Capitolo 17

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La mattina seguente, ero sgattaiolata nella mia camera con passo rapido e furtivo, Andrew non aveva avvertito nemmeno uno spiffero.

Dopo la bella serata passata con Aiden, mi ero tranquillamente addormentata tra le braccia di Andrew come se fosse stata la cosa più normale al mondo. Forse nei mesi precedenti lo era stata, insomma, in quel letto non ci avevamo solo dormito. Eppure, quella mattina, avvertii una strana sensazione al petto. Aiden mi interessava come ragazzo, era simpatico, e il suo sguardo sembrava essere un magnete per i miei occhi. E, non saprei... svegliarmi tra le braccia di Andrew in quel modo, quasi come se fossimo stati una coppia, mi sembrò una - seppur minima, dato che avevamo solo dormito - mancanza di rispetto. Dopo la serata trascorsa insieme, era palese che l'interesse ci fosse da ambedue le parti, non solo da parte mia. Non ci eravamo baciati, non eravamo finiti a letto, ne niente. Era semplice e pura attrazione che, almeno per me, era culminata con la speranza di poterlo rivedere il giorno dopo. E ancora intontita da quel misto quasi nuovo di emozioni, come una rimbambita ero scivolata tra le braccia di Andrew ancora una volta.

Lui non me la raccontava giusta, ne ero certa. Ricordavo benissimo che il pomeriggio precedente lo avevo visto parlare animatamente con Swan quando, almeno in mia presenza, non si erano mai degnati di uno sguardo prima. E poi, non avevano potuto conoscersi meglio nemmeno a lezione, visto che Andrew studiava medicina, proprio come me, mio fratello e Cher, mentre Swan frequentava giurisprudenza. Ero sicura che qualcosa bollisse in pentola, e sebbene non avrebbe dovuto interessarmi, morivo dalla voglia di sapere. Forse perché Swan era una mia amica, ma non la conoscevo bene quanto Cher. Sapevo perfettamente ogni punto debole e caratteristica della mia migliore amica; quando volevo qualcosa, giocavo bene le mie carte e riuscivo a farmela concedere sempre. Swan, alla fine, l'avevo conosciuta due mesi prima, e a parte che studiava legge e che avevamo molte cose in comune, non sapevo molto di lei. La ritenevo simpatica, ma non mi fidavo di lei quanto mi fidavo di Cher.

Ad ogni modo, verso le dieci del mattino, scoprii con molto piacere che mio fratello e Cher avevano già liberato la mia camera, così mi gettai sotto la doccia e dopo mi presi la briga di stendermi sul mio letto, con un pacco di patatine semi-aperto sulla pancia, e il telecomando tra le mani, con la speranza di trovare qualcosa di decente in TV. In quei momenti mi maledivo per non avere ancora un abbonamento di Netflix tutto mio.

La domenica era in assoluto il mio giorno della settimana preferito. Passavo tutto il tempo a poltrire sul letto e prepararmi psicologicamente per il giorno successivo; inoltre, era un giorno festivo secondo il mio calendario dello studio: chiunque nominasse gli esami imminenti di domenica, veniva crocettato a vita.

Quando ormai era quasi mezzogiorno, sentii la porta aprirsi. Sapendo che fosse Cher, feci la finta antipatica, giusto per infastidirla. Infastidire le persone era il mio passatempo preferito.

"Ti rendi conto di che puzza di sesso c'è qui dentro? Potevi almeno aprire la finestra!" Sbuffai, e poi aprii il terzo pacco di patatine, riempiendomi la bocca immediatamente. Fui sorpresa di vedere come, oltre il corridoio all'ingresso, spuntò la testa di Andrew. Rimasi immobile per qualche istante, con la mano sporca di sale e odorante di patatine ferma a mezz'aria, e con gli occhi nei suoi.

"Devi smetterla di entrare in camera mia come se ci abitassi." Dissi poi, ritornando a mangiare tranquillamente. "Come hai fatto ad entrare, piuttosto?"

"Carter ha una copia della tessera della vostra camera." Andrew si sedette ai piedi del mio letto, e mi guardò attentamente. "Pensavo saremo andati a fare colazione insieme, stamattina. Invece mi sono svegliato e non c'eri."

"E quindi?" Gli dissi, cambiando canale alla TV. "Non sono la tua ragazza, non devo timbrare un cartellino."

Andrew mi prese bruscamente il telecomando dalle mani e spense la TV. "Ehi!" Lo canzonai, con la bocca mezza piena. "Io stavo guardando."

Born to be yoursWhere stories live. Discover now