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IL CAGNONE SULLA MONTAGNA


Una delle cose più belle nei giorni successivi fu che smisi totalmente di ricevere occhiatacce dagli altri studenti

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Una delle cose più belle nei giorni successivi fu che smisi totalmente di ricevere occhiatacce dagli altri studenti. La mia impresa al Lago Nero mi aveva fatto guadagnare credito ai loro occhi e li aveva fatti dimenticare dell'articolo della Skeeter (non che mi importasse, chiaro, ma non rischiare di finire in infermeria per una lettera piena di pus di Bubotubero o una fattura lanciata male era decisamente un gran sollievo). Persino la Parkinson e la sua banda di galline avevano smesso di cercare di vendicarsi, quindi giravo tranquilla.

All'inizio di marzo il tempo divenne più tranquillo, ma venti crudeli minacciavano di congelare le chiappe a chiunque fosse pazzo abbastanza da uscire nel parco. La posta venne consegnata in ritardo per via del tempo, e Vega tornò dopo quasi un mese di assenza dopo che l'ebbi prestata a Fred e George, e in pessime condizioni. La nutrii e la curai, creandole un trespolo nel Laboratorio, prima di uscire alla ricerca dei gemelli con la precisa intenzione di strangolarli.

«Quindi, fatemi capire» ripetei, spostando lo sguardo da Fred a George dopo che mi ebbero spiegato dove avevano mandato la mia Vega «quello stronzo di Bagman vi ha pagato con i soldi dei Leprecauni e gli state mandando dei gufi minatori»

George annuì. «Si rifiuta di pagare» disse «stiamo cercando di beccarlo da solo, ma è difficile. Quando viene qui per il Torneo non si trattiene mai più del dovuto. Scappa quasi subito dopo la fine delle prove»

Mi picchiettai un dito sul mento. «Dovete parlare con Harry, magari può aiutarvi. Si comporta in modo strano con lui» consigliai «lo prende da parte, cerca di aiutarlo a vincere il Torneo... credo che abbia scommesso su di lui. In ogni caso, se vi serve qualcosa...»

«Non ti preoccupare, Lyssy» mi rassicurò Fred «abbiamo un piano...» e si scambiò un sorrisetto poco rassicurante con il gemello.

Scossi la testa e li salutai, scendendo nei sotterranei per la doppia lezione di Pozioni. Arrivai proprio nel momento in cui la Parkinson lanciava una rivista a Hermione, che la prese al volo, e Piton apriva la porta della classe facendo cenno a tutti di entrare.

«Che succede?» domandai a Daphne, prendendo posto accanto a lei.

Fece una smorfia in risposta. «La Skeeter ha scritto della Granger sul Settimanale delle Streghe»

«Eh? Dici sul serio?»

«Già. L'ha massacrata. Ha anche intervistato Pansy»

Aggrottai la fronte, buttando un occhio al tavolo dei Grifondoro. Ron sembrava furioso, Harry preoccupato, mentre Hermione era impassibile. Buttò il giornale sulla sedia vuota accanto a lei. Estrassi la bacchetta. «Accio» borbottai, e quello mi volò in mano. I tre mi guardarono confusi e io mi limitai a stringermi nelle spalle, aprendolo.

[1] 𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙊𝙥𝙚𝙣 𝙀𝙮𝙚𝙨 » Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora