Capitolo 24

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Andrew alzò lo sguardo verso di me, notando che ero ancora appoggiata al bordo. "Non vieni?"

"No, rimango ancora un po' qui." A dire il vero iniziava a fare freschino, ma non volevo rientrare dentro. Improvvisamente, avevo un'immensa voglia di starmene per conto mio, con i miei pensieri.

Andrew mi guardò attentamente, prima di togliersi di nuovo i pantaloni, che aveva messo a metà, e fare il giro della piscina. Si sedette sul bordo e rimase in silenzio per qualche istante.

"Il tuo naso non è davvero brutto." Disse poi, io lo guardai con un cipiglio. Lui scrollò le spalle, con fare disinvolto. "Volevo solo dirtelo."

"Dovrei ringraziarti?" Chiesi poi, retoricamente. "Il tuo parere non è di vitale importanza."

Andrew sollevò un sopracciglio, con fare curioso. "Sembravi molto arrabbiata quando l'ho detto."

"Chiamasi finzione." Dissi io, con finta aria sorpresa. "Dovevo reggerti il gioco, stavi per farci scoprire."

"Scoprire cosa?" Chiese allora lui, con un ghigno. Alzai gli occhi al cielo e mi posizionai di fronte a lui, con le braccia poggiate sulle sue cosce. "Che ci stavi provando con me."

"E lo stavo facendo davvero?" Chiese lui, con un sorrisetto furbo fastidiosamente impresso sulle labbra. "Non lo so, dovresti dirmelo tu." Gli risposi, con aria vagamente provocante.

Andrew sembrò pensare a quello che doveva dire. "E provarci a che scopo? So prenderti in altri modi."

Velocemente finì in acqua, e me lo ritrovai ad un palmo dal naso. Il respiro mi si bloccò in gola, non ne capii a pieno il perché. Che Andrew mi avesse fatto sempre un certo effetto, era limpido come l'acqua; quello che non capivo era il perché.

"Abbassa il tuo ego, Evans." Gli risposi, con la gola secca e la bocca impastata. Quell'estrema vicinanza tra i nostri corpi, in quel momento, era fastidiosamente piacevole. "Non sarai di certo il migliore in campo." L'alcol parlava decisamente per me, non riuscivo a connettere il cervello alla bocca.

"Ne sei sicura?" Mi chiese, accorciando le distanze. Deglutii a fatica e non opposi resistenza quando le sue mani si poggiarono sui miei fianchi. "Non ho molto con cui paragonarti, ma non sarai di certo l'unico uomo della mia vita."

La sua espressione si corrucciò, delle rughe fecero capolino sulla sua fronte, rendendo quasi tenero il suo cipiglio. "Dici davvero?" Disse lui, stringendo le labbra.

"Di che ti stupisci?" Gli chiesi poi io. "Non stiamo insieme e non ci amiamo, nemmeno lontanamente. È chiaro che prima o poi arriverà la persona giusta per entrambi, e non è quella che abbiamo di fronte." La mia voce sembrò uscire fuori quasi ovattata, istintivamente portai le mie mani sulle sue spalle. I miei gesti contraddicevano completamente le mie parole, e ne ero consapevole, ma in quel momento sembrai non avere freno, né nel parlare, né nel muovermi.

"E cosa ti fa essere così sicura di questo?" La sua domanda mi spiazzò per un momento. Non era evidente? Tra noi c'era solo sesso, da ambedue le parti. Anche se le mie convinzioni iniziavano a vacillare, non dovevo permettermi di pensare ad Andrew in altri modi se non come un amico. Perché si, il nostro rapporto era migliorato da quando eravamo al college, ma eravamo diventati solo buoni amici, con un'aggiunta extra.

"Come fai anche solo a pensare il contrario, Drew?" Gli chiesi, in un soffio. I suoi occhi scavarono nei miei, e in quel momento mi sembrò quasi che il mondo rallentasse, e le altre persone sparissero: c'eravamo solo io e lui.

Una mano di Andrew salì sul mio volto, portandomi una ciocca di capelli bagnati dietro l'orecchio; le sue labbra furono così vicine alle mie che percepii il suo respiro. E il mio cuore, impercettibilmente, iniziò ad accelerare, qualcosa nel mio stomaco si agitò.

Born to be yoursWhere stories live. Discover now