Capitolo 19

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"Bene, credo sia arrivato il momento di dirvi la verità." Nostra madre disse, respirando pesantemente.

Non seppi esattamente cosa stesse pensando mio fratello, ma i miei pensieri di certo non erano dei migliori. Temevo che avessero rinchiuso - finalmente, aggiungerei - nostro padre in carcere, o che avesse iniziato di nuovo a bere come un dannato, e mia madre lo avesse allontanato. Di una cosa, però, ero certa: per non essere qui con noi, la situazione doveva essere grave. Perché nonostante le sue pecche e i continui maltrattamenti, da casa non se ne era mai andato.

"Parla, allora." Mio fratello la incitò, notando la titubanza di nostra madre.

Sospirò, prima di iniziare il suo racconto. "Prima che voi partiste, ho vissuto un momento difficile. Ma non solo con vostro padre, anche con me stessa. Dopo l'ultimo litigio qualche giorno prima della vostra partenza, credevo di aver raggiunto il limite, e di non poter più tornare indietro." Quasi vidi le lacrime formarsi nei suoi occhi, ma cercò con forza di trattenerle. "Ricordo che ero a lavoro ed ero più distratta del solito. Non avevo combinato nulla ed era già ora di pranzo. Mi si è avvicinato un collega, era molto gentile nei miei confronti. Lo conosco da una vita, abbiamo frequentato anche lo stesso liceo." Si bloccò per qualche istante, storcendo le labbra. "Anzi, visto che vi sto dicendo tutta la verità, devo dirvi anche questo: eravamo stati insieme, prima che lo lasciassi per vostro padre."

I pezzi del puzzle lentamente iniziarono a combaciare nella mia mente, sperai solo che nostra madre non avesse davvero fatto quell'errore. "Insieme abbiamo ricordato i vecchi tempi, della nostra relazione. Ed io mi sono lasciata andare con lui sui dettagli della mia vita coniugale." Mio fratello serrò i pugni, io persi ogni speranza. "Non entrerò nei dettagli, non vado fiera di quello che ho fatto. Ad ogni modo, qualche settimana fa ho scoperto di essere incinta. E purtroppo, posso mettere la mano sul fuoco e dire che non è di vostro padre."

La mia bocca si spalancò, mio fratello cadde in uno stato catatonico. Avevo capito che si fosse spinta troppo oltre, ma non credevo fino a questo punto. Mia madre aspettava un figlio, non da mio padre.

"È per questo che non volevi lasciarlo. Non perché lo avessi perdonato, ma perché ti sentivi in colpa per averlo tradito." Mio fratello, ancora una volta, mi lesse nel pensiero; gli diedi un calcio sotto il tavolo per fargli capire che, in ogni circostanza, non doveva essere rude.

Nostra madre chinò il capo, sconfitta. "Ho provato ad andare oltre tutto quello che ha fatto, ma ero arrivata ad un punto di non ritorno. Non vado fiera di quello che è successo, ma se potessi tornare indietro lo rifarei." Sconvolse entrambi con l'ultima confessione, tanto che io dovetti serrare le mani al bordo del tavolo, come se avessi avuto il bisogno di tenermi, di aggrapparmi a qualcosa. "Non lo farei in queste circostanze, ma farei in modo che la situazione di contorno cambiasse."

"Come l'ha scoperto? E che ha fatto dopo?" Chiesi io, guardando nostra madre intensamente. L'avevo sempre vista come l'agnellino indifeso della famiglia, sapere che in realtà neanche lei era libera di peccati fu come se mi fosse caduto addosso un masso grande quanto una casa.

"Ha visto il test di gravidanza nella borsa, e ha fatto due più due." Ammise, sospirando. "Ha iniziato a dare di matto, non mi aspettavo un'altra reazione, quindi ero preparata. Sono corsa in bagno e ci sono rimasta fin quando non ho sentito sbattere la porta di casa. Quando sono uscita, aveva preso tutta la sua roba ed era andato via."

In cucina calò il silenzio. Mio fratello sembrava essersi ammutolito, io non sapevo esattamente cosa pensare. Non ero contro quella gravidanza: nostra madre ci aveva avuti in tenera età, a soli diciotto anni; affrontare un'altra gravidanza a trentasei anni non doveva essere difficoltoso per lei. Era il gesto in sé per sé che un po' mi fece rabbia.

Born to be yoursWhere stories live. Discover now