25. Non mi spaventa (Pt2)

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Fu proprio quando giunsi davanti a Tayler che mi guardò con un'espressione curiosa in viso, ricambiai non potendo far altro che sorridere imbarazzata.

"Posso offrirti qualcosa da bere?" Mi chiese ed io annuii con lo sguardo basso, quando giungemmo al bar prendemmo posto tutti insieme, passando il resto della serata tra chiacchiere e risate, tante risate.

"A me è piaciuto molto", commentò Chris. "Sì forse il finale, potevano farlo diversamente."

"Anche a Liam è piaciuto il film", enunciò Brian scatenando una risata generale, Liam invece era diventato rossissimo in viso.

"Allora latin lover che cos'è successo?" Tayler lo spinse per un braccio.

"Ciò che avete visto, suppongo", rispose lui più imbarazzato che mai, quella scena mi fece ridere.

"Visto Chris? Devi sempre seguire i consigli di Tayler, mai guardare davvero un film con una ragazza", ammiccò Brian.

"Beh forse neanche Tayler l'ha guardato", pronunciò Jaden facendomi spalancare gli occhi, in un attimo tutti gli sguardi furono puntati su noi due che, coincidenza, ci eravamo anche seduti vicini.

"L'ho visto eccome, invece", si difese lui.

"Madison non è di questo parere", mi puntò un dito Brian, il riccio mi guardò ed io scoppiai a ridere.

"Non è ciò che pensi, Brian. Sei divertente", mi giustificai.

"Vuoi dirmi che il mio Tayler Holder è davvero un santarellino?" Mi domandò sconvolto.

"Brian.."

Mi passai una mano sul viso, osservandolo di nascosto.

"Non vogliono ammetterlo", commentò Chris, intanto notai lo sguardo di Liam fisso su Tayler, il quale ricambiava stranamente serio.

"Non è successo niente", risposi. "Ho notato Liam e Miley insieme e non volevo disturbarli, sono salita su un altro furgone e Tayler è arrivato poco dopo, facendomi compagnia, semplice."

"Mh....e di cosa parlava il film allora?"

"Beh ecco..io....", spinsi Tayler per un braccio facendolo voltare. "Aiutami", enunciai scatenando una risata generale.

"Brian è un po' tardi, perché non vai a dormire?" Domandò quest'ultimo, sospirai.

"Non mi sfuggi Tayler", scosse la testa e proprio in quel momento il nostro barman portò altri drink al tavolo, facendo proseguire la serata davvero in modo allegro.

Passò qualche ora, forse, non avevo toccato alcool non trovandolo di mio gradimento quando non ero in un locale, e tra una stupida gara di shoot e l'altra, mi ritrovai in piedi davanti la vetrata che dava sulla piscina.

Accesi il cellulare, in precedenza spento per non avere brutte sorprese durante la serata e osservai lo schermo rosa che mi parve davanti, nessun messaggio, nessuna nuova notifica, ed il mio cuore sospirò.

Non avrei potuto continuare in quel modo, vivere con la paura che da un momento all'altro, la mia vita potesse peggiorare per colpa di un coglione che non aveva saputo rispettare la mia persona e la mia dignità.

Avrei dovuto mettere una fine a quella faccenda e il primo passo era parlarne con i miei, non appena avessi messo piede a casa di ritorno. Era quello il pensiero che non faceva altro che torturarmi da mesi, la loro reazione, i loro pensieri sulla loro figlia, se solo quel pensiero mi sfiorava la mente....mi sentivo logorare dentro.

"Avevi detto che non ci avresti più pensato, Madison, serviva a questo la tua vacanza, allora cosa ci fai qui tutta sola?" Sussurrai a me stessa, non trovando risposta.

Più tentavo di svagarmi, più quegli orribili pensieri tornavano nella mia mente, un loop infinito, un circolo vizioso al quale non sapevo come mettere fine, ma forse un modo c'era.

L'unico.

Poggiai il cellulare in tasca osservando la piscina a pochi metri, fu proprio in quel momento che dal vetro intravidi una figura dietro di me.

Mi voltai spaventata, Tayler mi guardò alzando le mani.

"Sono io", sussurrò. "Tutto bene?"

"Pensavo", risposi d'un tratto. "E' tutto apposto", sorrisi lievemente.

"Sai, molto spesso mi capita di pensare a ciò che mi hai raccontato, quella sera, proprio lì", mi indicò la piscina. "Non riesco a credere che una persona possa far del male ad una come te", le sue parole mi confusero, forse complice anche il sonno o forse l'orario.

"Purtroppo esiste di tutto in giro", risposi sperando che non portasse avanti quel discorso.

"Sì, lo so.." si avvicinò al mio corpo ed io indietreggiai lentamente. "Noto la paura nel tuo sguardo, molto spesso. Mi chiedo solo quando ti lascerai andare", rispose, quella frase mi lasciò ancora più confusa.

"Devo prima....fare delle cose al mio ritorno, poi forse le cose si aggiusteranno", incrociai le braccia al petto fissando il suo viso.

"Al tuo ritorno? Così tardi?"

"Beh non posso fare nulla adesso, sono qui per svagarmi e spero con tutto il cuore di riuscirci", ripetei solo una frase comune, una frase che chiunque avesse avuto a che fare con me, avrebbe voluto sentirsi dire, così tentai di spezzare quel discorso.

Ma Tayler parve non mollare, al contrario si avvicinò un po' di più.

"Anche se quest'ultimo ti dice altro?" Domandò lasciandomi del tutto senza parole, e con qualche brivido sul corpo.

"Non.." sussurrai indecisa. "Non mi dice nulla, al momento", risposi sicura.

"Se posso fare qualcosa, qualunque cosa, sarò felice di aiutarti."

Scossi la testa abbassando lo sguardo al pavimento, avrei tanto voluto guardarlo negli occhi, ma il mio viso era già infuocato, decisi di non peggiorare le cose.

Sentii due mani tirarmi violentemente ed in un attimo mi ritrovai racchiusa tra le sue braccia, per la seconda volte in poche ore.

Ricambiai stringendolo forte, mi lasciò un bacio tra i capelli, accarezzandoli.

Inspirai profondamente lasciando che il suo profumo si insinuasse ovunque giungendomi fino al cervello, le sue mani si spostavano su e giù la mia schiena, come se volesse consolarmi e ci stava riuscendo alla grande.

Nessuna parola, solo silenzio ed un abbraccio, era tutto ciò di cui avevo bisogno.

Udimmo un fischio e allontanandoci ci accorgemmo che un paio di sguardi erano puntati su di noi, guardai Tayler che aggiustandosi i capelli ricambiava insistente.

"Scusami, ho sentito di...-"

"Non scusarti, fallo più spesso", quella volta sorrise, come se non aspettasse di sentire altro.

"Andiamo a dormire?" Pronunciò Brian alzandosi a fatica dalla poltrona.

"Sì, andiamo", lo seguì Jaden.

Annuii facendo un passo verso di lui, quando il mio cellulare squillò improvvisamente, facendomi spalancare gli occhi.

Say goodbye.Where stories live. Discover now