella "corretta" e si sedette sorridendo. «Prego, cara. Beva, prima che si raffreddi» mi disse, prendendo un sorso della sua «non c'è niente di meglio di un buon thè, non ho ragione?»

[1] 𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙊𝙥𝙚𝙣 𝙀𝙮𝙚𝙨 » Draco MalfoyWhere stories live. Discover now