44. Consapevole.

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I miei occhi si sgranarono a dismisura. Il cuore prese a battermi più forte quasi a volermi uscire dal petto.

Quella foto, quella dannata foto stava mettendo a rischio la mia intera vita, sia privata che lavorativa.

Ed io non riuscivo a fermarlo, in alcun modo.

Non riuscivo a farmelo scivolare di dosso, se quella foto aveva raggiunto lei, non ci avrebbe messo nulla a farlo anche con i ragazzi e solo il pensiero mi faceva rabbrividire, avrei tanto voluto non essere lì in quel momento, ma in camera mia, da sola.

"Tutto bene?" Mi chiese il riccio, notandomi letteralmente paralizzata, mentre leggevo tra quelle righe.

"S-Sì, Tayler...aspetta qui", composi il suo numero e mi allontanai, il più possibile affinché non potesse sentirmi, ad un certo punto uscii dalla sua visuale.

"Pronto?" Rispose con un'aria da schiaffi.

"Camila non puoi fare questo."

"Ho finalmente trovato il tuo punto debole."

"Che cosa vuoi?"

"Se vieni qui fuori, ne parliamo."

"Non posso venirci!" Alzai la voce.

"Stai facendo qualcosa di più importante di una che può compromettere la tua vita amorosa?" Rise.

Sospirai tentando di restare calma.

"Dimmi cosa diavolo vuoi!"

"Senti, facciamo così. Io farò finta che tu non mi stai facendo aspettare fuori quest'hotel inutilmente e tu vieni qui affrontandomi faccia a faccia."

Staccai riportando il cellulare in borsa e tornai da Tayler, cercando una scusa per tornare a casa.

'E adesso cosa mi invento? Non mi crederà mai, stavamo così bene', pensai.

"Hei, dov'eri?"

"Tayler dobbiamo tornare in hotel", annuii superandolo ma mi fermò per un braccio, guardandomi confuso. "Per favore."

"Cos'è successo?"

"Non.....renderlo più difficile, ti prego", mi sciolsi dalla sua presa e camminai verso l'auto, fortunatamente non mi interruppe ancora e camminò dietro di me, in silenzio.

Quando entrammo in auto, chiuse la portiera e mi guardò.

"Prima mi dici cosa sta succedendo."

"Tayler...-"

"E perché sei corsa via all'improvviso non appena hai guardato il cellulare!" Alzò la voce. "Cosa stai nascondendo, Madison? Credevo che avessimo detto basta con i segreti", cominciò ad alterarsi, avevo solo rovinato una bella serata.

"Lo so, ma adesso dobbiamo tornare", risposi con le uniche parole che mi venissero in mente, sentendomi una perfetta idiota.

Ma non potevo raccontargli tutto.

Forse e dico forse, sarebbe stato più facile mostrarglielo.

"Estraneo, poi sono io l'estraneo", sussurrò sbattendo una mano sul volante, durante il silenzioso tragitto.

"Non sei un estraneo, ma...-"

"Già, infatti lo sei tu!" Rispose non guardandomi negli occhi.

Restai in silenzio, entrambi lo eravamo, mandai un messaggio a Camila dicendole di farsi trovare più avanti l'hotel, in questo modo Tayler non l'avrebbe vista. Quando tornai a guardarlo mi accorsi che il suo sguardo era poggiato sul mio cellulare.

Say goodbye.Where stories live. Discover now