Abbassa lentamente lo sguardo verso le mie labbra e poi ancora più giù.

Oh, giusto, la mia maglietta scollata.

Torna a guardare i miei occhi.

«Dicevo. Sono le cosce. Sono le curve. È la conca che il bacino forma con la vita, quella che il busto forma con il seno. È il collo che sale vertiginosamente dalle spalle e arriva al viso. Il corpo è arte» sussurra per poi tornare a guardare la mia scollatura.

«Secondo me invece è che sei un pervertito della madonna» annuncio con un sorrisetto, staccandomi e allontanandomi.

Mi sedetti sulla tomba di fronte a lui.

«Come riesci a dire queste cose ad alta voce?» chiedo seria e lui sorride.

«Azaleya. È normale. Sai, sei strana. I demoni scopano. Scopano un botto» chiarisce lui provocandomi qualcosa alla faccia, alla gola.

Sento la gola tendersi e le guance incurvarsi verso l'alto, seguite dalle mie labbra.

«Che cazzo sta succedendo alla mia faccia?» domando incredula.

Un sorriso.

Come si chiama questa emozione? Felicità? O divertimento?

«Azaleya! È la tua prima emozione?» domanda il ragazzo facendo uno scatto verso di me e inginocchiandosi davanti al mio corpo seduto sulla tomba.

Scuoto la testa.

«È la prima volta che provi il divertimento, però. Dico bene?» sta sorridendo pure lui e annuisco.

Mi afferra una mano. È così caldo che mi fa invidia.

«Fai battere il tuo cuore per me. Mi piace sentire il cuore» gli chiedo e lui lo fa.

Fa partire il suo cuore che aveva fermato.

«Sono felice. Dico davvero. Hai provato il divertimento» annuncia mentre gioca con il mio braccialetto.

Prima che potesse parlare di nuovo, dei passi mi fanno ritirare la mano come se fossi stata scottata.

Mi giro verso l'essere a cui non batte il cuore. Vedo solo un'ombra, ma Seth ha gli occhi sgranati.

«Capisco perché ti piace. È la brutta copia di me» sento dire, capisco che è la voce di una ragazza.

L'ombra si avvicina e finalmente la vedo. Mi alzo di scatto e faccio un passo indietro spalancando la bocca.

«Ciao Seth. Ti è mancata la tua Isy?» domanda e io la guardo meglio.

Effettivamente se devo essere sincera è lei la mia brutta copia, non io.

«Già, tutto bellissimo. Ma tesoro, io dovrei essere la tua brutta copia?» domando facendo una faccia schifata, squadrandola da capo a piedi.

«Certo, Azazel. Sei un mostro, non provi emozioni, hai i vestiti simili ai miei ma più scadenti e sembri uno scaricatore di porto» pronuncia e all'improvviso mi ritrovo con i canini di fuori a ringhiarle contro.

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