Epilogo

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Inspirai a pieni polmoni quella calda aria italiana, che sembrava rigenerarmi. Il sole bruciava sulla mia pelle accaldata, ma il cuore mi scoppiava davanti a così tanta bellezza. Ero americana, ma avevo lasciato il cuore a Roma, ed ora che finalmente ero di nuovo tra quelle strade che traboccavano di storia, mi sentii irrimediabilmente a casa.

Lanciai uno sguardo al Colosseo davanti ai miei occhi e sorrisi istintivamente, permettendomi di chiudere gli occhi ed assaporare la tranquillità che finalmente avevo nella mia vita. Ma durò ben poco, perché presto sentii strattonarmi per un braccio e aprii di scatto gli occhi.

"Mamma, guarda che gelato enorme mi ha comprato papà!" La bambina disse, con le labbra completamente sporche di vaniglia e il gelato che colava lungo il cono.

"Sicura di riuscire a mangiarlo tutto?" Le chiesi, sollevando un sopracciglio, ma con un enorme sorriso sulle labbra.

"Ne prenderei anche un altro!" Cinguettò lei, con gli occhi spalancati di gioia. "È buonissimo, vero papà?" Si voltò verso Andrew, che ci raggiunse con l'altro marmocchio tra le braccia. In quel momento mi dispiacque per lui, perché c'erano almeno quaranta gradi e Noah sembrava non volersi staccare dal collo di suo padre. Aveva un attaccamento così morboso per lui che mi riusciva difficile anche spiegarlo a parole.

Noah ed Hazel avevano appena quattro anni, ma erano delle vere e proprie pesti. Capii davvero cosa avesse passato mia madre nel crescere due gemelli solo dopo averlo provato sulla mia pelle.

All'inizio le cose tra me ed Andrew non erano state per niente facili: avevo dovuto recuperare la stima dei suoi genitori, dopo aver detto loro che avevo praticamente tenuto nascosto la gravidanza e che avevo mandato a monte il matrimonio con Skyla; sebbene negli anni precedenti Crystal provasse un sincero affetto nei miei confronti, dopo tutto quello che era successo aveva cambiato totalmente atteggiamento, e come darle torto del resto. Mi ci erano voluti mesi, se non un anno intero, prima di vederla sorridere sinceramente alla vista del suo nipotino e prima che mi accogliesse di nuovo nella sua famiglia.

E fu così che quando due anni dopo avevo scoperto di essere incinta di nuovo, di ben due gemelli, me la ritrovai in lacrime dopo aver scoperto la notizia: era felice davvero, e sembrava non vedermi più come la cattiva ragazza che aveva fatto soffrire suo figlio. Fu un sollievo, per me, tornare alla vita che vivevamo io ed Andrew in tempo. Beh, non proprio la stessa, visto che presto ci siamo trovati con tre figli e le idee poco chiare su cosa farne del nostro futuro. Quando Andrew finalmente divenne un chirurgo a tutti gli effetti, in comune accordo decidemmo di venire qui in Italia, dove io sarei tornata ad insegnare e lui avrebbe preso la specialistica in neurochirurgia. E, solo qualche settimana dopo, avevo scoperto di essere incinta di nuovo, della nostra quarta figlia; Peony sarebbe nata a settembre, ma già da dentro la pancia sapevo che non mi avrebbe dato un attimo di tregua: non stava un solo secondo ferma. Ma non vedevo l'ora di stringerla tra le mie braccia.

"A Natale quindi posso avere un monopattino elettrico?" Carter esordì, entrando nel gruppetto. Alzai gli occhi al cielo immediatamente, Andrew si passò una mano sul volto, ormai esasperato. Era circa la quinta volta che ci chiedeva un dannato monopattino elettrico, solo perché Roma sembrava esserne piena.

«Andate in bici, accidenti!»

"Ti ho vista alzare gli occhi al cielo!" Mi disse, puntandomi un dito contro. Intensificai il mio sguardo nel suo, sollevando un sopracciglio. "Da quando sono i figli a fare la predica?"

"Oh, andiamo!" Carter sbuffò, sbracciandosi al cielo. "Zia Cher dice che lo comprerà a Diego!"

"Posso andarci anche io?" Hazel chiese, leccando il suo gelato. Prima che se ne potesse rendere conto, però, la palla alla vaniglia cadde a terra, giusto nel mezzo dei suoi piedi, sporcandole anche un po' la gonna che indossava. Hazel sembrò dapprima non proferire parola, poi scrollò le spalle e si chinò. Non capii cosa stesse facendo fin quando non la vidi quasi stendersi a terra ed aprire la bocca, pronta a continuare a mangiare il suo gelato da terra.

Born to be yoursWhere stories live. Discover now